IL PROBLEMA DI CUBA NON E' SOLO L'EMBARGO
di Paolo Pietrosanti*
Embargo o non embargo... Ma è davvero questo il problema per Cuba? E' davvero soltanto l'embargo statunitense che costringe l'isola alla miseria? Sembra quasi si ignori che Cuba e vissuta per decenni in uno stato di economia esclusivamente assistita, e in un regime che, dal punto di vista economico, della distribuzione delle risorse, ha favorito e creato una classe dominante spesso o spessissimo corrotta; tanto da produrre faide interne, scontri sommersi. Di rado o quasi mai per ragioni ideali o ideologiche; assai più spesso tesi a denaro e ricchezze. A spese dei Cubani.
Se può fare comodo concentrarsi sul punto dell'embargo, e sulle pur giuste e importanti ragioni umanitarie che apparentemente sconsiglierebbero il permanere della chiusura commerciale, non c'è dubbio che il problema di Cuba è altrove. I detenuti politici e di opinione cubani sono svariate centinaia. E vivono in condizioni indegne.
Tra questi c'è Francisco Chaviano Gonzalez, che sta conducendo dal 12 settembre uno sciopero della fame. Dal 12 settembre scorso.
E' stato condannato a 15 anni, Chaviano. Da un tribunale militare, sulla base di prove artificialmente create a tavolino. Davanti alla corte è giunto drogato. Non ha potuto difendersi, non gli è stato consentito di essere difeso da un collegio internazionale di avvocati.
E' l'embargo il problema di Cuba?
Nell'isola si può essere arrestati per nulla, perché ti vedono parlare in strada con altri. Se vogliono possono arrestarti. E creare prove artificiali, sbatterti dentro.
E' l'embargo il problema di Cuba?
Ad onta di quel che pure si legge sui giornali, l'apertura alla iniziativa imprenditoriale privata non esiste, a Cuba. Possono investire gli stranieri, insieme alle aziende di stato cubane. I Cubani, no. "Non ne sarebbero capaci, non ne sarebbero attrezzati culturalmente" ha detto Fidel Castro in Parlamento. Il popolo è bue, e i dollari deve gestirli il regime, i dollari degli investitori stranieri, come i dollari guadagnati grazie al turismo sessuale.
E' l'embargo il problema di Cuba?
Intanto Francisco Chaviano Gonzalez è in carcere condannato a 15 anni, e sta conducendo uno sciopero della fame dal 12 settembre scorso. Francisco è uno dei più importanti leaader della dissidenza cubana. E' un nonviolento. E' il Presidente del Consiglio Nazionale di Cuba per i diritti civili, ed è iscritto al Partito Radicale, al transpartito transnazionale.
Il PR ha lanciato un appello internazionale per lui, per il simbolo che è divenuto, per la forza nonviolenta che sta ponendo in questa battaglia. Con il Citizens Commettee for a Democratic Cuba e con il Directorio Revolucionario Democratico Cubano, il PR ha lanciato un appello internazionale che è rivolto al Segretario Generale delle Nazioni Unite, al Parlamento Europeo, ai parlamenti nazionali, allo stesso Presidente Castro, che chiede null'altro che il rispetto dei diritti più elementari di Francisco e di tutti i detenuti cubani, la riforma, intanto, delle norme più assurdamente in contrasto con i principi più basilari dei diritti umani, e altre semplici cose: la liberazione di Francisco e la revisione del suo processo; la possibilità di essere patrocinato da un collegio di difesa internazionale; l'amnistia generale per i detenuti politici e di opinione; la riforma del codice penale e della Costituzione cubani; l'abolizione della pena di morte.
Poi, certo, potrà e dovrà parlarsi di embargo. Poi.
Il digiuno nonviolento di Francisco Chaviano testimonia ancora una volta che esiste anche un bisogno di diritto e di diritti, di democrazia e di libertà. E che anche quello è un bisogno di pane e nutrimento.
Sospendere, interrompere l'embargo è giusto, almeno quanto è giusto e urgente che l'embargo che blocca tutti i Cubani venga interrotto.
All'appello internazionale per Francisco Chaviano Gonzales, lanciato a New York, Madrid e Roma, si può aderire: Via di Torre Argentina 76, 00186 Roma (tel.: 06/689791).
* Consigliere Generale del PR