Metto insieme alcune informazioni varie, raccolte in questi giorni, compresa una chiacchierata con massimo Lensi, per dare una interpretazione di quel che è avvenuto nel Parlamento tedesco lunedì. Forse è utile, o forse dico cose già arcinote e banali.Il punto focale della Risoluzione del Bundestag tedesco è nel punto in cui parla di Rifugiati, di Profughi in senso tecnico.
Lunedì sera ero ancora in Germania, e ho potuto seguire i TG di massimo ascolto della TV tedesca, grazie all'insostituibile aiuto della Dott.ssa Kirchmayer. Ebbene, quei notiziari televisivi aprivano con la notizia della Risoluzione del Bundestag, e dicevano che la Risoluzione medesima dava un riconoscimento politico al governo tibetano in esilio.
La locuzione Governo tibetano in esilio non esiste nel testo. Ma vi è un passaggio che è cruciale, appunto quello sui profughi. vi si parla di pofughi in senso tecnico, tecnico giuridico del diritto internazionale. E si fa riferimento all'alto commissariato ONU competente.
Le nozioni di asilante e di rifugiato e profugo sono diverse, nel diritto internazionale, e pure nella nozione comune. Il profugo è quello che fugge da un paese occupato.
La chiave sembra essere lì.
E' noto che i profughi tibetani non sono riconosciuti come tali, e l'alto commissariato dell'ONU non può occuparsene, proprio perché la cina non ammette che a quelle persone sia attribuito uno status che ha connotazioni giuridiche molto precise. Nel caso del Tibet, chiamare rifugiato un tibetano che sta per esempio in India significherebbe dire esplicitamente che il Tibet è una entità statuale occupata, che è una entità statuale.
Se ricordo bene certe pagine di Diritto internaizonale, e se ho ben capito alcune frasi di Massimo, direi che le cose stanno proprio in questi termini.
E direi che al Bundestag è accaduta una cosa molto semplice quanto precisa: i promotori della risoluzione sapevano benissimo cosa avrebbe comportato l'approvazione di quel testo, e molto molto meno lo sapevano, se ne rendevano conto i deputati che l'hanno votata - tutti, tranne 3 o 4.
A noi certo rimane un documento di notevolissima importanza, proprio per questo, che rompe certamente la ritualità delle dichiarazioni ufficiali di molti parlamenti o governi che sempre associano alla difesa dei diritti umani dei Tibetani la non messa in discussione della integrità territoriale della Cina.
Oggi, giovedì, il Governo risponderà in Parrlamento, in Germania, sulla questione. Su richiesta SPD. E' evidente che la cosa si intreccia molto strettamente anche con le vicende politiche interne tedesche, anche a quelle interne alla maggioranza di governo, e pure a quelle tra le correnti interne al partito liberale, l'FDP del Ministro degli esteri. Ma rimane il fatto che è decisamente grosso.
Ancora, da ricordare che le prese di posizione ufficiali degli imprenditori tedesci, dichiarazioni della confidustria, ripetono in questi giorni che la Cina ha molto più da perdere di quanto non ne abbia la Germania, in termini commerciali ed economici, eventuali conseguenze di irrigidimenti cinesi.