IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA UNA RISOLUZIONE D'URGENZA SULLA GRAVE SITUAZIONE DEL DISSIDENTE CINESE WEJ JINGSHENG E SULLA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI IN CINA.
Strasburgo-Roma, 21 giugno 1996. Il Parlamento europeo ha approvata una importante risoluzione sulla situazione del dissidente cinese WEJ Jinsgheng, che ha passato 14 anni in carcere duro solo per aver denunciato le violazioni dei diritti umani nel suo Paese e che è attualmente di nuovo detenuto nel tristemente famoso lager di Tangshan dopo essere stato condamnato ad altri 15 anni di galera. La risoluzione presentata dai deputati Olivier DUPUIS, segretario del Partito Radicale e da Noel MAMERE, entrambi del gruppo ARE (Alleanza Radicale europea), da Jessica LARIVE (gruppo liberale) e da Carlo RIPA DI MEANA (gruppo Verde), e poi fatta propria dagli altri gruppi parlamentari, chiede al governo cinese "di far procedere senza indugio a una revisione giuridica indipendente, aperta ad osservatori internazionali, della vicenda di WEJ Jingsheng".
Nella risoluzione il PE chiede inoltre la liberazione di tutti i detenuti per reati di opinione e la chiusura immediata dei "laogai" ed invita il governo cinese a garantire alle organizzazioni umanitarie internazionali di poter visitare i detenuti nelle carceri cinesi.
Infine contro il ripetersi di atti da parte di Pechino che comportano una grave violazione dei diritti umani il PE "ritiene che l'Unione europea debba essere preparata ad esercitare maggiori pressioni - sanzioni comprese - nelle sue relazioni economiche e commerciali con la Cina".
Si ricorda che il Partito Radicale, in cooperazione con la Federazione per la Democrazia in Cina e Human Rights in China, sta raccogliendo le proposte di candidatura per WEJ Jingsheng a Premio Nobel per la Pace 1997.
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