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Partito Radicale Roma - 28 giugno 1996
Cina/Pena di Morte/Droga

TROPPO LAVORO PER IL BOIA

il manifesto, 28.6.96, pag. 9 (stralci)

di Luigi Tomba

In Cina eseguite in un giorno 227 condanne a morte pronunciate contro spacciatori. Una cifra spaventosa dalla quale emerge la vastità di circolazione di stupefacenti. Per il regime di Pechino la lotta alla droga è una questione di »sopravvivenza della nazione . Nella quale ogni mezzo è lecito.

Il governo cinese ha scelto il modo più cruento per celebrare la giornata internazionale della lotta agli stupefacenti, annunciando di aver eseguito la condanna a morte di 227 trafficanti di droga e processandone altri 1725, arrestati nel corso della campagna anticrimine dei primi mesi di quest'anno: 769 sono già stati condannati all'ergastolo o alla pena capitale. Si tratta di un ritorno in grande stile alle esecuzioni di massa, la cui portata simbolica è amplificata dalla presenza di pubblico ai processi (1.750.000 persone) nonché dai roghi pubblici delle sostanze sequestrate in due delle provincie meridionali al centro di un crescente commercio di stupefacenti (il Guangxi e il Fujian). La scelta della giornata internazionale contro la droga condisce le esecuzioni di un macabro senso di impotenza della comunità internazionale, da tempo impegnata, Stati Uniti in testa, a richiedere alla Cina misure »efficaci per evitare che il paese si trasformi nel nuovo crocevia dei traffici internazionali di droga (e ar

mi) del »triangolo d'oro ai confini meridionali.

[...]

Mille sono i canali attraverso cui la droga può attraversare la Cina. La mobilità geografica che ha messo in moto centinaia di milioni di contadini verso le città o l'estero ha messo la parola fine al controllo sul territorio e sulle vie di comunicazione aprendo canali di smercio per le società segrete cinesi (le triadi) con basi nel Sud-est asiatico, oggi intenzionate a sfruttare le zone d'ombra del sistema di sicurezza cinese, ma domani intenzionate a un potenziale gigantesco mercato. Le stime ufficiali parlano di 520.000 tossicodipendenti nel 1995 in tutta la Cina: altre, non ufficiali, di un milione, e mettono in guardia dai rischi di un'estensione dell'uso di droghe.

[...]

Il problema della diffusione dell'uso personale di droga in un paese grande, popolato, in straordinaria crescita economica, attraversato da crisi sociali e ai confini con l'area principale di produzione e commercializzazione è stato messo in evidenza più volte anche da documenti della conferenza mondiale contro la droga dell'Onu. L'impegno cinese, con il supporto internazionale, per una strategia a lungo termine per la riconversione dei terreni coltivati a oppio in colture di the o tabacco potrebbe scontrarsi con l'interesse dei grandi capitali del commercio internazionale capaci di rendere antieconomica la scelta di abbandonare l'oppio.

[...]

 
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