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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Angiolo - 19 novembre 1995
I C O N S U M A T O R I F A R A N N O L' E U R O P A?
di Angiolo Bandinelli

L'Opinione" pag.1, poi in pag.10, con foto di E.Bonino

(non menzionato nella Rassegna stampa di R.Radicale)

Solo la stampa economica ha dato notizia della "rivoluzione" messa in atto dalla Commissaria europea alle Politiche dei consumatori, Emma Bonino. Piccola rivoluzione, che però inciderà sulle nostre abitudini quotidiane. E ne fa sperare un'altra, più ampia ed incisiva, a livello europeo.

La Commissione cui presiede Emma Bonino ha deciso infatti che non privilegerà più la linea finora seguita, quella della "protezione" a tutti i costi del consumatore perseguita con una politica di razionalizzazioni, di diffuse regolamentazioni, di minuziosi divieti; una linea che ha dato luogo anche a curiosi eccessi, come quello di proibire - citiamo a caso - l'inscatolamento sott'aceto dei cetrioli che fossero un po' ricurvi, non perfettamente dritti e regolari: un'assurdità che suscitò ilarità e ironia in mezza Europa.

Da oggi in poi, ci si muoverà piuttosto per porre il consumatore stesso, in prima persona, in grado di saper scegliere meglio, ma anche più liberamente, in un mercato più aperto e concorrenziale, con meno impacci normativi, proibizioni ed interventi dall'alto. "E' tempo ormai di pensare in termini di 'politica' dei consumatori piuttosto che di 'protezione' dei consumatori", ha detto la Commissaria presentando il documento sulle "priorità 1996-1998". Per far questo, ha sottolineato Bonino, occorrerà sopratutto fornire ai cittadini europei gli strumenti per difendersi da soli; "e poiché la capacità di autoprotezione dei consumatori è fondamentalmente condizionata dal loro grado di informazione, è sull'informazione che occorre puntare".

La decisione è rivoluzionante sul piano del metodo. Tende a dare al mercato più libertà, e stimola il consumatore a comportarsi in modo autonomo e responsabile. "Se il consumatore è ben informato sul contenuto di un prodotto, egli deve essere messo in condizione di scegliere, se vuole, quello meno caro, anche a detrimento della qualità", è la sorprendente uscita di Emma Bonino; "il problema, a quel punto, è solamente suo". Tra due camembert, diciamo, se il consumatore vorrà per suo sfizio acquistare quello non doc, perché mai proibirglielo?

Al centro, dunque, della nuova politica della Commissione sarà posta la promozione dell'informazione. Di qui il lancio, in 11 paesi europei, di una campagna radiofonica (e vedremo se la Rai saprà corrispondere al suo compito di servizio pubblico) su temi di largo interesse, che aiuti l'utente europeo a scegliere rispetto all'offerta del mercato, sia in ciò che concerne i beni (come la qualità dei cibi) che per i servizi (ad es. i servizi finanziari). Contemporaneamente, verranno avviati dibattiti che stimolino ulteriori iniziative legislative. Sono già previste due tavole rotonde: una a Madrid il 20 e 21 novembre, sul tema "informazione ed educazione", ed una che si svolgerà nel primo semestre del 1996 e tratterà, in accordo con il Commissario europeo per il Mercato Unico Mario Monti, aspetti dei servizi finanziari, dal credito al consumo alle carte di credito.

Nella stessa direzione va anche la seconda iniziativa della Commissione, la liberalizzazione di quella "pubblicità comparativa" che oggi in molti Paesi, in una logica protezionista e corporativa, è rigorosamente proibita. Anche qui, a ben guardare, si punta sulla informazione. Il produttore potrà esaltare le qualità del proprio prodotto ponendole apertamente a confronto con quelle della concorrenza.

Di libertà di mercato si parla sopratutto a partire dall'ottica del produttore, del fornitore di beni (o di servizi), dell'impresa. Una politica liberale e liberista dovrebbe invece avere come interlocutore privilegiato il destinatario dei beni, il consumatore, che poi non è altri che il cittadino. E' lui che, orientando il consumo sulle proprie necessità, gusti e desideri può mantenere sempre aperto il mercato, in un processo aperto ed elastico, plasmato secondo esigenze che solo il moralismo miope denuncia e condanna definendole "consumiste", figlie della pubblicità stupida e volgare. Si tratta di un pregiudizio da battere, con una revisione culturale tutta ancora da fare e che potrà farci scoprire che una seria politica liberale e liberista del consumo è una politica, in realtà, anticonsumista, che si oppone al consumismo pubblicitario, indotto e forzato dalle imprese nel loro sforzo costante all'autoconservazione e al controllo di mercati più o meno oligopolistici, governati da concentrazioni ostili al l

ibero movimento del consumatore.

Il cittadino europeo (di un'area cioè storicamente, e a partire dal piano culturale, protezionista sia verso l'interno che nei confronti dell'esterno) potrà ora far sentire un po' meglio la sua voce in quanto consumatore. Ma tutto sarebbe inutile se in tale veste costui non compisse anche il passo successivo, con il suo ingresso diretto in politica per realizzare quel mercato unico di cui sempre si parla ma che è ancora lontano. Se le associazioni dei consumatori fossero davvero quel che ci aspettiamo che siano, dovrebbero prevedere ed organizzare, in parallelo e in contraltare alla conferenza di Maastricht, una "controconferenza" da cui fare uscire una grande "Carta delle libertà" del consumo, piattaforma di un movimento di rivendicazione politica che non potrebbe non avere come suo obiettivo finale e conclusivo la realizzazione di una Unione federale europea aperta, dotata di un solo governo, di un solo parlamento, di una sola politica estera e di una solo mercato dei beni, dei capitali ma anche delle ener

gie umane.

Forse, questo non è compito della Commissione e della sua Commissaria, quanto di nuovi soggetti politici, di partiti sempre più "transnazionali" in senso europeo, dedicati da subito alla stesura di "cahiers de doléance" che configurino i Diritti dell'europeo del 2000 analogamente a quanto accadde in Francia due secoli fa, con la liquidazione delle bardature corporative che che impedivano la nascita dello Stato moderno.

L'avvio a questo più vasto processo potrebbe essere già nelle campagne preannunciate dallla Commissione per il 1996 ed aventi come oggetto la Conferenza intergovernativa del 96, l'unione monetaria ed i diritti dei cittadini europei. Ancora una volta, la palla passa all'informazione e ai suoi soggetti.

Angiolo Bandinelli

 
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