Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mar 04 mar. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Partito radicale
Pezzilli Dora - 9 agosto 1995
Storia d'Italia edizioni Einaudi volume 4 pag. 1962"Diciamo subito che
il dibattito sulle origini della prima guerra mondiale, per quanto

viziato dalla controversia sulle "responsabilita'", stabilite

dall'articolo 231 del trattato di Versailles, e' sostanzialmente

approdato alla riconferma della valutazione espressa da Lenin

nell'ottobre 1914:

"la guerra europea, preparata durante i decenni dai partiti e dai

governi borghesi di tutti i paesi, e' scoppiata. L'aumento degli

armamenti, l'estremo inasprimento della lotta per i mercati della

nuova fase imperialistica di sviluppo del capitalismo nei paesi piu'

avanzati, gli interessi dinastici delle monarchie piu' arretrate

dell'europa orientale, dovevano inevitabilmente condurre e hanno

condotto , a questa guerra. Conquistare territori e asservire nazioni

straniere per depredarne le ricchezze, deviare l'attenzione delle

masse lavoratrici dalla crisi politica interna in Russia ( nota

personale del proto. oggi in Europa?), in Germania in Ighilterra e in

altri paesi, scindere le masse lavoratrici abbindolarle mediante

l'inganno nazionalistico e distruggerne l'avanguardia allo scopo di

indebolire il movimento rivoluzionario del proletariato, ecco l'unico

effettivo contenuto, il significato e la portata della guerra

mondiale"

Sempre da "storia d'Italia

Ma se su un piano generale, questa impostazione trova non trova piu'

grandi opposizioni, il discorso cambia quando lo sguardo si punta

sull'Italia, per la quale ancora oggi vi e' da parte di molti una

certa resistenza ad ammettere che interessi e spinte di tipo

"imperialistico" abbiano avuto una funzione decisiva nel far uscire il

paese dalla neutralita'. Non si tratta soltanto di una difficolta' di

ordine storiografico. Se a lungo si e' potuto parlare del

completamento dell'unita' nazionale come obiettivo da parte

dell'Italia, di "quarta guerra d'indipendenza", (con tutte le

bardature e le mistificazioni risorgimentalistiche del caso) cio' e'

avvenuto perche', come ha osservato Federico Chabod, "la politica

italiana nel 1915 fu una politica stile 1866, nel senso che fu

indirizzata e condizionata da tutta una serie di orientamenti volti a

ritagliare, nell'ambito della generale gurrra imperialistica, una

specifica guerra italiana contro l'Austria-Ungheria, che, sebbene

avesse pure connotati decisamente "non" risorgimentali (come

testimoniano gli acuti contrasti insorti fra i due paesi a propostito

della penetrazione nei Balcani e perfino nell'Anatolia), poteva

agevolmente essere presentata sotto tali vesti, rendendola quindi piu'

accettabile all'interno e all'estero. (passim) "le tappe della

politica estera italiana sembrano state assai piu' profondamente

segnate da alcuni interessi di fondo che si erano venuti enucleando

con chiarezza negli anni precedenti. L'entrata in guerra della Russia

e della Francia aveva fatto assumere fin dall'inizio tutt'altro

aspetto alla guerra apertasi con l'ultimatum dell'Austria alla Serbia

e aveva messo in discussione e in pericolo quel faticoso e precario

dosaggio di influenze nel bacino orientale del Mediterraneo che era

stato negli ultimi tempi al centro delle preoccupazioni Italiane, come

dimostravano anche gli articoli sottoscritti nel 1913 per il

coordinamento navale tra le flotte della triplice e il perfezionamento

delle intese militari italo-tedesche in funzione antifrancese agli

inizi del 1914.

Il capitolo tratto dalla storia d'Italia ed. Einaudi, parte terza e'

intitolato: La "grande guerra" e l'agonia dello Stato liberale il

capitolo 1 "tra neutralita' e intervento.

"guerra se avvenga, della quale non avra' esempio la storia: dopo la

quale l'Europa rischia di divenire un compiacente morto alla merce'

dell'America e dei popoli dell'estremo Oriente... ma e' guerra da

lungo voluta: e fiumi di sangue scorreranno e dalla guerra verranno,

chiunque sia il vincitore, questi due effetti: miseria e rivoluzione"

pagina 1977 autore Ferdinando Martini.

buona notte.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail