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Conferenza Partito radicale
Depetro Alessandro - 14 settembre 1995
Sono un consumatore di droghe leggere. Abituale fino a quando il
mercato lo permette, handicappato quando c'è carestia e converto con

40 Marlboro al dì (reminescenza infantile del delibato succhiotto).

La mia esperienza è passata anche attraverso la frequentazione di

eroinomani presso una piccola comunità laica dove collaboravo come

volontario e quello che ho potuto osservare è che coloro che usano

eroina non sentono alcuna necessità di hashish e marijuana. Molti,

fra coloro che "bucano", affermano di non sentirne assolutamente

l'effetto, altri che le droghe dolci agiscono come antagoniste sugli

effetti dell'eroina, causando forti mal di testa e malessere generale.

In buona sostanza il gruppo di eroinomani che fumano e si bucano è

molto esiguo.

E' però vero che il proibizionismo, in qualche modo favorisce il

passaggio tra lo spinello e la roba pesante. Più volte, quando

l'hashish non si riusciva a reperire, sono stato invitato dai "pusher"

assieme ad altri amici a provare la polverina che puzza di medicinale.

Così tanto per fare. Alcuni tra i miei amici ora si fanno, nelle

braccia, nelle gambe, sulle dita, un pò dappertutto, altri, come me,

attendono che la proposta abolizionista sulle droghe leggere si faccia

strada, piano piano, prima nelle menti dei parlamentari e da queste

nelle leggi dello Stato se non proprio illuminate, almeno

regolamentatrici di un mercato sommerso e che vede protagonisti

milioni di consumatori.

In effetti mi trovo anch'io piuttosto imbarazzato di fronte ad

indagini scientifiche che accusano l'assunzione di hashish, essere una

pratica pericolosa per la salute. Del resto, però, considero più

dannose le 40 Marlboro "compensative" di cinque o sei spinelli

giornalieri. E questo gli scienziati, credo, non siano ancora giunti a

spiegarlo, forse perchè dovrebbero mettere sotto accusa le

multinazionali del tabacco. Fumare fa male, fumare 40 sigarette fa

male, fumare 6 spinelli può far male ma è sicuramente meglio che

inalare 300 mg di condensato al giorno!

Esistono poi alcuni strumenti, molto ingegnosi (sorte di pipe ad

acqua) usati in Olanda dalle consumatrici in gonnella, che evitano

addirittura l'inalazione della nicotina e del catrame. Essendo

trasparenti è possibile, infatti, notare come le sostanze nocive del

tabacco rimangano intrappolate nell'acqua rilasciando unicamente la

sostanza psicotropa.

D'altro canto non mi sento neppure di dire che l'hashish o la

marijuana fanno del tutto bene. Ho potuto conoscere persone cui

l'assunzione della sostanza crea disturbi del comportamento, non tali

da degenerare in situazioni allarmanti, ma sufficienti da indurle a

rifiutarne l'uso. Parimenti ho osservato diverse persone consumatrici

abituali cui la mancanza della sostanza per alcuni giorni crea degli

scompensi comportamentali che evidenziano situazioni di stress

psicologico ed eccessivo nervosismo. Nella maggior parte dei casi,

essendo lo scopo dell'assunzione ricreativo, non ho riscontrato tra le

persone incontrate particolari anomalie fisiche o psicologiche sia

durante l'uso sia durante il periodo, diciamo così, di mancanza.

La questione medica e scientifica, poi, da un punto di vista politico

mi appare alquanto pericolosa se mediata tra due opposte posizioni.

Ciò che ne potrebbe venir fuori è che l'uso delle droghe leggere, per

legge, è regolamentato solo per quei casi in cui sussitano le

condizioni, i requisiti, le ipotesi di una malattia cui la marijuana

dà un effetto lenitivo. Mi pare che glaucomi, nausee, dolori mestruali

etc. rientrino nello spettro terapeutico della marijuana. In breve:

certificato medico per assumere marijuana. Sul modello della legge

n.194 in materia di interruzione di gravidanza.

A questa mania antiproibizionista (Gasparri non ha altre

argomentazioni) di rispondere agli avversari con dati sui presunti

effetti terapeutici delle non droghe rispondo con un principio che va

oltre tutto questo e che, da solo, potrebbe convincere anche i più

acerrimi oppositori che in definitiva lo Stato non ha diritto di

intervenire sul corpo dei propri cittadini, a meno che questi non

ledano terze persone. Una semplice ma fondamentale affermazione

libertaria, non vincolata a dogmi e ideologie, a religioni o visioni

del mondo che vanno per la maggiore. A malincuore ne sento parlare

molto poco, in particolare da coloro che considero tra le persone più

impegnate affinchè le leggi repressive sulle droghe siano abolite.

 
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