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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Hands - 20 luglio 1995
100 citta' contro la pena di morte
[Pezzo domani su L'Opinone nella pagina curata da Radio Radicale

di Alessandra Filograno]

Il 17 agosto alle ore 22 Mumia Abu-Jamal finirà sulla sedia elettrica. Il Governatore della Pennsylvania, Thomas Ridge ha infatti sottoscritto l'ordine di esecuzione. A nulla è valso finora il tentativo degli avvocati di far riaprire il processo. E' solo uno dei tanti casi. Altre decine ce ne sono negli Stati Uniti. Centinaia in molti altri Paesi. Si pensi ad esempio alla Cina di cui poco sappiamo e dove è sempre crescente il numero e la tipologia dei reati per cui si finisce sulla "forca". Pensiamo ai paesi arabi, dove in nome della legge ispirata al Corano molti Stati "giustiziano" i propri cittadini rispondendo così all'integralismo violento. Mentre - scrivendo agli attentatori del Premio Nobel Naguib Mahfuz, condannati a morte - lo scrittore Erri De Luca, dice che tra le ingiustizie del patibolo c'è anche quella di risparmiare ai colpevoli il tempo della vergogna. Un dibattito come quello sulla pena di morte rischia spesso, d'altra parte, di dividere il mondo tra Paesi civili e incivili. A questo si agg

iunge che nelle campagne abolizioniste si punta spesso a salvare dalla sedia elettrica un "innocente", oppure si ricorre a casi che suscitino ondate di compassione. »Le Risoluzioni del Parlamento europeo, invece - ci dice Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino - indicano l'indisponibilità allo Stato della vita del cittadino come essenza di un nuovo diritto: non essere uccisi a seguito di una sentenza o misura giudiziaria. E' un principio questo che Nessuno tocchi Caino, lega di cittadini e di parlamentari per l'abolizione della pena di morte nel mondo entro il duemila, nata nel 1993 su una campagna promossa dal Partito radicale, vuole vedere affermato attraverso una serie di iniziative parlamentari. Una di queste è stata illustrata mercoledì in una conferenza stampa che si è tenuta a Montecitorio. In sala stampa, in una mattina come tante della politica del Palazzo, scossa nelle ultime ore dall'ormai visibile - anche ai politici nostrani - genocidio della ex Jugoslavia, ci sono alcuni parlamentar

i da Rifondazione Comunista ad Alleanza Nazionale, riuniti per parlare di pena di morte.

Duecento parlamentari e 9 capigruppo (manca ancora la firma di Tatarella ndr) hanno depositato una mozione che chiede al Governo italiano di impegnarsi presso le Nazioni Unite per una sospensione universale delle esecuzioni capitali. Ci sono Lorenzo Stik Lievers (Riformatori), Tiziano Maiolo (Forza Italia), Marco Pezzoni (Pds), Ugo Cecconi (AN), Gabriella Pistone (Rif. Com.), Rosa Russo Jervolino (Ppi). A coordinare la conferenza stampa, Sergio D'Elia che annuncia la prossima costituzione promossa da Nessuno tocchi Caino di un coordinamento di parlamentari contro la pena di morte che ha come primo obiettivo l'approvazione della mozione rivolta all'Onu e come prima tappa gli Stati Uniti. L'incontro con Janet Reno, ministro della Giustizia dell'Amministrazione Clinton, è fondamentale per capire l'orientamento degli Usa sulla proposta di moratoria. L'Italia già lo scorso anno, sempre su iniziativa di Nessuno tocchi Caino e del Partito radicale, aveva presentato la risoluzione sulla moratoria alle Nazioni Unite

. L'Assemblea Generale il 9 dicembre del '94 l'ha bocciata per soli 8 voti, impedendo così uno storico pronunciamento contro la pena di morte.

Non era una battaglia persa in partenza. Se si tiene conto che 184 paesi membri dell'Onu mantengono la pena capitale nei loro ordinamenti, lo stesso esito del voto, negativo, ma di misura, mostra che esistono spazi per il progresso dell'iniziativa abolizionista in sede Onu. E' questo il convincimento di Nessuno tocchi Caino, dei duecento parlamentari che hanno sottoscritto la mozione e dei sindaci e amministratori locali che stanno aderendo all'iniziativa. »Sì, perchè questa è una campagna parlamentare per l'abolizione della pena di morte - come sottolinea D'Elia - ma è anche una campagna di cittadini. Il nostro slogan dice: 10 Paesi, 100 città, 100mila firme all'Onu per fermare la pena di morte. Per questo non potrà essere solo l'Italia a presentare la risoluzione all'Onu e ci vorrà un forte sostegno dell'opinione pubblica.

Un sostegno che ha trovato la sua rapida e radicale organizzazione nel "giro d'Italia" che partirà il 24 luglio da Bari per raggiungere circa 40 città in tutta Italia: Puglia, Campania, Basilcata, Lazio, Umbria, Toscana, Liguria, Lombardia, Trentino, Emilia Romagna, Veneto, Marche e Abruzzo. E'quasi tutto pronto: il camper attrezzato per i collegamenti con Radio Radicale, recuperato dall'ex assessore veneto Emilio Vesce, le tappe a ritmi forzati in cui incontrare i sindaci di comuni piccoli e grandi, i presidenti di provincia e di regione. Già oggi piu' di 50 amministrazioni locali di tutt'Italia sono soci fondatori di Nessuno tocchi Caino. Partenza: Bari, dalla Gazzetta del Mezzogiorno che ha una motivazione singolare di adesione legata al Premio Strega. La scrittrice Mariateresa Di Lascia, nata in provincia di Foggia, è stata, infatti, fondatrice di Nessuno tocchi Caino.

 
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