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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Budapest - 23 gennaio 1996
LIBERTA' PER IL TIBET-FAX N.5

Bollettino di informazione sulle campagne del Partito Radicale Transnazionale per la libertà del Tibet.

Numero 5 del 23 gennaio 1996

Redazione: rue Belliard 89 - Rem 508, 1047 Bruxelles (B); tel.+32-2-2304121, fax +32-2-2303670. Pubblicato in inglese, francese, spagnolo, italiano, ungherese, croato e rumeno.

E-mail: Radical.party@agora.stm.it.

WWW-Url: http//:www.agora.stm.it/pr - Telnet: Agora.stm.it

Per maggiori informazioni: Conferenza Tibet e Notizie Tibet su Agorà Telematica (Telnet)

45 GIORNI ALLA MANIFESTAZIONE DI BRUXELLES

In questo numero di "Libertà per il Tibet" pubblichiamo il testo del volantino che sarà distribuito durante la manifestazione e numerose altre notizie che ci sono arrivate dai vari Coordinamenti nazionali in vista del 10 di marzo.

Molte riunioni sono avvenute in questa settimana: a Vienna, Milano, Parigi, Budapest e sappiamo che in altre città si stanno già prendendo le prenotazioni per i viaggi in pullman o in treno a Bruxelles.

Anche il lato "di colore" della manifestazione è un aspetto importante per un buon risultato della giornata e per catturare l'attenzione di più persone e di più mezzi di informazione e quindi in questo numero diamo notizia dei preparativi come le maschere del TSG di Londra o le bandiere tibetane da far sventolare o gli striscioni che si stanno preparando e che sicuramente contribuiranno a fare del 10 marzo una giornata politicamente riuscita.

Mentre chiudiamo questo numero di "Libertà per il Tibet" ci è giunta la notizia che anche il sindaco di LIVERPOOL ha aderito alla campagna "Una bandiera per il Tibet" portando a 80 il numero dei sindaci che al 23 gennaio hanno aderito all'iniziativa. L'obiettivo concordato alla conclusione dei lavori del Seminario di Strasburgo del dicembre scorso è di raggiungere 500 adesioni entro il 10 marzo.

PARIGI: RIUNIONE DEL COORDINAMENTO FRANCESE

Una ventina di persone hanno partecipato mercoledi' 17 gennaio a Parigi insieme a Kunsang CHOPHEL, presidente della Comunità tibetana in Francia, e Lucienne BOYE-SORRIAUX, coordinatrice per i diversi gruppi di solidarietà, alla riunione organizzativa per l'appuntamento di Bruxelles del 10 marzo prossimo. Kunsang CHOPHEL ha annunciato la presenza a Bruxelles della totalità dei membri della comunità tibetana in Francia (25 persone), mentre i gruppi di solidarietà hanno annunciato l'apertura delle prenotazioni per il viaggio nei prossimi giorni.

MANIFESTAZIONE 10 MARZO/ITALIA: L'ADESIONE DELLA CISL

Una adesione importante alla giornata del 10 marzo giunge dalla CISL, uno dei più grandi sindacati italiani. Grazie soprattutto al dirigente piemontese Claudio TECCHIO, la confederazione sindacale italiana ha aderito alla manifestazione di Bruxelles ed alla campagna "Una bandiera per il Tibet". Possibile l'adesione in Italia di altre organizzazioni sindacali.

UNA BANDIERA PER IL TIBET: ALTRI 16 SINDACI

In questa settimana ci sono giunte altre 16 adesioni di sindaci alla campagna "Una bandiera per il Tibet". Sono 80 da 16 paesi i sindaci che hanno aderito all'iniziativa. A questi si aggiungono le adesioni di numerosi cittadini che hanno richiesto la bandiera nazionale tibetana per esporla alla finestra delle proprie case.

I sindaci che dal numero precedente di "Libertà per il Tibet" si sono aggiunti alla lista sono: dalla Francia Pierre GARNIER, sindaco di AYTRE, Michel DESTOT, deputato e sindaco di GRENOBLE, Françoise VERCHERE, sindaco di BOUGNAIS, Jack LANG, sindaco di BLOIS, deputato al Parlamento europeo ed ex-ministro della cultura; dalla Repubblica Ceca, Jiri HULKA, sindaco di HORNI PLANA e Tomas MIKESKA, sindaco del distretto n.3 di PRAGA; dall'Austria Manfred KRISMER, sindaco di IMST e Reinhold GREUTER, sindaco di LANDEK, entrambi dal Tirolo; dal Belgio Philippe COLLARD, sindaco di BASTOGNE; dalla Russia Igor Vasilievich SHAMOV, sindaco di VLADIMIR; dall' Ungheria Istvan GYORGY e Gabor ZUBKO sindaci del 10mo (Kobanya) e del 19mo (Kispest) distretto di BUDAPEST.

Dall'Italia inoltre hanno aderito Michele GESUALDI, Presidente della Provincia di FIRENZE, Loriano VALENTINI, sindaco di GROSSETO e Franco RUSTICALI sindaco di FORLI'.

VIENNA: RIUNIONE DEL COORDINAMENTO AUSTRIACO

Mercoledi 17 gennaio si è riunito a Vienna, il Coordinamento austriaco per la manifestazione del 10 marzo. Il comune impegno delle associazioni aderenti ha come obiettivo la partecipazione a Bruxelles di almeno una delegazione composta anche da alcuni tibetani della locale comunità. Il prossimo 17 febbraio si svolgerà sempre a Vienna l'Assemblea generale del TSG "Save Tibet" dove verranno definite le modalità di partecipazione alla manifestazione e dove si farà il punto sulle varie iniziative politiche attualmente in corso come la campagna "Una bandiera per il Tibet" che proprio in questi giorni ha visto l'adesione dei primi due sindaci dal Tirolo.

Oltre a Tseten ZOCHBAUER, presidente di "Save Tibet", parteciperà alla riunione del 17 febbraio Marina SIKORA, del Partito Radicale.

AUSTRIA: SI MUOVONO ANCHE I PARTITI !

Positivo anche l'interessamento da parte dei gruppi del Forum Liberale e dei Verdi del parlamento austriaco. Il giornale dei liberali pubblicherà nel prossimo numero un articolo sulle iniziative per il Tibet. In questi giorni membri dei due gruppi parlamentari cosi' come numerosi cittadini stanno sollecitando i sindaci delle maggiori città per issare sul pennone comunale la bandiera tibetana.

BUDAPEST: RIUNIONE ORGANIZZATIVA PER IL 10 MARZO

Si è svolta a Budapest venerdi 19 gennaio una riunione congiunta di membri del TSG di Budapest e del Partito Radicale per coordinare le attività in corso. L'adesione di altri sindaci di distretto della capitale alla campagna "Una bandiera per il Tibet" è stata considerata probabile cosi' come quella di altri sindaci ungheresi. Il Coordinamento ungherese che parteciperà con due striscioni e 50 persone alla manifestazione di Bruxelles incentiverà inoltre, in questi giorni, la vendita-distribuzione delle bandiere tibetane presso i cittadini di Budapest. E' stato inoltre creato un piccolo Ufficio Stampa con compiti di informazione presso gli organi stampa e Tv ungheresi sulla lotta del popolo tibetano e sull'andamento delle varie campagne.

PICCOLE NEWS

BANDIERE TIBETANE DI STOFFA

Modello 100 per 140 cm. A colori. Chi vuole esporre il prossimo 10 marzo la bandiera tibetana al balcone della propria finestra puo' richiederla all'indirizzo della redazione di "Libertà per il Tibet" o presso la sede del Partito Radicale più vicina. Prezzi: per 1 bandiera = 20 Usd; per 10 bandiere = 13 Usd ciascuna; per 50 = 10 Usd ciascuna.

MASCHERE

Tim NUNN, del TSG di Londra, sta preparando per la manifestazione di Bruxelles 2.000 maschere con i colori della bandiera nazionale tibetana. Oltre che ad esprimere i nostri ringraziamenti a Tim, avvertiamo che si puo' prendere contatto col TSG di Londra per farsi spedire delle maschere anche nel proprio paese (TSG-UK, 9 Islington Green, London N1 2XH, tel. +44-171-359.75.73 fax +44-171-354.10.26. e-mail: tibetsupport@gn.apc.org).

ANCHE IN ROMENO

Grazie all'impegno degli amici del Coordinamento di Bucarest questo numero di "Libertà per il Tibet" sarà pubblicato e distribuito anche in lingua romena.

VOLONTARI PER LA MANIFESTAZIONE

Per la manifestazione di Bruxelles occorrono volontari per tutti quei piccoli, ma importanti lavori per una buona riuscita della intera giornata del 10 marzo: dalla distribuzione dei volantini all'accoglimento dei gruppi in arrivo, alle altre mille cose.

Chi volesse puo' dare la sua disponibilità telefonando al +32-2-284.51.98 chiedendo di (Paolo ATZORI o Tiziana FALLETTI).

SECONDA PAGINA

In seconda pagina pubblichiamo il testo di una delle due pagine del volantino per la manifestazione del 10 marzo. Ricordiamo che sull'altro lato verra' stampata la Piattaforma della manifestazione, già pubblicata in un precendente numero di "Liberta' per il Tibet". A questi due testi vanno aggiunti dei titoli. Suggeriamo per la Piattaforma: "Libertà per il Tibet". Mentre per l'altra facciata, suggeriamo a ciascun gruppo di far riferimento ad uno degli slogan suggeriti nell'ultimo numero di "Liberta' per il Tibet-Fax".

(seconda pagina)

IL SIGNIFICATO DEL 10 MARZO 1959

Il 10 marzo del 1959 fu il giorno in cui i Tibetani si ribellarono contro il potere della Cina e dichiararono il loro desiderio di libertà ed indipendenza per tutto il Tibet. Questo movimento fu avviato dai soldati e sotto-ufficiali del popolo tibetano. La Cina fu in grado di sopprimere rapidamente l'insurrezione, ma non lo spirito del popolo tibetano per la libertà dalla tirannia e dall'ingiustizia.

La Cina invase il Tibet nel 1949/1950. Qualsiasi resistenza organizzata dal debole esercito tibetano contro la ferocia dell'armata dell'Esercito di Liberazione del Popolo, incitato dalle vittorie sui nazionalisti cinesi e sugli Americani nella penisola di Corea, non poté fermare la macchina da guerra cinese. Il Tibet si appello' agli aiuti internazionali, ma non ne ricevette alcuno aiuto. Lasciato ad affrontare da solo la Cina, il Tibet fu costretto a siglare nel 1951 il tristemente celebre Trattato dei 17 punti con il quale i cinesi lo obbligarono ad abdicare la propria sovranità nei confronti di Pechino. Per nove anni il Tibet buddista e la Cina comunista si sopportarono in una scomoda coesistenza.

La crescente repressione nelle regioni del Nord-est ed Est del Tibet, costrinse pero' i Tibetani di quella regione a rifugiarsi sulle montagne e a cominciare la resistenza armata, che presto si estese a tutto il Tibet. Il movimento di repressione e di resistenza nella regioni di Amdo e Kham costrinse migliaia di tibetani a fuggire nella relativa sicurezza del Tibet centrale e della capitale Lhasa. L'amarezza dei Tibetani per il trattamento arrogante dei cinesi nei confronti del governo tibetano aumento' con i racconti di distruzione di monasteri, di assasinii di Lama e monaci tibetani, pervenuti dai rifugiati dal Tibet orientale. Rapidamente il velato malessere dei Tibetani provoco' atti di aperta ostilità verso la Cina, fino a quando decine di migliaia di Tibetani di tutte le classi irruppero per le strade di Lhasa il 10 marzo del 1959 richiedendo l'indipendenza del Tibet.

L'insurrezione del 10 di marzo del 1959 fu un movimento spontaneo del popolo tibetano con lo scopo di liberare il Tibet dalla occupazione e tirannia cinese. Disgustato dalla diplomazia del governo tibetano orientato a temporeggiare con i Cinesi per evitare altro spargimento di sangue tibetano, animato dal movimento di resistenza Khamba ad affrontare direttamente la Cina, il velato risentimento del popolo tibetano scoppio' in uno sforzo finale di lotta per la libertà del Tibet. Il 12 marzo le donne del Tibet uscirono per le strade di Lhasa.

L'Esercito di Liberazione del Popolo in meno di tre giorni riusci' a soffocare l'insurrezione in Lhasa, ma non il movimento di resistenza che si diramo' in tutto il Tibet. Alla fine, secondo la stima dei cinesi, la riaffermazione della traballante occupazione del Tibet da parte dell'Esercito di Liberazione del Popolo, costo' la vita a 87.000 Tibetani solo nel Tibet centrale.

L'insurrezione del 10 di marzo ebbe come effetto l'esilio in India, Nepal e Bhutan, del Dalai Lama, con il suo Governo e 80.000 Tibetani. In India, il Dalai Lama ha ristabilito il Governo tibetano, non riconosciuto da alcuna nazione ma considerato legittimo sia dai Tibetani all'interno del Tibet come da quelli in esilio. Dalla sua sede di Dharamsala, città del Nord dell'India, ai piedi della catena himalaiana, il Governo tibetano sotto la guida del Dalai Lama, ha sviluppato una effettiva resistenza nonviolenta alla persistente occupazione cinese del Tibet, una resistenza che oggi si è trasformata in un movimento su scala mondiale per la libertà del popolo tibetano.

Se in soli tre giorni la Cina riusci' a soffocare l'insurrezione del 10 di marzo, non è riuscita a sconfiggere lo spirito di quella insurrezione che continua a tenere sempre più viva la fiamma nel cuore di ogni tibetano nel mondo. Nel 1959 morirono 87.000 tibetani e più di 1,2 milioni di tibetani sono morti a causa dell'occupazione cinese in Tibet.

Ogni anno, ovunque siano, i tibetani celebrano il 10 marzo per ricordare a loro stessi ed al mondo che i tibetani caduti per la libertà del loro popolo non sono morti invano, ma che la loro morte è stata un degno sacrificio per la nascita di un Tibet libero ed indipendente.

 
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