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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Roma - 17 aprile 1996
10 MARZO/RASSEGNA STAMPA

LIBERTA' PER IL TIBET

Centrovalle (settimanale), 18/2/96

di Mariolina Nobili, Partito Radicale Transnazionale e Ass. Italia-Tibet

Anche i sindaci della Provincia di Sondrio stanno dando la loro adesione alla Campagna denominata »libertà per il Tibet organizzata dal Partito Radicale Transnazionale e dalla associazione Italia-Tibet. Il 10 marzo ricorre l'anniversario dell'insurrezione non violenta di Lhasa del 1959. All'epoca la Cina, che aveva invaso il Tibet dieci anni prima, schiacciò la rivolta: nella sola regione di Lhasa furono uccisi 87.000 tibetani e il Dalai Lama fuggi in India, dove tuttora risiede con il governo tibetano in esilio. Il 10 marzo sui pennoni delle sedi comunali sventoleranno le bandiere nazionali del Tibet (e anche sulle finestre dei cittadini che lo vorranno).

Sondrio, Tirano, Morbegno, Teglio, hanno già aderito. Si chiede a tutti i comuni di affrettare la deliberazione inviando l'adesione per fax allo 06/68805396, tel 06/689791.

Per la manifestazione internazionale che si terrà a Bruxelles il 10 marzo, è previsto un treno speciale a prezzi scontatissimi. Telefonare per informazioni allo 0342/512739, a Milano allo 02/58314123 - 02/70638382.

A Sondrio aderisce il Centro Tenzin Cio Ling di filosofia e cultura tibetana (tel 0342/513198) che il 10 marzo organizzerà una serata di commemorazione e sensibilizzazione

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UNA BANDIERA PER IL TIBET

La Provincia di Sondrio (settimanale), rubrica "iniziative", 24/2/96

Sondrio, Morbegno, Teglio e Tirano hanno già aderito all'iniziativa per la liberazione del paese dall'occupazione cinese

di Raffaella Caprinau

Sono passa 47 anni da quel fatidico 1949, anno in cui la Repubblica Popolare Cinese invadeva illegalmente il Tibet. Dopo aver sconfitto il piccolo esercito locale e aver occupato metà del paese, nel maggio 1951, il governo cinese imponeva alle autorità tibetane il così detto "accordo in 17 per la liberazione pacifica del Tibet", non valido secondo il diritto internazionale, perché firmato sotto costrizione. Ma ai tibetani, vista la minaccia di occupazione della capitale Lhasa e la prospettiva di cancellazione totale dello stato, non restava altra scelta.

A nulla Poté, il 10 marzo 1959, l'insurrezione non violenta di Lhasa; la Cina schiacciò la rivolta nel sangue: 87.000 tibetani furono massacrati e il Dalai Lama fu costretto a fuggire in India dove tuttora risiede con il Governo tibetano in esilio. Le persecuzioni religiose ed i soprusi civili continuarono per anni raggiungendo il culmine negli anni Ottanta quando i cinesi, di fronte al rifiuto irriducibile dei tibetani a sottomettersi al loro governo, elaborarono e attuarono una vera e propria "soluzione finale": la pulizia etnica per diluizione. La popolazione cinese fu reclutata in massa e inviata in Tibet per "amalgamarsi" ai residenti; da poche decine di migliaia, i cinesi in Tibet sono oggi 7 milioni e i locali non rappresentano ormai che una minoranza. Ma l'obbiettiva cinese è ancora più raccapricciante: 40 milioni di cinesi in Tibet entro il 2020 per relegare, a quel punto, lingua, cultura, religione e costumi tibetani, ai soli libri di storia. A tutto questo il Partito Radicale Transnazionale, insie

me all'associazione Italia-Tibet, dice basta. E lo fa chiedendo ai sindaci del nostro paese di aderire alla campagna denominata "Libertà per il Tibet" facendo sventolare sui pennoni delle sedi comunali il 10 marzo prossimo (anniversario dell'insurrezione non violenta di Lhasa), una bandiera tibetana. Un piccolo gesto a sostegno di una situazione esplosiva che verrà ricordata lo stesso giorno a Bruxelles con una manifestazione internazionale culminante in una marcia che dal Parlamento Europeo arriverà fino alla sede dell'ambasciata cinese (un treno speciale per la capitale belga partirà da Sondrio a prezzi stracciati, per inf. 0342/512739). In Valtellina hanno già aderito i comuni di Sondrio, Morbegno, Teglio e Tirano. Ulteriori adesioni si possono inviare per fax al n. 06/6805396 o telefonando allo 06/689791.

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LIBERTA' PER IL TIBET

ECO delle Valli (settimanale), 12/3/96, con foto di Mariolina Nobili davanti al Municipio di Sondrio con la bandiera.

Sventolano anche nella nostra provincia le bandiere della "Terra dei Monaci". Il 10 marzo si è ricordato l'anniversario dell'insurrezione di Lhasa.

Il 10 marzo si sono viste sventolare, anche nelle nostre città e nei nostri paesi, delle "strane" bandiere, apparse alle finestre di numerosi privati cittadini. Tutte queste persone aderivano ad una grande campagna, promossa dal Partito Radicale Transnazionale in collaborazione con i comitati e le associazioni vicine al Tibet "Libertà per il Tibet". Anche alcuni comuni, tra i quali Sondrio e Morbegno hanno aderito all'iniziativa. Scopo di questa campagna, che prevede numerose forme di lotta non violenta, è attirare l'attenzione sul Tibet e creare le premesse affinché questa nazione possa ritornare libera e venga assicurata la sopravvivenza del suo popolo, ma si vuole anche chiedere a gran voce la promozione dei diritti umani e civili in Cina. La data del 10 marzo non è stata scelta a caso, ma è il giorno in cui, 37 anni fa, avveniva l'insurrezione non violenta di Lhasa, che fu repressa nel sangue. Dal 1949 il popolo tibetano subisce l'occupazione del proprio territorio da parte della Cina. Successivamente, i

n conseguenza della crescita di un'aperta resistenza all'occupazione soprattutto nel Tibet orientale, ci fu un fortissimo aumento della repressione cinese, che comprendeva la distruzione di edifici religiosi e l'arresto dei monaci, capi spirituali di quel popolo. Nel 1959 i moti popolari culminarono in manifestazioni di massa a Lhasa. All'epoca la cina schiacciò la rivolta. Nella sola regione di Lhasa furono uccisi 87000 tibetani e il Dalai Lama fuggi in India, dove tuttora risiede il Governo tibetano in esilio. Da dieci anni il Governo cinese sta mettendo in atto una vera e propria "pulizia etnica", termine ormai tristemente conosciuto, con trasferimenti massicci, pianificati e forzati di popolazione cinese verso il Tibet. Il popolo Tibetano rischia letteralmente di scomparire: l'obiettivo da parte della potenza occupante è di avere 40 milioni di cinesi in Tibet nel 2020. L'eco delle grida disperate di questa popolazione lontana si è già sentito nelle nostre valli quest'autunno quando sono stati ospitati in

Sondrio dei monaci Tibetani che hanno proposto i loro canti e balli sacri. Il 10 marzo a Bruxelles ha avuto luogo anche una grande manifestazione internazionale a cui hanno partecipato anche persone della nostra provincia.

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MARIOLINA A BRUXELLES PER LA LIBERTA' DEL TIBET.

ECO delle Valli (settimanale), pag 6, 19 marzo 1996.

Il Partito Radicale Transnazionale vuole liberare i tibetani.

Scenderemo in Piazza Garibaldi ogni domenica.

di Mariolina Nobili.

Caro direttore,

recentemente il suo giornale ha ospitato, con un bell'articolo, l'iniziativa del Partito Radicale Transnazionale denominata "Libertà per il Tibet", che, per i comuni italiani, consisteva nell'acquistare ed esporre sul pennone del Municipio la bandiera del Tibet. Le scrivo per esporre le ragioni di una nuova iniziativa locale e per commentare quanto è successo. Ogni domenica, a partire dal 17 marzo a Sondrio, in Piazza Garibaldi, e davanti al Municipio, si faranno sventolare le bandiere del Tibet. E' questa la risposta al dictat del Ministro dell'Interno che, con una circolare datata 6 marzo ha intimato ai Sindaci dei Comuni italiani di venir meno alla loro già deliberata intenzione di esporre la bandiera del Tibet nel 37· anniversario dell'insurrezione di Lhasa (10 marzo 1959) soffocata nel sangue dall'occupante regime cinese. Evidentemente le comunità locali non hanno più il diritto di esprimere, con i simboli che ritengono più opportuni, la propria solidarietà ad altre comunità nazionali e internazional

i. A quando il divieto alle persone di esprimere liberamente il loro pensiero? Da notare che nel suddetto fonogramma non ci si vergognava di riportare le leggi a cui fa riferimento: R.D. 24/9/1923 n.2072 convertito in legge il 24/12/1925! Negli anni '60 Don Milano ci insegnava che "l'obbedienza non è più una virtù". Perché i sindaci non hanno osato "disobbedire" a questo atto gravissimo e arbitrario di un governo (non dovrebbe essere solo "tecnico" e per di più dimissionario?) che sembra più attento a compiacere le pretese arroganti del regime cinese totalitario e genocida, in nome di affaristici contratti commerciali, piuttosto che difendere le ragioni del diritto di un popolo, quello tibetano simbolo della non violenza? I tibetani rischiano letteralmente l'estinzione, poiché, oltre alle passate e presenti violenze, stanno subendo una vera e propria operazione di "pulizia etnica" da parte della Cina occupante, con trasferimenti massicci, pianificati e forzati, di popolazioni cinesi verso il Tibet. Per fortu

na, a fronte della presa di posizione del governo italiano, la campagna del Partito Radicale e dei comitati pro Tibet ha avuto un primo successo il 10 marzo a Bruxelles: più di duemila persone hanno camminato per due ore dall'ambasciata cinese al Parlamento Europeo, sventolando migliaia di quelle stupende coloratissime bandiere e stringendosi attorno ai numerosi tibetani presenti. Altre iniziative si svolgeranno nei prossimi mesi: dall'appello al Segretario Generale dell'Onu perché riceva il Dalai Lama, alla campagna per la liberazione del piccolo Panchen Lama, alla nomination del cinese dissidente Wei Jingheng per il premio Nobel per la Pace. Sì, perché l'obbiettivo del P.R. è come al solito grandioso e quasi folle: non solo libertà e liberazione per i tibetani, ma libertà e liberazione dal totalitarismo di un miliardo e duecentomila cinesi! Ma, come per l'altra grande iniziativa, quella per l'abolizione della pena di morte nel mondo entro il 2000, occorre l'appoggio generoso di cittadini, comunità e Govern

i.

 
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