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Partito Radicale Centro Radicale - 14 agosto 1995
lingua internazionale

L'ESPERANTO CONTRO LA GUERRA

(Il Corriere Della Sera, 12 agosto 1995)

ROMA - L'hanno chiamata la via crucis del Duemila. Il loro obiettivo è che l'esperanto venga adottato come lingua federale europea, grazie alla quale abbattere le barriere della comunicazione nel Vecchio continente, sconfiggere la sopraffazione delle lingue egemoni, evitare la scomparsa di oltre cinquemila idiomi e sconfiggere la guerra. Per questo l'associazione radicale Esperanto ha organizzato ieri a Roma una manifestazione che, dalla sede del partito Radicale, ha toccato le redazioni di tutte le testate giornalistiche.

I partecipanti lamentano il grave e omertoso silenzio degli organi d'informazione sul tema dell'adozione di una lingua comune europea e in segno di protesta hanno portato in dono ai direttori una croce di tre metri per due, chiedendo di aderire all'appello.. Il manifesto è stato già firmato da esponenti del mondo politico, (Pannella, Bertinotti, Maiolo), da personaggi della cultura e dello spettacolo (De Crescenzo, Pupi Avati, Binarelli), e anche dal premio Nobel'94 per l'economia, Reinhard Selten.

L'associazione ritiene che un idioma trasnazionale possa evitare l'egemonia di alcune lingue, che porta con sé "un processo" di rinazionalizzazione dell'Europa: Da Bruxelles a Sarajevo è più che mai necessario porre non un argine ma una alternativa a questo pericolo. L'esperanto, inoltre, è un rimedio anche agli enormi costi causati dal multilinguismo: , Una stima dei costi della non Europa - è scritto in uno studio elaborato dall'associazione oscilla tra i 250 e i 390 mila miliardi di lire. Un esempio? Le attività industriali e commerciali nello spazio europeo danno luogo annualmente a un lavoro di traduzione rapportato a 660 milioni di pagine. Verrebbero abbattuti anche i costi connessi al funzionamento degli apparati politici e amministrativi dell'Unione europea, calcolati per il solo 1990 a 1325 miliardi di lire.

 
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