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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Paolo - 11 ottobre 1995
CUBA
L'Opinione, 11 ottobre 1995 - pagina di Radio Radicale

DIGIUNO IN CARCERE, A CUBA

di Paola Martina - traduzione di Annamaria Reyes Serrano

Francisco Chaviano Gonzalez è in carcere a Cuba, condannato a 15 anni di reclusione. Abbiamo sentito sua moglie, Ana Aguililla. Francisco è un iscritto al Partito Radicale, e uno dei leader più importanti della dissidenza cubana.

"Non abbiamo contatti diretti con mio marito sin dal sedici del mese scorso. Non possiamo sapere lo stato reale in cui si trova. Non ci e' stato permesso di vederlo" - dice Ana al telefono dalla sua casa a l'Avana.

Sai che il Partito Radicale ha lanciato un appello internazionale per Francisco?

Sì, sono stata informata che il Partito radicale sta facendo una campagna in suo favore, e vi ringrazio moltissimo.

Ana, la linea potrebbe essere tagliata da un momento all'altro. Ma vorrei comunque che tu raccontassi agli ascoltatori la vicenda, questa vicenda di Francisco.

Dal 1991 mio marito ha ricevuto diverse minacce da parte della Seguridad del Estado perché abbandonasse il lavoro che stava svolgendo a favore dei diritti civili a Cuba e che smettesse soprattutto di lavorare alla raccolta di dati sui desaparecidos. Nel 1992 Francisco denuncia tali minacce davanti al Tribunale e invece di ricevere risposta si verifica una serie di aggressioni in casa, sempre più pericolose; già nel 1994, dopo le ultime aggressioni, mio marito presenta di nuovo la denuncia sia al Tribunale che al Consiglio di Stato. A maggio è stato arrestato. L'arresto avviene pochi minuti dopo che un ragazzo si era presentato a casa nostra per consegnare un documento che non riguardava mio marito, e che lo ha compromesso. Non aveva nulla a che fare con il suo lavoro. Un documento che parla di segreti di economia. Il ragazzo che lo porta se ne va velocemente. E mio marito appena si rende conto del contenuto del documento capisce che si tratta di una trappola. Ne parla ad alta voce ma già in quel momento en

trano dalla porta degli individui della polizia che lo portano in salotto, lo mettono seduto, e gli spiegano che vengono in qualità di agenti della Seguridad del Estado e che hanno l'ordine di perquisire. Dopo una perquisizione minuziosa, lo portano via. E' stato detenuto per dodici mesi presso l' Organo de Seguridad del Estado Villa MAristas dopo una lunga istruttoria durante la quale la sua avvocata ha avuto gravissime difficoltà ed impedimenti ad assisterlo e ad ottenere i documenti necessari. In pratica, gli si è impedito di difendersi. Quindi abbiamo chiesto al Ministero della Giustizia di permettere che Francisco fosse difeso da avvocati Cubani residenti all'estero. Ma questo non è stato autorizzato e Francisco è stato patrocinato da un avvocato d'ufficio. Non gli è stato permesso di difendersi correttamente. E' stato accusato di rivelazione di segreti di stato e falsificazione di documenti, Non ci è stato permesso presentare né le prove né i testimoni a discarico. E il magistrato ha chiesto quindici a

nni di privazione di libertà e siccome non potevamo accettare né questo processo né le sue modalità, abbiamo ricorso in seconda istanza e in questo appello il governo ha ratificato la condanna di quindici anni per mio marito.

Si sono ripetute le stesse identiche cose, le stesse bugie che si erano dette nel primo giudizio. E dunque ha presentato ricorso al Tribunale Supremo che qui viene chiamato Revisione del Caso o Ispezione Giudiziaria. Da quando Francisco ha presentato questo ricorso sono iniziate nuove tensioni in carcere. Le cose sono arrivate ad un punto tale che Francisco ha deciso di iniziare lo sciopero della fame chiedendo che il giudizio fosse revocato e che egli fosse rispettato come prigioniero politico di coscienza.

Francisco è in sciopero della fame dal 12 settembre.

No, il 12 settembre ha cominciato a rifiutare il rancio del penitenziario. Lui non era ancora pienamente in sciopero della fame. Si è dichiarato in sciopero della fame dal sedici quando ha scritto una lettera al Presideente Castro in cui gli fa sapere il perché dello sciopero della fame e le sue richieste.

Ana, ti mandiamo un abbraccio e stiamo lottando per Francisco, per la democrazia a Cuba.

Grazie per quello che state facendo. Vorrei dire che recentemente, le autorità del centro penitenziario dove si trova mio marito mi hanno detto che le sue condizioni di salute sono buone, e che ha interrotto lo sciopero della fame. Ma queste notizie sono smentite dal fatto che a me non è stato permesso ancora di vederlo. E io dico che finché non mi sarà permesso di vederlo io non posso credere a quel che mi dicono, giacché noi siamo stati vittime di molte aggressioni e bugie. Ed io non posso credere a niente finché non lo vedo.

Ma non possono vederlo nemmeno degli avvocati?

No, non esiste nessuna possibilità. Neanche per un prete. Fino a questo momento non c'è stata nessuna possibilità. Io ho la speranza che nei prossimi giorni cambi la situazione, perché abbiamo ricevuto dei consensi internazionali e molte personalità si sono interessate, ed io spero che possa cambiare l'atteggiamento nei suoi confronti e che potremo vederlo.

 
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