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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Olivier - 18 ottobre 1995
Esperanto: lettera agli eurodeputati

Bruxelles, li 17 ottobre 1995

Egregio Signor Deputato,

Come Lei ben sa, constatandone gli effetti attraverso il Suo lavoro di europarlamentare, l'Europa si deve confrontare in modo crescente con il problema della comunicazione: sia per quanto riguarda il funzionamento delle sue istituzioni, sia per quanto concerne la vita dei suoi cittadini.

Il primo aspetto della questione ha anche effetti rilevanti sulle finanze dell'Unione, e quindi sui cittadini-contribuenti, incidendo ad oggi nell'insieme delle sue istituzioni per oltre il 40% delle spese (il massimo si tocca alla Corte di Giustizia con quasi il 60%). Inoltre, e nonostante l'istituzione del mercato unico, la libertà di movimento - e quindi di lavoro - rimane, particolarmente per le classi meno agiate, molto relativa e lo rimarrà fino a quando l'Unione non si sarà dotata di uno strumento di comunicazione agile, facilmente accessibile a quanti non abbiano conseguito un diploma di livello superiore o universitario.

E questo mentre s'avvicina un ulteriore pericolosissimo concorrente del Grande Mercato europeo: la costituzione - prevista per il 2005 - del mercato delle due americhe che, a differenza di quello europeo, avrà una mobilità di lavoro e notevoli occasioni di sviluppo grazie al fatto di essere un'area linguistica sostanzialmente anglo-ispanica.

E' vero che oggi - ne conveniamo con tranquillità - l'inglese tende ad assumere il ruolo di lingua di comunicazione europea e mondiale. Ma questo fenomeno non è certamente neutro come molti vorrebbero invece lasciar intendere. Scegliere l'inglese (cosa diversa dal subirne il predominio, come accade oggi) potrebbe anche essere una soluzione. Comporterebbe però, secondo noi, dei rischi enormi. In particolare sancirebbe l'ineguaglianza tra chi è di lingua madre inglese e chi non lo è, tra chi parla l'inglese di Shakespeare (pochissimi tra i non anglosassoni) e chi parla l'"inglese dei piloti" (la stragrande maggioranza dei non anglosassoni).

Per queste ragioni (e molte altre sulle quali, se l'argomento Le interessa, potremmo fornirLe ricerche e studi universitari), crediamo sia giunto il tempo di inscrivere all'ordine del giorno dell'Europa, e in primo luogo delle sue istituzioni, la questione della comunicazione e della democrazia linguistica. Cosa che potrebbe essere fatta proponendo da subito l'introduzione dell'esperanto come lingua ponte per le interpretazioni e le traduzioni e come lingua di riferimento giuridico per poi affrontare in un secondo momento la questione dell'introduzione dello studio dell'esperanto come seconda lingua in tutte le scuole dell'UE.

Per cominciare a raccogliere le forze di quanti credono che questo sia effettivamente un grave problema, da affrontare con urgenza, Le sottoponiamo il testo di un appello (che ci auguriamo Lei voglia quanto prima rimandarci con la Sua adesione ai nostri fax 284.91.98, 284.91.97) così come La invitiamo a redigere, come altri Suoi colleghi del Parlamento europeo - sollecitati dai nostri amici esperantisti - hanno già fatto, una breve dichiarazione nella quale si sottolinei l'importanza di affrontare la questione linguistica.

Nella speranza di poterLa contare tra quanti vogliono porre con forza e urgenza questo problema all'attenzione dell'opinione pubblica e delle istituzioni europee, La preghiamo di gradire i nostri più cordiali saluti.

Giorgio PAGANO Olivier DUPUIS

Segretario dell'Associazione Segretario del Partito Radicale

Radicale "Esperanto" transnazionale e transpartito

 
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