SECONDA CONFERENZA MONDIALE DEI GRUPPI DI SOSTEGNO AL TIBET
Bonn, li 14-17 giugno 1996
Intervento di Olivier DUPUIS, segretario del Partito Radicale, deputato al Parlamento europeo
Sua Santità
Signor Presidente del Parlamento, Caro Rinpochè
Signori membri del Governo
Signori Segretari di Dipartimento
Signore e signori Ambasciatori
Signor Presidente, cari amici della Friedrich Neuman Stiftung
Signore e signori rappresentanti dei Gruppi di sostegno al Tibet
Care amiche e cari amici
permettetemi di espremerVi tutta la mia gioia per essere oggi qui con voi e con essa quella di tutti i membri del Partito Radicale, da qualunque paese provengano, convinti come sono dell'eccezionale importanza delle giornate di lavoro che stanno per cominciare per la nostra causa e la nostra speranza.
La causa e la speranza della libertà per il Tibet, innanzitutto.
Ma pure, attraverso questa speranza, la nascita di una nuova speranza: la possibilità per tutti i popoli di questo mondo di affrancarsi del doppio giogo imperiale e totalitario per mezzo della nonviolenza organizzata.
vorrei dirvi quanto tutti noi radicali ci sentiamo oggi più ricchi e più forti. Più ricchi e più forti di quei progetti comuni diventati, grazie al lavoro di tutti, imprese, esperienze
e patrimonio comuni.
Ma permettetemi inoltre, vista la brevità dell'intervento, di concentrarmi sul presente e sul futuro.
Durante il nostro recente incontro con Voi a Roma, Vostra Santità, credo d'aver capito che Voi condividete con Marco Pannella e con noi la convinzione che sia giunto il momento di passare alla fase organizzativa del progetto al quale il Professor Samdong Rinpoche, altra persone attorno a lui e noi stessi lavoriamo da molti mesi: il Satyagrha mondiale per la libertà del Tibet.
Se la mia percezione è giusta, se il momento è davvero venuto, credo che questa conferenza che ci vede oggi riuniti dai quattro angoli del pianeta a Bonn, è un'occasione unica, direi quasi storica, per definire gli obbiettivi e gettare le basi di una scaletta (calendario) d'azioni che possano condurre le decine di migliaia di amici del Tibet di oggi e le centinaia di migliaia che si scopriranno tali nel corso delle prossime settimane e mesi a partecipare assieme, nella primavera del 1998, a questo cammino di verità, al Satyagrha mondiale per la libertà del Tibet e di tutti noi.
Ora, tutti insieme, dobbiamo lavorare per fissare le tappe intermedie grazie alle quali potremo, progressivamente, creare le condizioni perché ovunque nel mondo migliaia, decine di migliaia di persone siano pronte ad unirsi, per la primavera del 1998, nel Satyagrha, che dovrà comprendere digiuni, scioperi della fame, manifestazioni, sit-in e altre azioni di disobbedienza civile e di resistenza nonviolenta affinché leistituzioni internazionali riconoscano la legittimità e il buon fondamento giuridico, storico e politico della lotta dei tibetani per la loro libertà.
Permettetemi Vostra Santità, signor Presidente del Parlamento, cari amici membri del governo, di farvi alcune proposte di iniziative che potrebbero divenire momenti di preparazione del grande appuntamento della primavera del 1998.
Proposte
* Se nelle ore e giorni che seguono, noi potessimo aggiungere, alle circa 800 adesioni di parlamentari, centinaia di altre firme all'appello per il Segretario Generale delle Nazioni Unite perché riceva Sua Santità il Dalai Lama, perché la questione tibetana ritorni alle Nazioni Unite, perché le Nazioni Unite affrontino finalmente il problema dell'apertura di negoziati sino-tibetani senza precondizioni, allora il prossimo settembre potrebbe essere, a margine della terza Conferenza Mondiale dei parlamentari per il Tibet, l'occasione per incontrare Butros Ghali e per affidargli l'appello con le adesioni.
* Crediamo che il prossimo 2 ottobre potrebbe rappresentare una data ideale per organizzare, nel maggior numero possibile di capitali, una fiaccolata "Libertà per il Tibet - Democrazia per la Cina", "Libertà per il Panchen Lama, Libertà per Wej Jingsheng". Una maniera anche di approfondire la collaborazione e il lavoro comune con i nostri amici democratici cinesi e di verificare lo stato delle campagne per la liberazione del Panchen Lama e per l'attribuzione del Nobel a Wej.
Questo mi spinge a parlarvi di qualcuno chiamato dal Dalai Lama "gran coraggioso": WEJ Jingsheng, condannato, come sapete, dopo aver passato 14 anni in carcere, a una nuova pena di 15 anni di prigione. WEI è anche, come sapete, un amico del Tibet. Lo ha dimostrato e ne sta pagando il prezzo. Se, da tutte le Università del Mondo, se da tutti i Parlamenti sparsi nel Mondo, sapessimo suscitare migliaia di appoggi alla sua candidatura al Nobel per la Pace, credo che potremmo ragionevolmente contare sul fatto che, nei prossimi mesi, a Oslo verrà decretato un importante giorno di festa per la democrazia in Cina e la libertà in Tibet.
Noi ci stiamo organizzando e vorremmo poterlo fare con il maggior numero di Gruppi di Solidarietà e di sostegno possibile, perché il 10 marzo 1997 sia l'occasione per migliaia di municipalità nel mondo di seguire l'esempio dei 600 e più comuni che, il marzo scorso, hanno issato il simbolo del Tibet, il simbolo della nostra speranza, la bandiera del Tibet. Ma potrebbe anche essere, se vogliamo, perché in migliaia e migliaia di luoghi di culto, di lavoro, di residenze private, sventoli lo stesso simbolo.
Ecco, molto in breve, alcune delle proposte che intendevo farvi a nome del Partito Radicale transnazionale. Sperando che, forti della nonviolenza e di questa doppia speranza di libertà e di esemplarità della nostra lotta, le settimane e i mesi che abbiamo davanti a noi saranno ricche di successi, vi auguro, ci auguro a tutti "buon lavoro".