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Conferenza Partito radicale
Donvito Vincenzo - 22 novembre 1995
Linguaggio e politica nonviolenta

lettera a Marco Pannella

da parte di Daniela Denuzzo, iscritta e militante dei Club Pannella e del Partito Radicale.

Daniela è non-vedente. Ha chiesto a me (V.Donvito) di intercedere tecnicamente, perchè è ancora una novizia di Agorà, in particolare con i programmi che neconsentono l'uso anche ai non-vedenti.

Se qualcuno vorrà trasmetterla direttamente al destinatario, ci farà cosa gradita (capito Sergio Rovasio?)

Caro Pannella

Questa mia lettera non vuole essere una lezione, ma una

correzione rispetto a una mira a mo avviso errata. Credo che

esistano molte modalitàper esprimere un concetto. Sino ad oggi,

sperando che in futuro cambi, ho ascoltato sempre molto

attentamente i tuoi interventi, discorsi, ecc, ed ho molto spesso

riscontrato che per esprimere il concetto di non sapere o di non

volere comprendere, usi le seguenti similitudini: è cieco,

bisogna essere miopi, sono sordi ecc..

Credo che io mi possa

rivolgere a te per dirti che per me è faticoso spiegare alla

gente tutti i giorni, che noi ciechi siamo delle persone più o

meno come le altre e che essere ciechi non significa essere

stupidi. Tutto questo e tanto ancora altro viene vanificato da un

luogo comune, cioè quello di identificare la stupidità o il non

volere capire le problematiche politiche con la cecità. Non

voglio insegnarti a parlare, però vorrei che comprendessi il mio

disagio nell'ascoltare che la sinistra è cieca, per esempio,

sulla problematica referendaria. Potresti dire che la sinistra su

questo tema si comporta come se noi spiegassimo ad un mattone, ad

un qualcosa di non vivo insomma.

Caro Pannella, mentre ti scrivo

mi sento un po' sciocca, so bene che il tuo intento era diverso

da quello che forse traspare dalle mie righe, ma spero tu capisca

e sappia leggere questa mia anche se non mi esprimo troppo

chiaramente, ma è maledettamente difficile spiegarmi. Quando

tento di parlare con quelli che conosco delle campagne dei

Riformatori, mi viene spesso fatto osservare che tu identifichi i

ciechi con l'ignoranza, io so che non ècosi, ma come faccio a siegarglielo? Credo inoltre che si debba smettere di parlare per

similitudini, a mio avviso sarebbe meglio dire cosa accade con

chiarezza. La mia inoltre è una battaglia mirata a sconfiggere

la cultura del diverso o dell'handicappato: siamo innanzitutto

delle persone! Fino a quando avevo la vista mi chiamavo Daniela

De Nuzzo, ora sono la cieca.

Ho scritto solo a te questa lettera,

perchè credo che tu sia l'unico personaggio che possa capire

questa mia esigenza, il cui fine è quello di poter dire un

giorno che Pannella è l'unico uomo politico che nei suoi comizi

non immagina i ciechi come degli stolti. Ma soprattutto non

assomiglierò piu ora a Bertinotti, ora a Prodi, ora a Fini ecc..

Ti ringrazio di avermi letta ed attendo con impazienza di

ascoltarti. Grazie.

Daniela De Nuzzo

 
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