Mozione parlamentare sulla situazione in Tibet depositata alla Camera dei Deputati dagli On. Lorenzo STRIK LIEVERS, Aldo TRIONE ed altri
La Camera dei Deputati,
considerando
- che in tutta la sua storia il Tibet è riuscito a conservare un'identità nazionale, culturale e religiosa distinta da quella della Cina fino a che tale identità non ha cominciato a essere erosa a seguito dall'invasione cinese;
- che, prima dell'invasione cinese del 1949, il Tibet era riconosciuto de facto da numerosi Stati e che esso costituisce un territorio occupato ai sensi dei principi stabiliti dal diritto internazionale e dalle risoluzioni delle Nazioni Unite;
- che per cio' l'invasione e l'occupazione del Tibet da parte della Repubblica Popolare Cinese sono da considerarsi illegali;
- che pertanto il Dalai Lama e il governo tibetano in esilio appaiono in sostanza i leggitimi rappresentanti del popolo tibetano;
- che, in seguito ai massicci trasferimenti di popolazione di etnia cinese in Tibet, i Tibetani sono ormai minoranza nel proprio Paese;
- che l'incremento di tali trasferimenti di popolazioni attuato in questi ultimi mesi rischia di provocare a breve scadenza la pura e semplice scomparsa del popolo tibetano;
- che la Republica Popolare Cinese ha messo in atto un regime di polizia e di controllo e attua una politica di sistematiche violazioni dei diritti fondamentali della persona (attraverso, tra l'altro, aborti obbligati, sterilizzazioni forzate e di massa delle donne, torture, rapimenti, scomparsa di persone, ecc.);
- che il popolo tibetano presenta peculiarità uniche di cultura, lingua e religione;
- vista la risoluzione sull'invasione e l'occupazione del Tibet e la repressione della sua popolazione da parte delle autorità cinesi, approvata dal Parlamento europeo il 13 luglio 1995 (B4-0963), convergente con quella approvata dal Congresso americano il 28 ottobre 1991 (H.R. 1415);
- vista la risoluzione adottata dalla Commissione Esteri della Camera dei Deputati il 12 aprile 1989 "per una soluzione pacifica della questione tibetana";
- ritenendo opportuno che il Parlamento italiano operi perché il Parlamento tibetano in esilio venga ammesso all'Unione Parlamentare Internazionale;
impegna il governo a:
1. chiedere al Governo della Repubblica Popolare Cinese di interrompere immediatamente i trasferimenti, da esso incoraggiati ed organizzati, di popolazioni cinesi in Tibet e di iniziare il processo di decolonizzazione del Tibet restituendo ai tibetani le terre, le colture, le case espropriate durante i 40 anni di occupazione;
2. proporre che il mandato del Comitato sulla Decolonizzazione delle Nazioni Unite sia esteso alla questione della decolonizzazione in Tibet;
3. assumere le iniziative necessarie per ottenere che al governo tibetano in esilio venga attribuito presso le Nazioni Unite il medesimo status che a suo tempo fu riconosciuto all'Organizzazione di Liberazione della Palestina in rappresentanza del popolo palestinese;
4. chiedere al governo cinese di porre fine alle violazioni dei diritti della persona e di garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei popoli e degli individui nel Tibet;
5. favorire ogni iniziativa intesa a risolvere il problema sino-tibetano mediante il dialogo politico;
6. chiedere al governo della Repubblica Popolare Cinese e al governo tibetano in esilio di avviare negoziati in tal senso;
7. manifestare in tale contesto il sostegno dell'Italia agli sforzi esplicati dal Dalai Lama per ripristinare pacificamente le libertà culturale e religiosa del popolo tibetano, nonché il suo diritto alla autodeterminazione;
8. operare affinché la questione tibetana venga iscritta all'ordine del giorno dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e venga presa in esame dalla Commissione sui Diritti dell'Uomo;
9. assumere in tutte le sedi internazionali pertinenti iniziative coerenti con gli obiettivi definiti dalla presente mozione;
10. di trasmettere la presente mozione al governo cinese, al Dalai Lama, al governo e al Parlamento tibetano in esilio e al Segretario generale delle Nazioni Unite.