di Maurizio Galvani
il manifesto, 4 ottobre '95, pag. 15
Sabato, a Roma, la manifestazione anti-blocco economico. Il »Washington Post : Clinton darà il visto a Castro per partecipare alle celebrazioni delle Nazioni Unite.
Roma. Bill Clinton sarebbe disposto a rilasciare il visto d'ingresso al presidente cubano Fidel Castro, per permettergli di presenziare alle celebrazioni del 50. anniversario della fondazione delle Nazioni Unite. La notizia riportata sul numero, in edicola ieri, del quotidiano Washington Post ha provocato aspre polemiche negli Stati Uniti, soprattutto da parte repubblicana (in testa il senatore Bob Dole, Helms e Burton). Ispiratori del progetto di legge approvato la settimana scorsa alla Camera Usa (240 voti a favore contro 130 contrari) che inasprisce il blocco economico, già operante nei confronti di Cuba.
Il piano Helms-Burton, definito come »Legge per la libertà e la solidarietà democratica cubana consta di tre capitoli ben definiti: il primo prevede un indurimento delle sanzioni internazionali contro il governo di castro; la seconda parte tratta la possibilità di aiuto economico-politico ad una Cuba (per il futuro libera ed indipendente) ed un capitolo che riguarda la protezione dei diritti di proprietà dei cittadini stranieri in suolo straniero. Nelle premesse come nelle conclusioni vengono delineati i motivi guida della legge: »inasprire le sanzioni economiche verso Castro e Cuba, per facilitare elezioni democratiche nel paese e giungere così alla definizione di un governo, prima di transizione e, successivamente, di legittima sovranità dei cubani . Vengono, nella migliore tradizione, rispolverati i linguaggi da guerra fredda ad esempio quando si chiede a Clinton »di proporre in sede di Consiglio di sicurezza dell'Onu un embargo internazionale obbligatorio contro il governo totalitario di Castro .
Nonostante in tre votazioni successive - nel '92, '93 e '94 - la comunità internazionale, tranne rarissime eccezioni, abbia bocciato l'imposizione del blocco economico contro Cuba. Inoltre, nel progetto di legge viene richiesto »una proibizione totale al commercio e al sostegno finanziario - anche indiretto - verso l'isola caraibica . In particolare, »a qualsiasi cittadino o agenzia statunitense, è vietato di fornire prestiti ad uno straniero che baratta una proprietà confiscata dal governo cubano, che invece apparteneva ad un cittadino degli Stati Uniti . E' vietato qualsiasi tipo di commercio libero e soprattutto, quello non regolato dalle leggi di mercato. Viene specificato »che in questo comparto vanno compresa sia il petrolio e i suoi derivati sia i prodotti di base (guarda caso lo zucchero e i prodotti minerali). »Per impedire che il governo cubano continui a beneficiare di importazioni sotto la veste di donazioni, concessioni e sussidi ; »che continui ad esportare con intercambio a prezzi favorevoli
. Si rinnova anche la richiesta - da inoltrare per tramite del segretario al tesoro Usa - »di impedire al governo cubano di accedere a qualsiasi istituzione di credito internazionale, ad esempio il Fmi, il Banco Internacional de Reconstruciòn y Desarrollo .
Contro l'embargo e per rinnovare la disapprovazione verso questo progetto di legge che ora dovrà essere approvato al senato Usa (dove c'è maggiore equilibrio fra democratici e repubblicani) è convocata la manifestazione nazionale di sabato a Roma organizzata dall'Associazione Italia-Cuba. A questo appuntamento - che prevede un corteo che partirà alle ore 15,00 da piazza Esedra per concludersi a piazza Santi Apostoli - stanno dando, finora, la loro adesione molte associazioni, gruppi politici e singoli cittadini. Un impegno è stato preso anche ad un gruppo di parlamentari di Forza Italia, del gruppo Progressisti-Federativo, di rifondazione comunista e Lega Nord): in commissione esteri è stata presentata una mozione che vuole impegnare il governo italiano ad esprimere un voto favorevole alla revoca dell'embargo economico nei confronti di Cuba, in occasione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite .
CUBA-USA: Tantissimi »no alla proposta Helms-Burton
di Maurizio Galvani
il manifesto, 4 ottobre '95, pag. 15