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Partito Radicale Centro Radicale - 8 marzo 1996
LA BANDIERA DEL TIBET

La Repubblica, venerdi 8 marzo 1996

Ricorre domenica il 37esimo anniversario dell'insurrezione del Tibet, e una piccola guerra si sta consumando in Italia. Il caso è nato dalla richiesta formulata dall'associazione Italia-Tibet a tutti i sindaci italiani di esporre quel giorno la bandiera tibetana. Proposta accolta in primis dal Consiglio comunale di Venezia.

Ma i prefetti hanno inviato a non realizzare l'iniziativa. Il Tibet, spiega il Viminale, non è fra gli Stati riconosciuti dal governo italiano. Per usare il linguagio del fonogramma inviato dal ministero degli Interni, il Tibet è regione geografica inglobata in diversi Stati con i quali "l'Italia intrattiene rapporti diplomatici, non riveste autonoma soggettività di diritto internazionale e pertanto non puo' rientrare nel novero degli Stati o organizzazioni internazionali riconosciuti le cui bandiere possono essere esposte in base all'attuale normativa."

Ma appunto questo era lo scopo della provocazione lanciata dai sostenitori del Tibet, memori delle atrocità compiute durante l'occupazione delle truppe cinesi. Se la sovranità di quel paese non fosse negata da altri Stati, non si sarebbe sentito il bisogno di esporne la bandiera. I casi sono due: o la burocrazia non capisce, oppure - ed è questa la cosa più probabile - fa finta di non capire, per non turbare gli interessi che intercorrono fra Pechino e Roma.

Il sindaco di Catania Enzo Bianco, presidente dell'Associazione dei Comuni d'Italia, ha comunque sollecitato i suoi colleghi a esporre il 10 marzo il vessillo tibetano. Vedremo dopodomani se i patrioti tibetani riceveranno dall'Italia la solidarietà in cui sperano.

 
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