Corriere della Sera, 30.6.96, pag.5

Roma - "La Rosa nel pugno, simbolo delle grandi lotte e conquiste civili e referendarie di questo Paese, e' e rimane di proprieta' del partito radicale". L'altola' a chi volesse usare la rosa come simbolo del nuovo partito della sinistra viene dal segretario dei radicali Olivier Dupuis e dal tesoriere Danilo Quinto, i quali ricordano che la "Rosa nel pugno rimane legalmente di proprieta' del partito radicale, in Italia. Lo e' dal 1975, in base a un contratto scritto". Ma se Dupuis e Quinto non nutrono dubbi quanto alla titolarita' del simbolo sul piano legale, un motivo di inquietudine lo ravvisano invece nel significato politico che avrebbe l'eventuale "scippo": "Quanto sta accadendo in Italia a proposito della Rosa nel pugno - affermano infatti i due radicali - costituisce un evidente tentativo di rimozione politica. Di cancellazione, di ostracismo". E avanzano un paragone: "Accadeva nella Cina imperiale che chi si chiamava come l'imperatore non poteva usare quel nome, quell'ideogramma, quel logo".