DIMISSIONI DEL PREMIER SILAJDZIC E DEL GOVERNO BOSNIACO.Zagabria 4.8.95 - Secondo radio e televisione croate che riportano bollettini del Ministero della difesa, questa notte la Croazia, ricordando l'indisponibilità serba alle trattative e gli attacchi dei giorni scorsi, aveva annunciato all'UN_CRO, un intervento militare imminente. Si informava l'UN-CRO affinchè potesse ritirarsi dalle postazioni. L'Un-CRO avrebbe risposto per scritto confermando di avere ricevuto la comunicazione. Però, sempre secondo le fonti croate, i caschi blu canadesi non solo avrebbero rifiutato di ritirarsi ma anche avrebbero informato i serbi dell'attacco annunciato. In conseguenza di ciò, alle 5 della mattina un attacco coordinato sarebbe stato scatenato dai ribelli serbi di Kraijna e dai serbo-bosniaci. Da Novska, in Slavonia, fino a Dubrovnik, tutte le città del fronte sono bombardate e sotto allarme generale; da nord a sud si tratta di: Novska, Jesenovac, Lipovljani, Sunja, Sisak, Karlovac, Ogulin, Otocac, Gospic, Sinj, Zara, Sibenik, Dubrovnik
Una lettera di ieri sera, del presidente Tudjman, viene ripetuta dai mas-media: dopo una serie di considerata che richiamano l'impossibilità di risolvere pacificamente l'occupazione dei territori croati, fino al fallimento delle trattative di ieri, si invitano i cittadini serbi a non combattere, a deporre le armi e ad attendere nelle proprie case il ripristino dell'autorità croata. Si invitano altresì la Serbia ed il Montenegro a non appoggiare militarmente i ribelli di Kraijna.
Radio e e televisione, mentre trasmettono canzoni patriottiche, parate ed azioni militari, ripetono frequentemente una comunicazione del ministero della difesa che invita i cittadini a non uscire di casa e a non mettersi in viaggio, a non creare concentramenti di persone.
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Ieri sera, sempre dalla radio croata, sono state annunciate le dimissioni del Premier bosniaco Haris Silaidzic. Le dimissioni sarebbero motivate dall'approvazione di un emendamento costituzionale ad opera del parlamento bosniaco riunito a Zenica. Per tale emendamento sarebbe vietato ad un non musulmano l'eleggibilità alla Presidenza della Bosnia.
Silaidzic, ricordando il carattere multi-etnico della Bosnia-Herzogovina ha ritenuto inaccettabile una tale proposta ed incompatibile con il suo governo.
Il governo rimarrà in carica per gli adempimenti ordinari fino alla nomina del nuovo.