LA FIAT STRIZZA L'OCCHIO ALLA CINA: "ABBIAMO L'AUTO CHE FA PER VOI"
Incontro riservato ieri a Milano tra il Primo Ministro di Pechino Li Peng e l'Avvocato Agnelli
Di Marina Rini
Ecologisti e radicali manifestano contro i test nucleari
Sono sbarcati quasi clandestinamente ieri a Milano, il Primo Ministro cinese Li Peng e una delegazione di un centinaio di persone tra le quali in vice premier Luo Gan, il Direttore generale dell'industria nucleare e tutti i ministri economici della Repubblica Popolare Cinese.
Proprio nel capoluogo lombardo si è concluso infatti un tour promozionale che ha presentato, in numerosi paesi, la nuova politica industriale cinese agli investitori stranieri. Lontano dai riflettori e dagli impegni mondani, si sono svolti una serie di incontri. Primo tra tutti quello, riservatissimo, con l'Avvocato Gianni Agnelli, accompagnato da Cesare Romiti e Paolo Cantarella.
La Cina ha indetto una gara a livello mondiale per trovare un'automobile che convinca i cinesi ad abbandonare la bicicletta. La Fiat auto è una delle 22 case automobilistiche internazionali che partecipano alla competizione. "Il Primo ministro Li Peng ha voluto incontrare Gianni Agnelli e gli amministratori della Fiat per valutare la possibilità di lavorare insieme", dice Shen Guofang, il portavoce del Premier cinese. "Ma anche gli altri investitori italiani sono i benvenuti nel nostro paese - aggiunge Guofang - però la concorrenza si è fatta forte in Cina e quindi daremo la preferenza a società forti con tecnologia avanzata come la Fiat".
Ma qual'è l'automobile che può conquistare i fedeli del vecchio Deng Xiao Ping? Non è facile soddisfare i gusti dei politici cinesi, combattuti tra il conservatorismo politico e il dinamismo economico. L'Avvocato Agnelli ci ha provato portando a Milano il prototipo dell'autovettura. L'imponente servizio di sicurezza ha impedito all'unica giornalista presente di sbirciare l'automobile che pare piacere tanto ai dirigenti cinesi. Abbiamo chiesto al responsabile delle comunicazioni dell'azienda torinese di svelarci il segreto: "Sì, è vero - dice Sandro Casazza - stiamo concorrendo alla gara con una macchina destinata al mercato del cinese medio. Il modello è a metà strada tra una Punto e una Bravo. Si chiama World Car 178 e non è una novità assoluta: In America latina andrà in produzione già all'inizio del '96. In ogni modo fino ad allora vorremmo che nessuno ce la copiasse, quindi il modello rimane top secret".
La visita del Primo Ministro non è però rimasta segreta a lungo. Attorno a mezzogiorno, davanti al palazzo della Giureconsulta, ha fatto irruzione uno sparuto gruppo di ambientalisti, creando qualche problema ai poliziotti che tentavano di tenere a debita distanza i manifestanti. Armati di cartelli e striscioni completamente bianchi, hanno ammonito gli imprenditori che si apprestavano ad incontrare i Cinesi, a non fare accordi economici con "i paesi che minacciano la pace mondiale". La Cina è infatti l'unico, dei cinque paesi che ufficialmente detengono armi nucleari, a non avere mai aderito al Trattato di non Proliferazione e a non avere mai interrotto i test.
La visita della delegazione cinese con gli imprenditori italiani non è piaciuta neanche a Olivier Dupuis, Segretario del Partito Radicale a Bruxelles: "La manodopera a bassissimo costo viene prelevata dai campi di concentramento, dalle carceri e a volte tra i bambini. Il Partito Radicale chiede alle aziende italiane che intendono partecipare a joint-venture con la Cina, di accertarsi che non venga impiegata forza lavoro dei lager". " Crediamo - aggiunge Dupuis - che ogni accordo commerciale o economico non possa prescindere dalla verifica di queste circostanze".