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Partito Radicale Centro Radicale - 18 agosto 1995
Ex Jugoslavia: dichiarazione di Bonino

DICHIARAZIONE DI EMMA BONINO, COMMISSARIA UE PER GLI AIUTI UMANITARI

Bruxelles, 18 agosto 1995.

1) L'unica posizione ufficiale della Unione e l'unica sostenibile relativamente alla ex Jugoslavia, è ancora quella del 1991/2: 4 repubbliche regolarmente riconosciute (Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Macedonia) e Serbia-Montenegro.

Certamente nella pace e con la mediazione si possono cercare e trovare aggiustamenti territoriali, ma a partire da questo dato di diritto universalmente riconosciuto e praticato a partire dall'ambito delle Nazioni Unite.

Come commissaria per gli aiuti umanitari, e per alleviare le sofferenze di intere popolazioni disastrate incontrero, come ho sempre fatto, tutti i dirigenti politici di tutte le parti: la giustizia internazionale - il tribunale ad hoc per la ex Jugoslavia - ha il compito e la responsabilità di trovare e punire i colpevoli e i responsabili dei genocidi e dei massacri. Compito che già sta attuando con le comunicazioni giudiziarie emesse le scorse settimane.

Certo vi sono crimini da tutte le parti, ma è altrettanto evidente che ci sono stati e ci sono aggressori e aggrediti tra i quali sarebbe stato necessario fare una scelta precisa e sin dall'inizio.

Nello specifico vi sono alcune questioni da chiarire con le autorità serbe:

a) che l'esodo forzato da Banja Luka delle minoranze croate e musulmane e l'accesso in Serbia delle popolazioni provenienti dalla Krajina siano garantiti a tutta la popolazione indipendentemente dal sesso e dall'età affinché non si ripetano eccidi e sparizioni di migliaia di persone come successo a Srebrenica. (Ricordo che di ritorno dalla missione a Tuzla avevo denunciato la sparizione di almeno 10.000 musulmani residenti nella zona di Srebrenica, prevalentemente maschi validi alle armi di cui si stanno trovando ora le fosse comuni).

b) che i profughi serbi non siano installati o avviati in Kosovo, provincia occupata dalla Serbia e con popolazione al 90 per cento di musulmani albanesi, per non favorire noi stessi con l'aiuto umanitario il divampare di ulteriori focolai.

 
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