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Partito Radicale Marina - 22 agosto 1995
"L'Europa stanzia 30 miliardi per i profughi ma c'e' polemica sulla distribuzione"

BOSNIA, LITE SUGLI AIUTI

Bonino accusa serbi e croati: "Un nuovo Ruanda"

di Paolo Valentino

(Corriere della sera, 22 agosto 1995 pag.4)

BELGRADO - Sono 30, preziosi miliardi di aiuti ma anche di polemiche, quelli che Emma Bonino, commissario europeo responsabile per le azioni umanitarie, ha stanziato in favore dei 165 mila rifugiati serbi della Krajina e di croati e bosniaci espulsi dalle loro case in conseguenza dell'esodo.

E il suo viaggio di ricognizione nell'ex Jugoslavia, per verificare la situazione dei profughi e dare una prima valutazione dei bisogni per l'inverno in vista di nuovi stanziamenti, si e' gia' rivelato un serio imbarazzo per i governi di Zagabria e Belgrado.

Al suo arrivo nella capitale serba, la signora Bonino ha raccolto la clamorosa denuncia di un gruppo di deputati della minoranza ungherese al Parlamento di Belgrado: sarebbero almeno 60 mila (su un totale di 165 mila) i rifugiati della Krajina che il governo di Slobodan Milosevic ha gia' ricollocato in Vojvodina, regione ad alto rischio etnico, dove piu' di 300 mila dei suoi 2 milioni di abitanti sono di ceppo ungherese.

E' esattamente il tipo di approccio che la Commissione europea aveva chiesto ai governi beneficiari di evitare: "Non vogliamo essere all'origine di ulteriori tensioni etniche", aveva detto la Bonino. Invece, approfittando dell'attenzione rivolta da tutti gli osservatori al Kosovo, dove il 90 per cento della popolazione e' di etnia albanese, il governo serbo ha potuto portare a termine indisturbato l'operazione Vojvodina.

Di certo, la richiesta formulata dalla Bonino di gestire in modo "neutro" la ricollocazione dei rifugiati non dev'essere piaciuta ai leader serbi, che ieri hanno cancellato tutti gli incontri ufficiali previsti dal calendario.

Poco importa per gli aiuti ai profughi. I 20 miliardi di lire in prodotti alimentari, medicine e vestiti che sono stati destinati ai rifugiati serbi della Krajina, verranno come di regola distribuiti attraverso l'Alto commissario per i rifugiati dell'Onu, la Croce Rossa e le altre organizzazioni umanitarie.

Problemi sono sorti anche nella tappa croata della visita dell'inviata di Bruxelles. Emma Bonino ha detto di "aver visto una situazione tipo Ruanda" a Vojnic, nella Croazia centrale,dove 25 mila rifugiati musulmani sono bloccati "in condizioni inumane" per il rifiuto delle autorita' di Zagabria di accoglierli sul loro territorio. Sono seguaci di Fikret Abdic, il caporione musulmano che combatteva al fianco dei serbi di Krajina. "Non vogliono rientrare a Velika Kladusa, come propone il governo croato, per paura di rappresaglie da parte del V Corpo d'armata bosniaco. E da un punto di vista umanitario, noi non possiamo accettare che vengano forzati a farlo", ha detto la Bonino, che ha proposto alla Commissione di mobilitare in loro favore i fondi della riserva speciale, a disposizione dell'esecutivo comunitario per le emergenze. "Quanto alla loro destinazione, abbiamo suggerito un negoziato tra Abdic, i croati e i musulmani. Noi possiamo offrire solo osservatori e un sistema di monitoraggio".

Sono oltre 2200 miliardi di lire, gli aiuti umanitari gia' stanziati dalla Commissione eruopea dall'inizio della guerra nella ex Jugoslavia. Ma non tutti hanno potuto essere distribuiti, perche' le varie parti in conflitto hanno creato problemi di ogni genere ai convogli: "Negli ultimi sei mesi a Sarajevo e' arrivato appena il 13 per cento dell'aiuto necessario". I governi vorrebbero gestire direttamente l'aiuto, "noi pero' - spiega il commissario - ci atteniamo alla regola sacra della distribuzione attaverso le organizzazioni internazionali".

Ma la Bonino non si fa illusioni: "L'aiuto umanitario non e' una soluzione, opera dove la politica ha fallito e non deve costituire un alibi per nessuno". Tenenndo presente questo limite e' tuttavia possibile migliorarne l'efficacia "cercando di prepararlo per tempo". La decisione dell"Unprofor di ritirarsi da Gorazde, per esempio, "rischia di farci ritrovare con una nuova ondata di 60 mila profughi".

 
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