"TIBET LIBERO", TANTE ADESIONE MA NON PUBBLICHE
MESSAGGERO - PERUGIA 14.02.'96
Sono state presente anche a Perugia, a palazzo Donini, le manifestazioni organizzate in favore del "Tibet libero". Sono una ventina, al momento, le personalità e le associazione umbre che aderiscono all'iniziativa, che avrà il suo culmine con l'assemblea in programma per le 11.30 del 17 febbraio, davanti a palazzo dei Priori. Scopo della manifestazione, che si svolgerà in contemporanea in molte altre città,è quello di rendere noto all'opinione pubblica la lotta non violente del popolo tibetano per la propria libertà. Il paese asiatico, nel 1994, è stato occupato dall'esercito cinese e ci sono stati numerosi episodi di violenza e torture. Alla manifestazione, almeno al momento, non hanno aderito gli enti locali.
AN SVENTOLA LA BANDIERA TIBETANA NEL CORSO DEL CONSIGLIO PROVINCIALE
NAZIONE UMBRIA 14.02.'96
Nel corso del consiglio provinciale di ieri il gruppo di Alleanza Nazionale e "Uniti per l'Umbria" ha esposto sui banchi dell'emiciclo la bandiera del Tibet come forma di adesione alla manifestazione del 17 febbraio in città per sostenere la lotta non violente del popolo tibetano. I consiglieri inoltre chiedono al presidente Borgognoni il perché sia stata negata la partecipazione all'iniziativa a favore del Tibet.
BANDIERA DEL TIBET SI O NO ? SI LITIGA NEI PALAZZI DEL POTERE
Corriere dell'Umbria - Perugia - 14.02.'96
Polemica sui mancati fondi enti locali per acquistare drappi
L'acquisto e l'esposizione di una bandiera del Tibet libero, in occasione dell'anniversario della insurrezione di Lhasa contro l'occupazione cinese, sono al centro di una vivace polemica tra il Comune di Perugia, la Provincia e la Regione ed il comitato "Perugia per il Tibet". Gli esponenti di quest' ultimo accusano il sindaco e la giunta di Perugia di aver disatteso i ripetuti inviti ad acquistare il drappo, per poi esporlo il 10 marzo a Palazzo dei Priori e negli altri palazzi del potere locale nel giorno dell'anniversario della insurrezione tibetana, cosi come predisposto da altre amministrazione italiane ed europee, aderendo all'invito lanciato da Bruxelles dal Partito Radicale transnazionale. "E'inammissibile - ha detto il comitato - che Perugia una delle città (capitale della pace), città di Aldo Capitini, filosofo della non violenza, che ha dato vita alla Marcia della Pace tra Perugia ed Assisi, non voglia unire la propria voce in questo coro di proteste, cosi come hanno già fatto il Comune di Terni e
la Provincia, nonché altri vari esponenti politici di tutti i partiti". Per questo sabato prossimo, alle 11.30, si terrà una manifestazione di protesta davanti a Palazzo dei Priori.
Da parte del Comune di Perugia sembra invece si vadano superando i motivi che hanno frenato la concessione di tondi, cioè il fatto che l'ente doveva, sia pure per uno scopo pacifista, dare denaro nelle mani di un movimento politico come quello radicale. Il consigliere comunale di An, Giuliano Filippini, ha comunicato che il sindaco ha risposto positivamente ad una sua interpellanza.
"Comunque - hanno detto Albi e Maori del comitato - la manifestazione del 17 febbraio si farà egualmente per la libertà e la difesa dei diritti civili del popolo tibetano e saremmo ben felici se in quella occasione il sindaco vorrà essere presente".
La vicenda della bandiera del Tibet ha avuto un seguito nel pomeriggio anche al Consiglio provinciale, dove il gruppo di An ed Uniti per l'Umbria si è presentato con lo stendardo in segno di protesta, che è stato steso davanti agli scanni. Il consigliere Barbara Carti ha presentato una mozione, chiedendo perché l'Amministrazione provinciale, titolare dell'ufficio internazionale per la pace, non ritenesse di aderire alla iniziativa. Il presidente Borgognoni ha detto che la giunta provinciale sta studiando le possibilità di dare il proprio contributo ed a titolo personale ha permesso la sua partecipazione alla manifestazione di sabato. Prendendo atto della parola del presidente, la bandiera è stata ritirata e la Carli se l'è avviluppata attorno al collo a mo' di scarpa.
UNA MANIFESTAZIONE PER LA DIFESA DEI DIRITTI DEL POPOLO TIBETANO
CORRIERE DELL'UMBRIA 17.02.'96 cronaca di Terni
Sono oltre 250 gli enti locali di ventuno paesi europei che il 10 marzo, in concomitanza con la marcia che si svolgerà a Bruxelles, esporranno la bandiera del governo tibetano in esilio in segno di solidarietà con la lotta non violenta che il popolo tibetano sta conducendo dal 1950, anno dell'invasione cinese per la propria sopravvivenza.All'iniziativa, denominata "libertà per il Tibet" e promossa dal Partito Radicale transnazionale, dall'intergruppo sul Tibet al parlamento europeo e dalle numerose associazioni europee sorte a sostegno della causa tibetana, hanno aderito, in Umbria, i Comuni di Terni e Orvieto e la Provincia di Terni.
"Riteniamo gravissima, incomprensibili ed offensiva - sostiene il comitato per la libertà del Tibet - della storia della nostra regione l'assenza delle amministrazioni locali perugine e di Comuni come Assisi, Amelia e Narni. Si tratta di un atto di inequivocabile insensibilità nei confronti di un popolo che sta scomparendo in seguito ad un vero e proprio genocidio perpetrato dal governo di Pechino.
Evidentemente, considerati i rapporti economici e commerciali che la nostra regione intrattiene con la superpotenza cinese, certi amministratori preferiscono ascoltare ben altre ragioni che quelle di donne, uomini e bambini che assistano ogni giorno all'annientamento dei più elementari diritti. Con l'intento di esprimere apertamente un sostegno al legittimo anelito del popolo tibetano all'autodeterminazione della propria terra stata indetta una manifestazione nazionale a Perugia per sabato 17 febbraio, alle 11.30, sotto la sede del Comune. Si tratta di un iniziativa per far si che anche l'Umbria possa offrire il proprio contributo all'apertura di negoziati diretti tra il governo tibetano e quello della Repubblica popolare cinese. Alla manifestazione hanno aderito l'ex sindaco di Perugia Valentini, i laburisti, i socialisti italiani, l'Arci regionale, Amnesty, la lega nazionale dei diritti umani, Uniti per l'Umbria, Forza Italia, Alleanza nazionale, gli onorevoli Raffaelli e Todini, Lazzari,Fiamma tricolore,
Venanti, Luigi Mario e le logge ternane del Gran Oriente d'Italia.
PERUGIA CITTA' DELLA PACE E DI CAPITINI SOLIDALE CON IL TIBET... MA A MODO SUO
CORRIERE DELL'UMBRIA 18.02.'96. Cronaca di Perugia
L'amministrazione comunale non aderirà alla iniziativa dei radicali
a il 10 marzo esporrò la bandiera dello stato asiatico
Una manifestazione di solidarietà con il popolo tibetano si è svolta ieri davanti a Palazzo dei Priori per iniziativa del comitato "Perugia per il Tibet".
All'iniziativa hanno partecipato una cinquantina di persone, con cartelli, bandiere del paese asiatico e un grosso salvadanaio "per raccogliere denaro e offrirlo al presidente della Provincia Marino Borgignoni". Una bandiera, legata ad alcuni palloncini, è stata fatta salire in cielo per "simboleggiare la libertà di quel popolo".I manifestanti si sono incontrati, davanti all'ingresso di Palazzo dei Priori, con il sindaco, Gianfranco Maddoli. "Questa manifestazione - ha detto Andrea Maori, presidente del club Pannella Riformatori "Umbria libertaria" - intende evidenziare il fatto che il Comune e la Provincia di Perugia si siano rifiutati di acquistare le bandiere del governo tibetano in esilio (che saranno esposte il 10 marzo prossimo) fornite nell'ambito di una campagna promossa dal Partito Radicale transnazionale e dai vari Tibet supporter europei, che ha già raccolto l'adesione di 270 enti locoli italiani. Le due amministrazione perugine - ha aggiunto - esporranno bandiere acquistate, invece, in maniera co
mmerciale". Il 10 marzo sarà ricordato l'anniversario dell'"insurezione non violenta" di Lhasa e nello stesso giorno è in programma a Bruxelles una marcia europea per il Tibet.
Maddoli ha quindi sottolineato che il Comune di Perugia "aderisce di principio ad un iniziativa in favore del Tibet ed esporremo la bandiera il 10 marzo.
Non abbiamo finanziato direttamente i promotori - ha proseguito - perché non ci sembrava opportuno, vista una certa ambiguità che esiste nell'iniziativa". Ambiguità, evidentemente non avvertita da altre amministrazione quali ad esempio i Comuni progressisti di Roma, Torino, Catania. Fa un po' di scalpore l'assenza all'iniziativa radicale di Associazione pacifiste quali, ad esempio, quella diretta da Flavio Lotti o la presenza di Padre Giandomenico entrambi sempre in prima fila per le iniziative in difesa dei popoli.
"Forse - dice ironicamente Andrea Maori - sono troppo legati alla Provincia e al sua presidente Mariano Borgognoni". Ma forse, come dice Mario Albi Provincia e Comune non vogliono irritare più di tante le ottime relazioni, intraprese dalla Regione con la Cina popolare.
Ma questa è un'altra storia.