>...non ho detto che mi candido, sto dando una mano al mio caro amico signor Zelko Raznjanotic, Arkan per capirci, alla scelta dei candidati. Se vinceremo io sarò il sottosegretario agli Esteri...Voglio una Bosnia europea, sotto l'ombrello della Nato, contro i comunisti (sic)...(Domanda: Tempo fa lei ha dichiarato che è pronto ad intervenire in Italia nel caso il pericolo della secessione da parte del Nord dovesse diventare concreto, sono bugie della stampa o lei conferma queste dichiarazioni?)...E' tutto vero, ho 11mila soldati già pronti per combattere. Uno dei miei soldati vale cinque marines americani...Se c'è un mandato di cattura (si riferisce ad un ordine di cattura internazionale emesso il 26 gennaio 1995 dalla polizia colombina per truffa) perché non mi arrestano quando sono a Roma? Aspetta un attimo, controllo col mio computer se l'Interpol ha queste notizie...(Domanda: Lei ha accesso al computer Interpol?)...Certo, qui a Belgrado si può. Ecco, non c'è nulla. Sono pulito. Ripeto p-u-l-i-to...".
L'intervista dell'Unità è stata ripresa da "Il Giornale di lunedì 1. luglio con un lancio in prima pagina ed un articolo in terza pagina.
In base a quanto esposto, chiedo:
- Donato De Renzis, i compagni del Molise possono acquisire altre informazione sul signor Di Stefano?
- a Roma è possibile far presentare da qualcuno la stessa interrogazione presentata l'anno scorso da Stanzani/Scopelliti, integrata con quanto è successo nel frattempo?
- a Bruxelles, qualcuno può lavorare su una richiesta al Tribunale Penale Internazionale affinché indaghi anche su Arkan e su Di Stefano?
P.S. Scusate il pressappochismo ma posso solo lavorare su articoli di giornale. Le affermazioni di Di Stefano possono apparire semplicemente come le esternazioni di un mitomane frustrato di provincia; si poteva, però , dire la stessa cosa per quanto diceva Radovan Karadzic nel 1990 o Umberto Bossi nel 1987!