Se tutto va bene non mi noterà nessuno, ma io lo dico lo stesso:
il PR deve darsi una struttura territoriale, e per farlo deve rompere
definitivamente con il vecchio statuto, del '67.
So che questo attuale è molto diverso da quello, ma questo è un sottoprodotto
di quello, che dava pezzi di partito in mano al primo che passava.
Il vecchio statuto era nato nel paese autoritario del Papa e della
controriforma: era giusto così. Il vecchio Statuto permetteva a dieci
compagni di rappresentare di fatto (e qualche volta anche di nome) il
PR in un comune, e a cento di rappresentarlo in una regione.
Adesso noi non possiamo permetterci il lusso di avere dieci compagni
a Casavatore o a Vladivostok che usino il nome del PR per esempio,
per farsi propaganda per le comunali. Ma non dovremmo nemmeno
permetterci altri lussi, per esempio, quello di non dedicare tempo e cura
ai radicali iscritti ad un partito nazionale, diverso dal Movimento Pannella
in Italia e da "Radical!" in Francia). Non dovremmo permetterci il lusso
che tre radicali in una città non si conoscono, o non sanno manco di potersi
conoscere, e se per caso si incontrano, non sanno se hanno il diritto
di raccogliere firme per strada sulle petizioni del partito.
Io vedo i compagni del Club Pannella di Lecco, che sono bravi e simpatici,
ma hanno un assessorato da seguire, il consiglio comunale, quest'estate erano
allo stremo delle forze e per la Bosnia non erano in grado di fare niente.
Domani vado da loro ad aiutarli: per i referendum. Belli i referendum,
bellissimo Pannella, che un altro al posto suo col cazzo che faceva ancora
politica, ma io preferivo occuparmi della Bosnia, gli Italiani hanno quello
che si meritano. E per me, Lecco potrebbe anche sprofondare con tutte le
sue cinaquanta banche e le sue tre librerie: altro che seguire i consigli
comunali!
Allora? Farei che nello Statuto radicale, come esiste una struttura
prestabilita per i parlamentari, esista anche una struttura prestabilita per
quelli che vogliono fare i semplici militanti: *gerarchica*, anzi militare:
con il quartier generale, i comandi regionali, i capitani e i caporali, come
fece, a metà del secolo scorso l'Esercito della Salvezza, per essere
all'altezza dei problemi del suo tempo.
Andrebbe stabilito cosa deve essere comandato dall'alto e cosa può decidere
in autonomia un gruppo locale. Quali cariche siano elettive e quali siano
di nomina del segretario. Perché gerarchica? Perché bisogna tenere insieme
gente di partiti diversi, che può anche o litigare, o perdersi in cose
che non ci riguardano (gli assessorati di Vladivostok) o usare la struttura
e il nome del PR. Fermo restando che l'iscritto al PR può fare e non fare
ciò che gli pare. Ci vuole insomma uno che telefona all'ex-iscritto e gli
dica: "Pronto?.. sono del Pr... no, quello transnazionale... sì, guarda,
Pannella sarà un fetente, ma adesso c'è la Bosnia, hanno firmato anche
questo e quello..."
--- MMMR v4.00reg * Nos quoque poma natamus