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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Olivier - 14 novembre 1995
PE/Ex Jugoslavia: proposta di risoluzione

In assenza di accordo del gruppo ARE, questa proposta di risoluzione sulla ex Jugoslavia, preparata da Sandro Ottoni, non si è potuto depositare.

Il Parlamento europeo

- considerato che i colloqui attualmente in corso a Dayton negli Stati Uniti appaiono come l'ultimo estremo tentativo di affrontare attraverso il dialogo e la trattativa una situazione altrimenti avviata ad un confronto militare di imprevedibile portata;

- considerato che tale trattativa e fondata su ipotesi di compromesso e di spartizione che mettono in forse sia i principi di diritto internazionale sul riconoscimento e la sovranita degli stati, sia i mandati del Tribunale internazionale sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia;

- considerato che tale trattativa e deliberatamente limitata ad alcune questioni e ad alcuni interlocutori invece che aperta a tutti i problemi che impediscono ed impediranno il conseguimento di una pace duratura, e particolarmente le questioni:

* dei diritti umani violati in Kossovo;

* dello status politico del Kossovo;

* dello status politico della Macedonia;

* dei diritti umani violati in Vojvodina a danno delle minoranze residenti;

* delle aspirazioni indipendentiste della popolazione del Montenegro e dell'impossibilita di questa di esprimerle democraticamente;

* delle insufficienti garanzie, da parte delle autorita croate a favore dei serbi di Croazia, per un loro ritorno alle proprie abitazioni;

* della crisi sempre piu evidente nei rapporti tra croati e musulmani di Bosnia che si esprime nei tentativi di definire militarmente le reciproche zone di influenza e della quale ultimo preoccupante segnale e il rapporto del "sindaco europeo" di Mostar, Hans Koschnik.

- ricordando inoltre che a tutt'oggi rimane irrisolta una gravissima emergenza umanitaria nei territori della ex Jugoslavia, con la permanenza di oltre 20.000 profughi musulmani di Velika Kladusa, accampati in condizioni assolutamente precarie, al confine croato nell'area di Vojnic;

Il Parlamento europeo

- chiede che vengano iscritti nelle agenda delle trattative di Dayton tutte le questioni sopra menzionate e che vengano affrontate in presenza di tutti gli interlocutori effettivamente rappresentativi;

- chiede che venga riaffermato il riconoscimento internazionale degli stati ottenuto secondo i criteri del diritto internazionale;

- chiede di confermare la legittimità ed intangibilità dei mandati espressi dal Tribunale sui crimini di guerra in ex Jugoslavia e rinnova il suo auspicio affinché venga istituito al più presto un Tribunale internazionale penale permanente;

- chiede che l'Unione europea dia la propria disponibilità ad accogliere positivamente e in tempi politici ed extra-procedurali le domande di adesione della Bosnia-Herzegovina e di tutti i paesi nati dalla desintegrazione della ex Jugoslavia, la cui democraticità sia comprovata, nonché dell'Albania, quale specifico contributo dell'Unione alla creazione di una pace duratura nell'area balcanica;

- chiede che, in ciascuna delle costituzioni degli stati nati dalla desintegrazione della Jugoslavia, siano inseriti identici articoli, ispirati a principi di reciprocità, che garantiscano i diritti di tutte le minoranze;

- chiede alla Commissione di sollecitare il Governo di Bosnia-Erzegovina affinché vengano riaffermati i diritti e garantita la protezione di tutti i profughi di Velika Kladusa, non colpevoli di crimini di guerra, che vogliono ritornare nelle proprie abitazioni e, contemporeanamente, di organizzare l'accoglienza nei paesi membri dell'Unione dei profughi di Velika Kladusa che non intendessero rimanere in Bosnia;

- chiede al suo presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai Parlamenti e ai governi della Bosnia, della Croazia, della Slovenia, della Macedonia, dell'Albania, della Serbia-Montenegro nonché al presidente del Kosovo.

 
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