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Conferenza Partito radicale
Manfredi Giulio - 20 giugno 1996
ex-Jugoslavia: comunicato e segnalazioni

COMUNICATO STAMPA

IL CONSIGLIO COMUNALE DI TORINO APPROVA ALL'UNANIMITA' UN ORDINE DEL GIORNO DI SOSTEGNO ALL'OPERA DEL TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE SUI CRIMINI COMMESSI NELL'EX-JUGOSLAVIA.

DICHIARAZIONE DEL CONSIGLIERE CARMELO PALMA, PRIMO FIRMATARIO DELL'ORDINE DEL GIORNO:

"Si tratta di un piccolo ma significativo riconoscimento innanzitutto dell'azione svolta finora dal Tribunale dell'Aja, che è riuscito ad istruire i primi processi a criminali di guerra appartenenti a tutte le parti in conflitto, nonostante la difficoltà di reperire prove e testimoni in luoghi ancora sconvolti dalla guerra.

Inoltre, il documento sottolinea e condivide le recenti prese di posizione del Presidente del Tribunale, Antonio Cassese, che ha denunciato la mancanza di collaborazione dei governi di Belgrado e Pale nella ricerca e cattura degli accusati: dei 120 mandati di arresto contro persone sospettate di crimini, nessuno è stato eseguito; d'altronde, tali governi sono gli unici al mondo a non riconoscere legittimità ai giudici internazionali.

Sulla base di tali premesse, il Consiglio Comunale rivolge tre richieste al Governo italiano: una ferma presa di posizione che definisca "condizione essenziale" per il ristabilimento di una pace reale nell'ex-Jugoslavia l'arresto dei criminali di guerra, a partire dai serbo-bosniaci Karadzic, Mladic e Martic e dal croato-bosniaco Kordic; subordinare il ripristino delle relazioni economiche fra Roma e Belgrado all'effettiva collaborazione dei serbi con il Tribunale dell'Aja; una reale applicazione della legge 120/94 sulla cooperazione del governo italiano con i giudici internazionali (un piccolo esempio: la stampa ha parlato recentemente di cospicui finanziamenti del sedicente comandante serbo "Arkan" ad una sedicente "Lega Sud" fondata dall'affarista italo-serbo Giuseppe Di Stefano: il governo italiano non ha nulla da dichiarare al riguardo?)".

Torino, 19 giugno 1996

N.B. Chi voglia replicare l'iniziativa nel proprio comune può trovare l'ordine del giorno suddetto al n.9607 della conferenza PR; in sede di approvazione Carmelo ha presentato e fatto approvare il seguente emendamento aggiuntivo che è da inserire nel dispositivo dell'odg dopo le parole "...per sapere:...":

" - se il governo italiano ritiene condizione essenziale per il ristabilimento di una pace durevole e di regole democratiche nelle Repubbliche dell'ex-Jugoslavia la cattura dei criminali di guerra posti in stato d'accusa dal Tribunale Penale Internazionale, in particolare dei signori Radovan Karadzic, Ratko Mladic, Dario Kordic e Milan Martic;"

Dario Kordic era il sedicente presidente della Repubblica fantoccio della Herzeg-Bosnia; Milan Martic era il sedicente presidente della Repubblica fantoccio della Krajina.

Restando in materia, segnalo i seguenti tre articoli:

- dal "Corriere della Sera" del 17 giugno, la notizia che una cordata di imprenditori e professionisti italiani ha siglato il primo accordo con Belgrado; la joint venture si chiama Italjugo; per il 40% è in mano serba (ne fanno parte l'agenzia marittima Jugoagent, il Centro di studi strategici di Belgrado e la maggiore banca serba, la Beobank); l'altro 60% sarà italiano: ne fanno parte Alessandro Comola (presidente Confcooperative Liguria), un'agenzia livornese di shipping marittimo e un drappello di armatori e industriali; amministratore delegato sarà Giuliano Rossi, ex Lloyd triestino.

"I primi contatti con la Serbia risalgono a molti anni fa - spiega Comoli - nel '90 era stato avviato un progetto nel campo delle telecomunicazioni che vedeva interessati il Centro studi strategici di Belgrado, attraverso il professor Vatroslav Vekaric, e il gruppo Stet. Poi la guerra ha interrotto ogni contatto..." (Appunto: una domanda sorge spontanea: grazie a soldi e tecnici italiani la Serbia del 1990 è stata aiutata a migliorare il suo sistema di telecomunicazioni per poter meglio condurre la successiva guerra d'aggressione alle altre Repubbliche?, ndr).

- dalla "Repubblica" del 18 giugno, l'annuncio che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha ammesso un ricorso presentato nel '93 da un gruppo di attivisti dei diritti umani contro Radovan Karadzic per crimini contro l'umanità. (C'è voluto l'esercito americano per bloccare il massacro, ci vorrà la giustizia americana per arrestare i responsabili del massacro? Europa , dove sei?);

- da "La Stampa" del 19 giugno, l'annuncio della fine dell'embargo sulle armi alle Repubbliche dell'ex-Jugoslavia; il rilievo dato alla notizia (un trafiletto) è inversamente proporzionale all'efficacia dell'embargo stesso; un po' di pudore non guasta...

 
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