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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Antonella - 18 agosto 1995
PENA DI MORTE: CARABINIERI UCCISI IN SARDEGNA
INTERVENTO DI SERGIO D'ELIA, SEGRETARIO DELLA LEGA "NESSUNO TOCCHI CAINO" PROPOMOTRICE DELL'INIZIATIVA 100 CITTA' CONTRO LA PENA DI MORTE, CHE VERRA' PUBBLICATO DOMANI SULLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

(con preghiera di citare la fonte)

Roma, 18 agosto

"No si può mai dire di avere acquisito una volta per tutte il proprio no alla pena di morte. Per chi non abbia guadagnato la dimensione di un vero e proprio tabù, lo stesso che possiamo provare per esempio nei confronti della schiavitù o della tortura, ritorna di fronte a fatti di criminalità e di sangue come quello accaduto in Sardegna la voglia di dire "chi ha ucciso deve essere ucciso". Ogni volta, di fronte al comune sentire, bisogna ripartire da zero per convincere. Noi non criminalizziamo coloro i quali, animati spesso da un profondo senso di giustizia, rispondono con la pena di morte alla criminalità e all'impunità che li colpiscono. E' una risposta sbagliata ad un sentimento giusto. La risposta giusta, la vera deterrenza, non sta mai nella quantità o qualità della pena, risiede semmai nel processo, nella certezza del diritto e nella certezza della pena. la certezza cioè che il colpevole sia individuato e processato, e condannato ad una pena, anche breve ma espiata immancabilmente. E' difficile dire q

uesto ad una opinione pubblica esasperata, assetata di giustizia, convincere ogni volta che la pena di morte è una semplificazione impossibile, una scorciatoia che non risolve anzi copre il problema vero: l'impunità e l'insicurezza sociale, le responsabilità di uno stato che non tutela, di una giustizia che non funziona, di un carcere che non riabilita. Ma se è difficile parlare ai parenti delle vittime e all'opinione pubblica dopo un grave fatto di sangue è compito della politica, è giusto che uomini eletti e responsabili di governo mantengano alto il senso dello stato, del diritto, della giustizia. Per questo è grave, ma non lo criminalizziamo, che un rappresentante del popolo, un senatore di alleanza nazionale risponda ad un grave fatto successo nella sua regione con la richiesta di ripristino della pena di morte. E' grave soprattutto la superficialità della proposta e l'ignoranza che non considerano quanto ormai irreversibile è stato acquisito dal nostro paese sul fronte dell'abolizione della pena di mor

te. L'anno scorso, grazie anche al voto dei parlamentari di AN, l'Italia ha abolito la pena di morte anche dai propri codici militari, ed ha ratificato il secondo protocollo al patto internazionale sui diritti civili e politici , un patto che impegna l'Italia irreversibilmente all'abolizione della pena di morte, nei confronti della comunità internazionale. E' compito della politica innanzitutto affermare un principio che vale contro ogni opinione pubblica o referendum popolare che dice che nessuno stato può disporre della vita di un suo cittadini. E' il principio scritto in una proposta di risoluzione che presenteremo all'ONU nel 1996, una proposta già approvata dalla camera dai deputati la settimana scorsa e sostenuta da oltre cento città, regioni e provincie italiane, da oltre ventimila firme di cittadini, raccolte nel Giro d'Italia contro la pena di morte. Il Tour abolizionista era partito da Bari il 24 luglio scorso e si conclude oggi a Vieste, sempre in Puglia, nella terra che ha dato i natali a Mar

iateresa Di lascia, che questa battaglia ha iniziato con il partito radicale e con la Lega Nessuno Tocchi Caino, da lei fondata nel 1993. Mariateresa non c'è più, la sua battaglia ora possiamo continuarla solo noi."

Sergio D'Elia

Segretario di Nessuno Tocchi Caino

Gazzetta del Mezzogiorno

0336-820521 Lino Patruno

080-5470442/250

080-5470488 fax

 
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