MANIFESTAZIONE A BUDAPEST PER IL TIBET
"Nepszabadsag": quotidiano, Budapest, 11 marzo 1996
Il caso tibetano non e' una questione politica: l'omicidio ed il genocidio sono crimini di guerra commessi contro l'umanita' - ha detto tra l'altro domenica il responsabile della "Tibetet Segito Tarsasag" Jankovich Tibor nel suo intervento rivolgendosi alle persone riunitesi davanti all'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese nell'ambito della campagna internazionale "Una bandiera per il Tibet". La folla di qualche centinaia di persone ha ricordato le vittime innocenti dell'insurrezione di Lhasa - capitale del Tibet - del 1959, soffocata nel sangue dall'esercito cinese ed hanno protestato pacificamente contro la strage di allora.
Tibor Jankovich ha ribadito: - sarebbe ora, che anche il governo ungherese esprimesse la sua protesta contro la politica della Cina verso il Tibet.- Ha richiamato l'attenzione verso il fatto che ai nostri giorni centinaia di tibetani vengono uccisi e portati in campi di lavoro.
Contemporaneamente alla manifestazione pacifica di Budapest, in tutto il mondo e' stato ricordato il 10 marzo del 1959 quando sono morti quasi 100.000 tibetani uccisi dai fucili cinesi durante una manifestazione pacifica. Domenica scorsa, in occasione dell'anniversario della insurrezione tibetana soffocata nel sangue di 37 anni fa, in tutta Europa ed in America sono state issate bandiere tibetane sui pennoni dei municipi di circa 400 citta'.
(traduzione dall'ungherese a cura di Tiziana Bonafedi, sede PR Budapest)