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Gull Paolo - 9 agosto 1995
Vedo nudo

Il destino dei balcani e' diventato moneta di scambio in politica interna. Il desiderio di regolare i conti acceca le menti che in teoria dovrebbero essere piu' lucide. L'intervista a Pannella sull'"Opinione", con la sua confusione terminologica, con la sua volonta' di mescolare malamente le carte in tavola ne e' ahime' una prova tangibile. Essa si inscrive in un disegno di delegittimazione di qualunque punto di vista che non sia il proprio che ha un sapore che oserei definire "bolscevico". Ne segnalo tre passaggi:

1) "E ciò giova soprattutto al solito pacifismo vecchio stile pronto a pagare qualsiasi prezzo, a tornare in ogni momento allo spirito di Monaco, pur di accontentare l'aggressore. Che nel nostro caso è il leader serbo Slobodan Milosevic".

2) "I partigiani della Serbia in casa nostra non sono mai mancati. Ma la faziosità di alcuni non può far dimenticare la verità di quanto è avvenuto e avviene sulla carta geografica. La Krajina è una regione della Croazia, compresa nei suoi confini internazionalmente riconosciuti. Ma è occupata dalle milizie serbe spinte da Belgrado nell'intento di costruire una grande Serbia ai danni di croati, bosniaci, albanesi. É questo il disegno che ha partorito la guerra dei Balcani".

3) Domanda: "Ma se l'offensiva croata contro i serbi dì Knin è pienamente legittima perché il presidente Tudjman se la prende anche con gli Italiani d'Istria?" Risposta: "Sull'Istria ci sono molte strumentalizzazioni, troppe. E non solo da parte croata. Questo va detto chiaramente. L'offensiva contro Knin è pienamente legittima, rientra nei diritti di uno stato di riappropriarsi dei suoi territori. Chi vi si oppone in nome della pace in realtà non fa che ripetere il falso pacifismo di chi chiude gli occhi di fronte alle più gravi violazioni dei diritti umani, come nel caso del Tibet occupato e oppresso dal regime comunista cinese. O degli albanesi del Kossovo la cui autonomia è stata fatta a pezzi dai decreti del parlamento di Belgrado". Domanda: "E ne vede parecchio in giro di questo pacifismo?" Risposta: "É una delle merci che abbondano di più dalle nostre parti. Ma è un pacifismo che non porta alla pace ma alla resa. Parente prossimo di quello di Chamberlain e Daladier che nel settembre 1938 consegnarono

a Monaco la Cecoslovacchia nelle mani di Hitler".

1) Mormorare oscure minacce contro anonimi avversari e' quantomeno scorretto. Gradirei sapere con nomi e cognomi chi sono questi pacifisti vecchio stile. Almeno per poter sapere se devo iscrivermi a questo club o meno.

2) Ugualmente amerei essere messo a conoscenza dell'identita' di questi amici della Serbia. Per lo stesso motivo di cui al punto 1. Inoltre, se e' vero che la Krajina e' parte di uno stato internazionalmente riconosciuto nei suoi confini, e' anche vero che gli abitanti di Knin sono proprietari delle proprie case indipendentemente dall'etnia di appartenenza. Dal momento che un paese liberaldemocratico come la Croazia dovrebbe garantire il diritto alla proprieta' privata, non si capisce per quale ragione gli abitanti di Knin che usano il cirillico nella comunicazione scritta hanno in queste ore lasciato precipitosamente le proprie case. Non c'e' da stupirsi se (fonte "VJESNIK" 8 agosto) "Il Parlamento autoproclamato dei serbobosniaci lunedì ha invitato tutti i profughi nel territorio della "SR Jugoslavia", abili al servizio militare, ad integrarsi nell'esercito dei serbobosniaci.

Le autorità serbobosniache avevano inviato un simile invito anche il giugno scorso, dopo che le autorità jugoslave avevano a loro volta mobilitato un grande numero dei profughi e cittadini, provenienti dalla Croazia e dalla B-E". Sara' un falso pacifismo quello di alcuni, ma fare il tifo per questo meccanismo perverso rischia di essere foriero di nuovi e piu' gravi lutti. Non mi pare che sia cosi' che si ferma la guerra. Inoltre non e' vero che sia stato l'espansionismo serbo la causa prima della guerra nei Balcani. Il riconoscimento di Slovenia e Croazia e' stato frettoloso quando anche un bambino si sarebbe reso conto che la secessione della parte piu' ricca di un paese in preda ad una crisi economica gravissima avrebbe scatenato una guerra. Chi vesti' la divisa dell'esercito croato in quell'occasione o non capiva, o fece finta di non capire o, peggio, lo fece per puro odio nei confronti della Serbia, paese oggettivamente danneggiato dalla secessione croata. Inutile nascondersi dietro ad un dito.

3) Sconnessa domanda del giornalista dell'"Opinione" (la matematica non e' un'). Elusiva risposta di Pannella. E' stata piu' corretta l'"Unita'" ammettendo onestamente che c'e' una tiepida ma unanime adesione degli istriani all'intervento croato. Segue attacco scontato contro questi falsi pacifismi di non ben chiarita natura. Probabilmente si prevede che il lettore dell'"Opinione" sappia gia' in partenza di chi si tratta. Io no. Se me lo fate sapere ve ne saro' grato in eterno. Questo pacifismo portera' alla resa e non alla pace, ma altri pacifismi plaudenti al Presidente Tudjman portano a quanto pare ad una mini Yalta.

L'intervento croato che era esattamente la cosa da evitare con l'azione politica nella crisi balcanica oggettivamente *toglie* le castagne dal fuoco ai nostri burocrati europei. Viene infatti meno la necessita' di un intervento militare europeo grazie al fatto che qualcuno ci sta pensando per conto suo. Viene meno la funzione di garanzia dell'ONU perche' ognuno si fa giustizia da se'. Ha poco da strepitare il buon Strik-Livers (corretta ortografia?) che la Bosnia non e' stata invitata a Mosca. E' un gioco delle parti che alcuni vedevano chiaramente da tempo, altri, accecati dalla loro faziosita' antiserba *e basta*, facevano finta di non vedere. Il gioco delle parti e' il seguente: la realpolitik vuole che la Bosnia intesa come stato multietnico non esista perche' sarebbe un problema in piu', _ergo_ meglio che questa venga spartita tra Serbia e Croazia. Quindi le potenze occidentali di fatto non intervengono in Bosnia non per filoserbismo ma perche' la Bosnia non interessa a nessuno, se il governo di Sarajev

o non ci fosse sarebbe meglio. Quando la Croazia interviene col tacito assenso delle principali potenze occidentali la Serbia non muove un dito (sacrificando di fatto in nome della realpolitik i serbi di Knin - altro che unita' che salva i serbi) finche' non arriva come la manna dal cielo la (gia' concordata) proposta negoziale di Mosca. Proposta negoziale che come da copione esclude il governo bosniaco, governo legittimo quanto gli altri due, semplicemente perche' viene gia' dato per spacciato e non si invita a cena un cadavere.

Chi riconosceva un valore nella Bosnia multietnica ha evidentemente in questi anni sostenuto non degli astratti confini ma un'idea di stato non etnico. Sostenere un'idea di stato non etnico, esser partigiani del droit du sol (scusate se mi ripeto), significava necessariamente essere ostili nei confronti di chi fondava la propria idea di stato su base etnica. Questa condanna coinvolge la Croazia quanto la Serbia. Chi si sia macchiato di crimini piu' gravi sara' il tribunale ad hoc a stabilirlo. Molto probabilmente Pale. Cosi' vuole il buon senso.

Ma questa battaglia perde senso ogni minuto che passa, e, se a Mosca sara' trovato un accordo, non ne avra' piu' alcuno.

L'altra possibilita' (degnissima) e' quella che vuole che prevalga la realpolitik. Benissimo, ma abbiate l'onesta' di dirlo. Allora e' ovvio che intere etnie vengano trasferite da un estremo all'altro del paese e che stati monoetnici vengano proclamati ove possibile. Sicuramente e' una garanzia di pace. Una Grande Croazia ai Croati, una Grande Serbia ai Serbi. Le minoranze minoritarie si attaccano al tram della storia e tirano forte, come hanno sempre fatto, dal tempo di Tito imperatore. Ci sara' una diaspora dei musulmani di Bosnia, che magari faranno qualche attentato in giro. Ma si sa, questo e' il prezzo della realpolitik, unitamente a galere piene di dissidenti. Abbiamo avuto dei nuovi Chamberlain e Daladier, abbiamo all'orizzonte una nuova Yalta. Mentre i tacchini fanno la ruota.

Paolo Gull

"O insensata cura dei mortali

quanto son difettivi sillogismi

quei che ti fanno in basso batter l'ali"

 
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