di Livio D'Eurupis
La gazzetta del mezzogiorno - 10/6/96 pag. 8
Pannella ricomincia da capo puntando sui giovani
É PUGLIESE LA PIVETTI RADICALE
Roma. Un'impressionante somiglianza fisica, nel fisico agile e minuto fino ai nerissimi capelli ricci mediterranei, e lo stesso fascino intrigante del potere al femminile gestito con garbo e con ferma decisione. Ma le analogie si fermano qui: ogni volta che si sente paragonata alla bigotta leghista brianzola, la pasionaria foggiana insorge indignata sfoderando un caratterino pepatissimo. Di origine montenegrina ma nata e cresciuta nella nostra terra generosa e prolifica di dirigenti radicali (e' barese il tesoriere del partito Maurizio Turco), Silvija Manzi e' l'astro nascente dei transnazionali pannelliani, a soli 22 anni proiettata in una carriera politica folgorante. Forte di una laurea conseguita precocemente e a pieni voti in scienze diplomatiche internazionali, appena approdata al Pr si mette subito in luce e le vengono presto affidati gli incarichi piu' delicati. Da New York, dove i radicali transnazionali hanno spostato la loro sede centrale nel palazzo di vetro dell'Onu, il segretario generale Marin
o Busdachin la invia in Inghilterra per dar vita con successo al primo nucleo militante di radicali federalisti nel paese piu' euroscettico. E poi in giro per tutta Europa, talvolta in incognito, a stendere rapporti riservati, allacciare relazioni internazionali e costruire nuove alleanze politiche, in un turbinio di spostamenti da fare invidia a Emma Bonino. Fino al Portogallo, un paese che sta stretto alle sue capacita' e nel quale si troverebbe, secondo voci raccolte nei corridoi del parlamento europeo, per spiccare il grande balzo verso Rio e assumere il coordinamento per l'intero continente sudamericano. Ma tanto successo produce anche nemici, specialmente in politica, dove le altre ragazze del gineceo pannelliano, invero non piu' troppo in fiore, mugugnano frustrate all'ombra della nuova enfant prodige che le ha scalzate, insinuando che si sia fatta strada per meriti culinari a colpi di spaghetti al pesto. "Tutta invidia di galline inacidite" commenta diplomatico Michele Boselli, l'alto dirigente che s
arebbe stato messo alle calcagna della Manzi per accompagnarla come interprete, aggiungendo che "pure questo e' falso: Silvija e' poliglotta, sa perfino l'esperanto. Io faccio solo l'autista, l'unica cosa che le manca e' la patente". E le valutazioni positive prevalgono unanimemente tra i radicali dell'altro sesso: "La vedo crescere molto bene" commenta senza esitazioni Paolo Pietrosanti, agile talpa della storica sede romana di via Torre Argentina. "La sento imporsi forte e chiaro" gli fa eco entusiasta Angiolo Bandinelli, monumento vivente di quasi un secolo di storia radicale. Ma l'ultima parola come sempre spetta al leader: si dice che Pannella, bisognoso di tirare fuori dal cappello una delle sue trovate per rilanciare la rosa nel pugno, stia pensando addirittura di convocare un congresso straordinario per imporre la Manzi alla segreteria del partito.