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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Budapest - 28 dicembre 1995
LIBERTA' PER IL TIBET-FAX N.2

Bollettino di informazione sulle campagne del Partito Radicale Transnazionale per la libertà del Tibet.

Numero 2 del 27 dicembre 1995

Redazione: rue Belliard 89 - Rem 508, 1047 Bruxelles (B); tel.+32-2-2304121, fax +32-2-2303670

E-mail: Radical.party@agora.stm.it.

WWW-Url: http//:www.agora.stm.it/pr - Telnet: Agora.stm.it

Per maggiori informazioni: Conferenza Tibet e Notizie Tibet su Agorà Telematica (Telnet)

MANCANO MENO DI 75 GIORNI AL 10 MARZO !

Cari amici,

mancano solamente 73 giorni al 10 marzo, alla giornata della manifestazione di Bruxelles convocata dalle Comunità tibetane in Europa, dai Tibet Support Group europei e dal Partito Radicale. Un impegno di lavoro non indifferente e che deve assolutamente trovarci pronti sin dalle prossime ore. Alcune notizie confortanti ci stanno giungendo un po' da ovunque: dal Lussemburgo, per esempio, dove si è costituito un altro Coordinamento Nazionale per la manifestazione o da Budapest dove il Coordinamento ungherese ha progettato di organizzare un pullman per venire a Bruxelles il 10 marzo.

In questi 73 giorni cercheremo attraverso "Libertà per il Tibet - Fax" di tenervi informati sulle adesioni alla manifestazione e sulle partecipazioni provenienti dai vari Coordinamenti in Europa.

Vi preghiamo di comunicare all'indirizzo della redazione tutte quelle novità relative alla manifestazione che potranno esserci utili per un proficuo lavoro comune per la buona riuscita di questo impegno per la libertà del popolo del Tetto del Mondo.

Essendo l'ultimo numero di quest'anno, la redazione di "Libertà per il Tibet" vi augura un felice anno nuovo e grandi risultati nella nostra battaglia per la libertà del Tibet. Buon 1996 e buon lavoro.

PIATTAFORMA PER LA MANIFESTAZIONE DEL 10 MARZO 1996 A BRUXELLES

I partecipanti alla manifestazione chiedono che:

1. l'invasione del 1949 e l'occupazione successiva del Tibet da parte della Repubblica Popolare di Cina vengano riconosciute dall'ONU e dagli Stati membri;

2. l'ONU e gli Stati membri riconoscano che tale invasione e occupazione sono le conseguenze di una agressione che ha violato la legalità e il diritto internazionale;

3. l'ONU e gli Stati membri riconoscano che il Tibet costituisce, ai sensi del diritto internazionale, un Paese occupato e agiscano di conseguenza;

4. lo status di osservatore all'Assemblea delle Nazioni Unite venga riconosciuto al Tibet;

5. il mandato del Comitato sulla Decolonizzazione dell'ONU venga esteso alla questione della decolonizzazione del Tibet;

6. vengano aperti, senza ritardi, negoziati diretti e senza precondizioni sul futuro status del Tibet tra il Dalai Lama e il governo tibetano in esilio da una parte, e il governo della Repubblica Popolare di Cina dall'altra parte;

7. venga intanto e da subito posto fine alle violazioni dei diritti della persona nel Tibet e vengano rilasciati tutti i prigionieri di opinione detenuti in Tibet;

8. la libertà di religione venga effettivamente garantita e, in particolare, che non vengano esercitate pressioni e intimidazioni di sorta su Gedhun Choeky Nyima e la sua famiglia, riguardo al libero esercizio del suo ruolo spirituale di Panchen Lama e quindi anche al libero accesso all'educazione che tale carica implica;

9. vengano interrotti immediatamente i trasferimenti di popolazione cinese in Tibet e iniziato il processo di decolonizzazione del Tibet restituendo ai Tibetani le terre e le proprietà espropriate durante i 40 anni di occupazione cinese.

10. vengano applicate le tre risoluzioni (1353, 1723, 2079) votate dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e che le risoluzioni adottate dal Parlamento europeo abbiano un reale seguito.

I manifestanti:

- esprimono il loro sostegno al popolo tibetano ed a tutte le vittime dell'occupazione cinese;

- sostengono gli sforzi del Dalai Lama per ripristinare pacificamente le libertà politica, culturale e religiosa del popolo tibetano;

- si appellano al popolo cinese e ai suoi rappresentanti perché sia iniziato un processo di pace, fondato sul dialogo e sul negoziato, unica soluzione in grado di mettere termine alla tragedia in corso nel Tibet.

TIBET NEWS

MANIFESTAZIONE DEL 10 MARZO: COORDINAMENTO IN LUSSEMBURGO

Dal Lussemburgo ci è giunta la notizia che si è costituito un Coordinamento Nazionale per la manifestazione del 10 marzo a Bruxelles e che il gruppo degli "Amici del Tibet-Lussemburgo" ha richiesto a diversi sindaci del Gran Ducato di issare la bandiera nazionale tibetana il prossimo 10 marzo.

L'indirizzo è: Olivier MORES, "Les Amis du Tibet-Luxembourg" tel.352-464961 fax 352-305701

UNA BANDIERA PER IL TIBET

Il Presidente dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani, Enzo BIANCO, Sindaco di CATANIA, insieme alla decisione di far sventolare la bandiera tibetana sul pennone del suo comune, ha mandato a tutti i sindaci italiani, accompagnato da una sua lettera, l'intero dossier per aderire alla campagna "Libertà per il Tibet". Nella sua lettera il sindaco BIANCO afferma tra l'altro: "come Presidente dell'ANCI, ma prima ancora come individuo che si sente offeso da ogni tipo di violazione della libertà, mi sento di invitarti ad aderire all'iniziativa, acquistando la bandiera del Tibet e issandola nel pennone del tuo municipio il 10 marzo 1996"

AGORA

All'interno del servizio telematico multilingue Agora' (Telnet Agora) sono attivi due settori di informazione e di riflessione sul Tibet. "Conferenza Tibet", moderata da Piero Verni, presidente di Italia-Tibet, e' uno spazio di dibattito ed approfondimento sulle iniziative in corso. "Notizie Tibet" invece e' un archivio aggiornato di numerose notizie provenienti dal mondo sulla campagna per la liberta' del Tibet.

Potete richiedere il manuale di istruzione per il collegamenti all'indirizzo della redazione.

ERRATA CORREGE

L'Associazione presieduta da Lobsang GANGSHONTSANG non è la comunità tibetana in Svizzera bensi' la "Swiss Tibetan Friendship"

(Pagina 2)

APPELLO PER I SINDACI: "LIBERTA' PER IL TIBET"

Nel 1949, il Tibet, Paese indipendente, dalla storia millenaria, fu invaso dalle forze armate della Repubblica Popolare Cinese. Ne seguì una occupazione di una ferocia senza nome, fatta di massacri, di torture, di imprigionamenti di massa, di sterilizzazioni e di aborti forzati, di distruzione del patrimonio culturale, religioso e ecologico.

Dopo quattro decenni di resistenza accanita dei Tibetani, di fronte al loro rifiuto irreducibile di sottomettersi, i Cinesi elaborarono e misero all'opera, nel corso degli anni '80, una "soluzione finale" di un tipo nuovo: la "pulizia etnica" per diluizione.

Fu avviato così un gigantesco trasferimento di popolazioni cinesi verso il Tibet. Da alcune decine di migliaia che erano, i Cinesi abitanti nel Tibet sono diventati oggi sette milioni. E i Tibetani sono ora - nel loro paese - minoranza. Obiettivo della potenza occupante: 40 milioni di Cinesi in Tibet nel 2020. A quel momento i Tibetani, la loro lingua, la loro cultura, la loro religione, i loro costumi, le loro tradizioni saranno stati, definitivamente, relegati ai libri di storia.

Il tempo stringe. Occorre fermare, finché siamo in tempo, questo genocidio silenzioso. Occorre salvare il Tibet, i Tibetani, il tesoro di storia, di cultura, di civiltà, di convivenza civile che hanno saputo darsi e dare all'umanità, il loro diritto ad esistere come popolo e non solo come individui.

E occorre anche fermare, nelle sue imprese di morte e di distruzione, l'ultimo impero totalitario. A partire dal Tibet, dalla sua libertà e dalla sua liberazione, occorre creare le premesse per la libertà e la liberazione dal totalitarismo comunista del miliardo e duecento milioni di Cinesi.

In un momento nel quale, nel mondo, la violenza appare sempre più come l'arma definitiva contro il dialogo, occorre infine erigere ad esempio per l'umanità intera la resistenza nonviolenta del popolo tibetano e della sua leadership, a cominciare dal Dalai Lama.

Per questo occorre, senza perdere un istante, che ci organizziamo.

Occorre che in ogni parte del mondo, milioni di uomini, di donne, si uniscano sotto il segno della nonviolenza in una concreta ed attiva iniziativa perché il Tibet possa riscoprire la libertà, perché le autorità di Pechino inizino senza indugio un vasto processo di decolonizzazione, perché - per intanto e da subito - esse garantiscano il pieno rispetto dei diritti della persona, dei diritti civili e politici dei Tibetani.

Noi, Sindaci delle capitali dei 180 Paesi della comunità internazionale, di metropoli, di città e di paesi, ci appelliamo dunque a tutti e a ciascuno dei nostri cittadini perché il 10 marzo, giorno anniversario della insurrezione nonviolenta di Lhassa del 1959, diventi giorno di azione e di speranza concreta per la libertà del Tibet, per la liberazione dei Tibetani e, quindi, per la liberazione dei Cinesi e di tutti noi.

E in segno di solidarietà concreta e visibile sin da ora, noi, Sindaci di metropoli o di umili villaggi o città, annunciamo che inalzeremo la bandiera nazionale tibetana sulle sedi dei nostri comuni durante la giornata del prossimo 10 marzo.

APPELLO PER I SINDACI: ADESIONI AL 27 DICEMBRE 1995 (51)

* Albania

- Tomor GOLEMI, Sindaco di DURAZZO;

- Ylli LAMA, Sindaco di KRUJA;

- Zhani TREBICKA, Sindaco di POGRADEC;

* Belgio

- Anne-Marie LIZIN, Sindaco di HUY, senatrice;

- Francis DURIAU, Sindaco di SCHAERBEEK;

* Bosnia

- Tarik KUPUSOVIC, Sindaco di SARAJEVO;

* Croazia

- Jure KOLAK, Sindaco di VUKOVAR;

- Zlatko KRAMARIC, Sindaco di OSIJEK;

- Dragutin STUERNER, Sindaco di POZEGA;

* Francia (11)

- Jean-Claude ANDRIEU, Sindaco di CARPENTRAS;

- André BOUFFIER, Sindaco di MONTJUSTIN;

- Jean-Michel DELAGNEAU, Sindaco di GURGY;

- Raymond FORNI, Sindaco di DELLE;

- Francis GALIZI, Sindaco di PEYRUIS;

- Jacques GUYARD, Sindaco di EVRY, deputato;

- Noël MAMERE, Sindaco di BEGLES, deputato europeo;

- Victor MELLAN, Sindaco di PENNES MIRABEAU;

- Daniel PICOTIN, Sindaco di SAINT-CIERS-SUR-GIRONDE, deputato;

- Catherine TRAUTMANN, Sindaco di STRASBOURG, deputato al PE;

- Raymond VALL, Sindaco di FLEURANCE;

* Italia (13+3)

- Francesco RUTELLI, Sindaco di ROMA;

- Paolo A.M. AGOSTINACCHIO, Sindaco di FOGGIA;

- Renzo BALDONI, Sindaco di PENNABILLI (PS);

- Davide BERIO, Sindaco d'IMPERIA;

- Alberto BOTTA, Sindaco di COMO;

- Valentino CASTELLANI, Sindaco di TORINO;

- Antonio CENTI, Sindaco di L'AQUILA;

- Marco CIARINI, Sindaco di CHIUSI (SI);

- Gianfranco CIAURRO, Sindaco di TERNI;

- Antonio CICCHETTI, Sindaco di RIETI;

- Raimondo FASSA, Sindaco di VARESE, deputato europeo;

- Leoluca ORLANDO, Sindaco di PALERMO, deputato europeo;

- Pietro TIDEI, Sindaco di CIVITAVECCHIA;

- Giancarlo CORADA, Presidente della Provincia di CREMONA;

- Nicola MOLE, Presidente della Provincia di TERNI;

- Marta VICENZI, Presidente della Provincia di GENOVA;

* Jugoslavia (Serbia-Montenegro)

- Istvan BACSKULIN, Sindaco di KANIZSA (Vojvodina);

- Jozsef KASZA, Sindaco di SUBOTICA (Vojvodina);

* Moldavia

- Serafim URECHEAN, Sindaco di CHISINAU;

* Regno Unito

- C. NYERS, Sindaco di LEEDS;

- D.R. ORMONDE, Sindaco di CARDIFF;

* Repubblica Ceca

- Martin DVORAK, Sindaco di HRADEC KRALOVE;

* Polonia

- Wojciech KRACZMAREK, Sindaco di POZNAN;

- Josef LASSOTA, Sindaco di CRACOVIA;

- Jerzy MAZUREK, Sindaco di SLUPSK;

* Ucraina

- Evgeniy Petrovich KUSHNAREV, Sindaco di KHARKOV;

- Sergey Vasilyevich POLIAKOV, Sindaco di TOREZ;

- Mikhail POZHIVANOV, Sindaco di MARIUPOL;

- Evgeniy Mikhajlovich VYGOVSKIY, Sindaco di KOROSTEN;

* Ungheria

- Istvan NOBIK, Sindaco di SZEGVAR;

- Zoltan TOTH, Sindaco di KISKUNHALAS.

 
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