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Partito Radicale Centro Radicale - 7 novembre 1995
UE/ex jugoslavia

La proposta del dopo Maastricht

L'Ex jugoslavia? Deve entrare in Europa

di Riccardo Orizio

Corriere della Sera, 4 novembre 1995

La pace in Bosnia non passerà solo attraverso una soluzione militare: Per avere speranze di sopravvivere alle eterne turbolenze dei Balcani, la pace dovrà passare anche attraverso le forche caudine di un piano politico. E se i generali della Nato stanno già contando i reparti da inviare sul campo, nei pensatoi diplomatici si stanno studiano le possibili soluzioni. Una viene dalla rivista di geopolitica limes. Con un articolo di Lucio Caracciolo e Michel Korinman - pubblicato in questi giorni da diverse testate europee - limes chiede che l'Europa faccia un gesto di generoso egoismo, o se si preferisce di egoistica generosità: cioè che apra le porte alle Repubbliche dell'ex Jugoslavia e all'Albania. In pratica un baratto. Anzi, una proposta di pacificazione e di sviluppo dei Balcani basata su uno scambio geopolitico: la progressiva reintegrazione tra loro degli slavi del Sud e degli altri popoli della regione, fatte salve le frontiere uscite dalla guerra, come premessa necessaria per la loro integrazione in Eu

ropa Un progetto - denominato Euroslavia - che può sembrare bello e impossibile. Ma che invece scaturisce da un ragionamento che si sforza di comporre i nostri interessi con quelli dì tutti, gli Stati dell'ex Jugoslavia. Come dire: portare la Bosnia, Croazia, Serbia, Montenegro, Slovenia e anche Albania nel cuore dell'Unione Europea conviene, per prima cosa, agli europei stessi. L'alternativa è la creazione di un muro tra l'Europa e i Balcani. Con lo scivolamento della Serbia nel campo russo, la nascita di piccoli Stati etnicamente omogenei magari afflitti da tendenze autoritarie e la riduzione della Bosnia-Erzegovina a una nazione-ghetto, minacciata dalla superiorità militare ed organizzativa di Croazia e la Serbia. Ma la scommessa è ancora più grande. L'Europa di Maastricht è ormai morta e sepolta, anche se nessuno ha il coraggio di ammetterlo - dice Caracciolo - Eu- roslavia è la vera alternativa a Maastricht ed un progetto che ci pio' far uscire dalle palude del monetarismo. Giusto. Io da tempo sostengo

che le Repubbliche ex jugoslave devono entrare in Europa Il ministro degli Esteri bosniaco Sacirbey mi ha anche preannunciato una richiesta formale di adesione - rilancia Emma Bonino, il commissario europeo che in questi mesi ha seguito l'emergenza umanitaria. - É miope vedere tutto in termini militari, Ci vuole una soluzione politica diplomatica. Certo, ci vorranno periodi più o meno lunghi di transizione. E bisognerà modificare le istituzioni comunitarie. Se l'Europa diventa a 20 o a 25 sarà impossibile mantenere il voto all'unanimità del Consiglio. Anzi, già oggi che i Paesi membri sono quindici la questione si pone.. Emma Bonino vede addirittura l'integrazione in Europa della Bosnia come la soluzione alla guerra. Secondo limes il loro processo di integrazione potrà partire solo quando il piano di pace verrà firmato. Su entrambe le ipotesi dissente Livio Caputo, senatore di Forza Italia ed ex sottosgretario agli Esteri: -E' la peggioretrovata su un tema dove di cattive idee ne sono circolate parecchie. Pe

rché? Non è pensabile privilegiare Paesi che hanno messo a repentaglio la sicurezza del Continente rispetto ad altri, come Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia, che stanno guadagnandosi l'ingresso in Europa con serie e severe riforme economiche e politiche. Premiare i "cattivi" invece dei "buoni" è un paradosso. Per non dimenticare che al centro dell'Europa c'è il mercato unico: e farvi entrare Paesi ancora nel più completo caos economico è impossibile. Gian Giacomo Migone, presidente della commissione Esteri del Senato, non ha invece dubbi: L'Europa deve crescere non solo sul libero mercato, ma se diventa fonte di stabilità. L'Europa non può contare sulla prosecuzione dell'impegno americano nel medio-lungo termine: dovremo fare da soli. Dobbiamo dare a questi Stati una prospettiva ravvicinata prima di associazione e poi di adesione all'Unione e insieme garantire un piano di aiuti economici. In cambio dobbiamo chiedere il rispetto del Trattato di Helsinki, cioè dei diritti umani, delle minoranze e delle front

iere. L'Italia, presidente di turno dell'Europa durante la conferenza di revisione di Maastricht del '96, dovrebbe adottare la proposta, dice Migone. -Abbiamo compiuto molti errori in pas-

sato. Siamo passati da un'eccessiva difesa dell'ex Jugoslavia all'accettazione del piano tedesco e vaticano sul riconoscimento di Croazia e Slovenia. Così riprenderemmo l'iniziativa.

 
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