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Partito Radicale Hands - 19 ottobre 1995
PENA DI MORTE. PRIMA CONFERENZA PANARABA SULL'ABOLIZIONE
di Emanuele Giordana - Il Mattino, 18 ottobre 1995

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Caino non ha più soltanto la faccia dell'occidente cristiano.

La battaglia che da alcuni anni la lega abolizionista della pena di morte »Nessuno tocchi Caino sta conducendo nel mondo ha raggiunto in questi giorni a Tunisi un risultato importante: quello di riunire nella prima conferenza panaraba sulla pena capitale i principali paesi musulmani consegnando al volto di Caino, scelto a simbolo del colpevole la cui vita umana viene comunque risparmiata, le fattezze magrebine o quelle più olivastre del Libano, della Palestina, del Golfo.

Nella »due giorni tunisina si è molto dibattuto sulla relazione tra leggi dello Stato e insegnamenti coranici con alcune interpretazioni estremamente innovative tra cui quella del noto giurista egiziano al Ashmawi, che ha negato che nelle parole del Profeta esista un invito a eseguire la legge capitale.

Un passo avanti che la lega ha fatto in questi anni spingendo perché l'Onu (il prossimo appuntamento è per il dicembre 1996) voti e adotti una risoluzione su una moratoria internazionale di cinque anni che sospenda (intanto) le esecuzioni capitali.

»Una riflessione - spiega il segretario della Lega Sergio D'Elia - che vorremmo preluda ad un obbiettivo maggiore e cioè l'abolizione della pena di morte nel mondo . Attraverso quali passi? »Intanto la moratoria - continua D'Elia - e poi, nel contempo, una battaglia perché nella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo sia aggiunta un'integrazione bandisca la pena capitale come già avviene per la schiavitù e la tortura .

Questo è tanto più importante, secondo »Nessuno tocchi Caino , perché in questo modo la legislazione internazionale servirà d'appiglio a quei governi che per motivi interni (spesso una forte pressione dell'opinione pubblica) vi possano fare riferimento, come ha in sostanza suggerito il ministro di Giustizia tunisino Chabane.

L'Europa è già sulla buona strada, commenta Emma Bonino, commissaria dell'Ue agli aiuti umanitari »ma c'è ancora molto da fare: per esempio inserire l'abolizione nella Carta dei diritti dei cittadini che dovrà essere uno dei testi chiave nella futura revisione del trattato di Maastricht .

E l'Italia? Per una volta fa bella figura. E' stato il paese, ricorda il deputato dei riformatori Strik-Lievers »a sostenere la mozione che fu presentata un anno fa (e bocciata per pochi voti) ed adesso sarà nuovamente Roma a rilanciare in sede Onu la proposta abolizionista .

Com'è noto il Parlamento italiano i è espresso all'unanimità per l'abolizione della pena capitale e gli abolizionisti contano su un movimento »trasversale ai partiti.

La prima mozione di moratoria presentata all'Onu, nel dicembre del '94, non passò a causa di un emendamento di Singapore che, sostenuto dagli Stati Uniti, capeggiò la rivolta contro gli abolizionisti in nome della non ingerenza negli affari interni, un »motto classico delle »democrazie guidate dell'Asia.

Ma a Singapore si unirono i paesi arabi con l'eccezione della Tunisia che si astenne. Per questa è stata tanto importante questa prima conferenza a Tunisi dove la parola »abolizione della pena di morte è stata scritta in caratteri arabi.

 
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