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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Budapest - 2 luglio 1996
LIBERTA' PER IL TIBET/DEMOCRAZIA PER LA CINA-FAX N.28

Bollettino di informazione sulle campagne del Partito Radicale Transnazionale per la libertà del Tibet e per la democrazia in Cina.

"I truly believe that individuals can make a difference in society. Since periods of great change such as the present one come so rarely in human history, it is up to each of us to make the best use of our time to help create a happier world".

S.S. il XIV.mo Dalai Lama, 1992

Numero 28 del 3 luglio 1996

Redazione: Massimo Lensi, Dorottya u. 3.III.em 6. - 1051 Budapest (H) - Tel. +36-1-266.34.86 - 266.09.35 - Fax. 11.87.937 - e-mail M.Lensi@agora.stm.it - WWW-Url: http//:www.agora.stm.it/pr - Telnet: Agora.stm.it

Distribuzione: Alberto Novi - rue Belliard 89 - Rem 508, 1047 Bruxelles (B); tel.+32-2-2304121, fax +32-2-2303670.

Pubblicato in inglese, francese, spagnolo, italiano, ungherese, croato e rumeno.

PARLAMENTO BELGA: UN'ALTRO PASSO IN AVANTI PER LA LIBERTA' IN TIBET

Anche la Camera dei deputati belga approva una Risoluzione sulla situazione in Tibet andandosi cosi' ad aggiungere alla lista di quei parlamenti che danno legittimità istituzionale al Governo tibetano in esilio e che chiedono sia il rispetto dei diritti della persona nel Tibet occupato sia l'avvio dei negoziati sino-tibetani senza pre-condizioni tra il Dalai Lama e Pechino.

Una risoluzione oltremodo importante anche come risposta ai tentennamenti di alcuni Governi di fronte al gigante cinese ed alle sue ricche proposte economiche.

Non neghiamo che consideriamo questi episodi istituzionali di buon auspicio per il rafforzamento in altri parlamenti della lotta del popolo tibetano alla libertà. Una lotta, una battaglia politica che deve necessariamente avere due gambe: una di grossa mobilitazione nonviolenta nelle piazze e nelle strade di tutto il mondo con degli appuntamenti a cui stiamo già lavorando, come quello per esempio del 2 ottobre, anniversario della nascita del Mahatma Gandhi. L'altra, di costante interesse parlamentare per i destini del Tibet, deve muoversi attraverso la formazione di Intergruppi di lavoro sul Tibet, di approvazione di risoluzioni sui diritti umani, di mozioni di condanna dell'occupazione e di riconoscimento del Governo tibetano in esilio. Solo in questo modo si potrà giungere alle prossime scadenze delle istituzioni internazionali con una deligittimazione politica del nuovo corso cinese, denunciando le violazioni, le campagne repressive in corso ed evidenziando la negazione totale di ogni diritto per la dissi

denza democratica di esprimere una alternativa al regime di Li Peng.

Un processo, come ripetiamo molte volte, lento e difficile, ma che può e deve trovare nella continuità delle azioni la sua forza vincente.

Buon lavoro!

PARLAMENTO BELGA/RISOLUZIONE SUL TIBET

Il Parlamento belga ha approvato il 20 giugno una lunga e dettagliata Risoluzione sulla situazione in Tibet. Come per quella del Bundestag tedesco, precedentemente pubblicata, questa risoluzione potrebbe essere di spunto per altre analoghe e benvenute iniziative parlamentari.

* Risoluzione della Camera dei Deputati del Belgio

(Sessione ordinaria 1995-1996 - 20 giugno 1996)

La Camera,

- Vista la risoluzione relativa alla protezione del popolo tibetano adottata il 29 marzo 1994 dalla Camera dei Rappresentanti del Parlamento Belga (Doc: Camera n 1132/792/93);

- Vista la risoluzione della seconda Conferenza Mondiale dei Parlamentari sul Tibet tenutasi a Vilnius in Lituania dal 26 al 28 maggio '95;

- Vista la risoluzione n 134-1007/95 votata dal Parlamento Europeo il 13 luglio 1995;

- Viste le risoluzioni 1353 (XIV) del 1959, 1723 (XVI) del 1961 e 2079 (XX) del 1965 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite;

1. Storia del Tibet

- Considerando che, lungo tutta la sua storia, il Tibet è riuscito a mantenere un'identità nazionale, culturale e religiosa distinta dalla Cina, fino all'inizio dell'erosione seguita all'invasione cinese;

- Considerando che il Tibet storico è costituito da tre regioni: l'U-Tsang, l'Amdo e il Kham;

- Considerando che prima dell'invasione cinese del 1949, il Tibet era riconosciuto de facto da numerosi stati e che, secondo i principi stabiliti dal diritto internazionale e secondo le Nazioni Unite, il Tibet è un territorio occupato;

2. Natura del problema tibetano

- Considerando che la questione del Tibet è essenzialmente una questione politica: quella dell'assoggettamento del Tibet da parte della Repubblica popolare Cinese e della resistenza del popolo tibetano a questa dominazione;

- Considerando che il carattere specifico delle violazioni dei diritti dell'uomo in Tibet riguarda i tibetani in quanto popolo che afferma la propria identità e il proprio desiderio di mantenerla intatta, e che, quindi, le violazioni dei diritti dell'uomo in Tibet derivano in gran parte da una discriminazione razziale e culturale istituzionalizzata;

3. La lotta pacifica del popolo tibetano e del Dalai Lama

Cosciente della volontà del popolo tibetano di riottenere i propri diritti fondamentali e di preservare e sviluppare la sua cultura;

- Riconoscendo le proposte di negoziato fatte nel corso degli ultimi quindici anni dal Dalai Lama al governo cinese per l'ottenimento di una soluzione pacifica al problema tibetano;

- Considerando che nella ricerca di una soluzione negoziata al problema tibetano, il Dalai Lama non ha reclamato un'indipendenza totale per il Tibet e, che in risposta alle sue proposte concilianti, la Cina non ha cessato di trasferire coloni cinesi in Tibet, di modo che i tibetani sono oggi ridotti ad una minoranza nel proprio paese;

- Considerando che il Dalai Lama rimane pronto a negoziare con la Cina e che le proposte, quali il suo Piano di Pace in Cinque Punti (1987) e la proposta fatta al Parlamento Europeo (1988), che sono state positivamente accolte a livello internazionale, possono ancora costituire una base razionale per negoziati senza precondizioni;

4. I trasferimenti di popolazione

- Condannando come grave violazione del diritto internazionale il trasferimento di popolazione cinese Han - ufficialmente incoraggiato - messo in opera attraverso vari mezzi, e precisamente con la sostituzione di funzionari cinesi ad agenti tibetani competenti a vari livelli dell'amministrazione, così come con l'obbligazione fatta a tutto il personale militare arruolato, in virtù di una recente decisione, di stabilirsi in Tibet alla fine del servizio, sotto pena di perdere i propri diritti alla pensione;

5. La discriminazione in materia di educazione

- Condannando la discriminazione applicata dalle autorità cinesi nel campo dell'educazione, che priva i bambini tibetani delle facilità appropriate; oppure verso i Tibetani desiderosi di studiare la propria lingua e la propria cultura; o ancora con il richiamo obbligatorio dei bambini tibetani che conducano gli studi fuori del Tibet;

6. La politica di controllo delle nascite

- Considerando che il numero di Tibetani che vivono in Tibet (UTsang, Kham e Amdo) ammonta attualmente a circa 6.000.000 d'anime, che la superficie del Tibet è di 2,5 milioni di chilometri quadrati, (2,4 abitanti per chilometro quadrato);

- Constatando di conseguenza che la politica di controllo delle nascite non può essere giustificata vista la debole densità di popolazione tibetana vivente in Tibet e che quindi altro non è se non un altro dei mezzi impiegati dalla repubblica popolare Cinese per ridurre il numero di Tibetani che vivono in Tibet;

7. Il problema del Tibet equivale ad una pulizia etnica

- Condannando le altre gravi e sistematiche violazioni dei diritti dell'uomo in Tibet, in particolare, l'arresto e la detenzione arbitrari così come la tortura di tibetani per ragioni politiche; le violazioni dei diritti delle donne, in particolare, le sterilizzazioni e gli aborti forzate; la privazione della libertà religiosa; tutte offese che, assieme alla distruzione della ricca cultura tibetana e il trasferimento di popolazione, minacciano la sopravvivenza stessa del popolo tibetano ed equivalgono di conseguenza ad una pulizia etnica;

8. Problema dell'ambiente

- Preoccupata per la distruzione dell'ambiente naturale dell'altipiano del Tibet, e precisamente, la deforestazione abusiva, il deposito di rifiuti tossici e radioattivi, con conseguenze non solo sul Tibet, ma per tutta la regione e per il mondo intero;

9. Il diritto all'autodeterminazione

- Riaffermando il diritto inalienabile del popolo tibetano all'autodeterminazione;

10. Il diritto d'ingerenza

- Sottolineando che le violazioni dei diritti dell'uomo, e precisamente, del diritto all'autodeterminazione, così come tutte le altre violazioni del diritto internazionale sono per definizione, legittimo affare di tutti i membri della comunità internazionale, e non potrebbe essere l'affare interno di un qualsiasi Stato.

1. Chiede al governo belga:

- di esortare la Repubblica popolare Cinese di mettere immediatamente fine a tutte le politiche e pratiche che violano i diritti della persona e le libertà fondamentali dei tibetani;

- che sostenga, con tutti i mezzi diplomatici, il processo di negoziato con le autorità cinesi sollecitato dal Dalai Lama e dai rappresentanti del governo tibetano in esilio, in vista dell'ottenimento del diritto di autodeterminazione del popolo tibetano e dello stabilimento di una zona di pace democratica in Tibet;

- che faccia pressioni sulla Repubblica popolare cinese perché metta fine alla politica di controllo delle nascite consistente nello sterilizzare e nel far abortire con la forza le tibetane;

- che esiga dalla Repubblica Popolare Cinese che metta fine alla politica di trasferimento di popolazione cinese condotta in Tibet dalla Cina in flagrante violazione dell'articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra (1949);

- di ottenere che tutti i prigionieri d'opinione tibetani detenuti nelle prigioni e nei campi di concentrazione cinesi in Tibet siano immediatamente liberati;

- d'insistere perché la Repubblica Popolare Cinese, membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, rispetti le Convenzioni da lei sottoscritte, precisamente: la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura (1984), la Convenzioni sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (1966) e la convenzione sui diritti del bambino (1989) e perché siano applicate le risoluzioni adottate dal Parlamento europeo, dal Consiglio europeo e dalla Camera dei Rappresentanti belga (29 marzo 1994);

2. Invita il governo belga a proporre al Consiglio europeo dei Ministri degli Esteri di prendere posizione a questo proposito e di farla conoscere alle autorità della Repubblica Popolare Cinese;

3. Chiede che il Belgio si adoperi in ogni modo per ottenere che siano applicate le risoluzioni 1353 (XIV), 1723 (XVI) e 2079 (XX) delle Nazioni Unite e che il governo tibetano in esilio ottenga senza indugio lo statuto di osservatore presso tale istituzione internazionale.

RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO BELGA/DICHIARAZIONE PR

A seguito del voto del Parlamento belga Olivier DUPUIS, segretario del PR e deputato al Parlamento europeo ha dichiarato: "Il Partito Radicale, transnazionale e transpartito che assieme ai Tibet Support Group e col Governo tibetano in esilio, è impegnato nella costruzione di una campagna mondiale per la liberazione del Tibet occupato, ringrazia "Les Amis du Tibet - Belgique" per la tenacia con cui hanno operato per l'adozione di questa risoluzione ed i parlamentari belgi che l'hanno votata a partire dal Presidente del Gruppo Cristiano Sociale, Jacques LEFEVRE, vero e proprio architetto di questa iniziativa per la libertà in Tibet. Mi auguro inoltre che il vento di democrazia che ha permesso l'approvazione di questa risoluzione cosi' come di quelle al Parlamento europeo, lussemburghese e tedesco, non cessi e che questi documenti possano essere di concreto esempio per il proseguirsi di una stagione di lavoro comune per la libertà del Tibet occupato, nel maggior numero di parlamenti nel mondo ed alle Nazioni Un

ite, come chiesto dalla risoluzione belga."

PARLAMENTO EUROPEO/RISOLUZIONE SUGLI ESPERIMENTI NUCLEARI IN CINA

A conclusione, speriamo momentanea, di questa stagione di lavori parlamentari per la libertà in Tibet e la democrazia in Cina pubblichiamo la Risoluzione approvata nel mese di giugno dal Parlamento europeo sugli esperimenti nucleari in Cina. La Risoluzione è stata presentata dagli eurodeputati Noël MAMERE e Olivier DUPUIS, entrambi del Gruppo ARE e da altri gruppi politici.

* Risoluzione sugli esperimenti nucleari cinesi

Il Parlamento europeo,

- viste le sue risoluzioni sugli esperimenti nucleari militari, la non proliferazione delle armi nucleari e il controllo degli armamenti, segnatamente quelle sulla ripresa degli esperimenti nucleari francesi,

A. deplorando profondamente il fatto che la Repubblica popolare cinese ha recentemente effettuato, nel deserto di Lop Nur, il suo terzo esperimento nucleare dopo la conclusione della Conferenza sul Trattato di non proliferazione nel maggio 1995,

B. gravemente preoccupato per l'annuncio di un nuovo esperimento cinese entro settembre 1996,

C. considerando che a Ginevra proseguono i negoziati relativi al trattato sul divieto degli esperimenti nucleari (CTBT),

D. considerando che il divieto assoluto degli esperimenti nucleari costituisce un obiettivo importante della comunità internazionale nel settore del disarmo e della non proliferazione,

E. tenendo presenti le notizie secondo cui la Repubblica popolare cinese potrebbe essere disposta ad abbandonare le proprie insistenze sull'autorizzazione di "esplosioni nucleari pacifiche",

1. condanna fermamente la continuazione degli esperimenti nucleari da parte del governo cinese e gli chiede di rispettare la moratoria decisa a livello internazionale;

2. ritiene che la continuazione degli esperimenti nucleari sia incompatibile con l'obiettivo dei negoziati relativi al trattato sul divieto degli esperimenti nucleari;

3. invita il Consiglio e la Commissione a esercitare pressioni sulla Repubblica popolare cinese affinché accetti un trattato di interdizione totale delle sperimentazioni nucleari a opzione zero, che si applichi anche alle cosiddette "esplosioni nucleari pacifiche";

4. ribadisce la sua richiesta in ordine a un divieto totale e definitivo degli esperimenti nucleari;

5. invita tutte le parti, segnatamente gli Stati membri, a fare tutto il possibile affinché i negoziati relativi al trattato sul divieto degli esperimenti nucleari si concludano con un accordo che prevede l'adozione dell'"opzione zero", abbinato a un efficace sistema di verifica, e insiste sulla sua veloce ratifica;

6. esprime preoccupazione per le conseguenze che gli esperimenti nucleari possono determinare sulla salute delle popolazioni della regione di Lop Nur;

7. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo della Repubblica popolare cinese, al Segretario generale delle Nazioni Unite nonché al Presidente della Conferenza delle Nazioni Unite per il disarmo.

CAMPAGNA PER WEI PREMIO NOBEL PER LA PACE 1997: 275 PROPOSTE DI CANDIDATURA AL 2 LUGLIO

Seppur con una certa lentezza la campagna di raccolta delle proposte di candidatura per il dissidente WEI Jingsheng a Premio Nobel per la Pace 1997 continua in numerosi paesi europei. Ricordiamo che tra i titolati ad esprimere proposte di canditatura al Comitato Nobel vi sono i parlamentari nazionali ed i professori universitari titolari delle cattedre di Diritto, Storia, Filosofia e Scienze Politiche. La campagna è promossa dalla Federazione per la Democrazia in Cina di Parigi, da "Human Rights in China" e dal Partito Radicale.

Professori Totale

Paese Parlamentari Universitari al 2/7

-----------------------------------------------

Albania - 14 14

Austria 13 - 13

Belgio 8 12 20

Bielorussia 3 - 3

Bulgaria 6 6 12

Canada 11 5 16

Croazia 24 7 31

Danimarca 1 - 1

Francia 18 8 26

Germania 9 - 9

Irlanda 6 - 6

Italia 21 25 46

Lussemburgo 1 - 1

Moldavia 1 - 1

Norvegia 3 1 4

Paesi Bassi 3 2 5

Polonia - 2 2

Portogallo 2 - 2

Regno Unito 6 1 7

Romania 2 - 2

Russia 8 - 8

Slovenia 2 - 2

Spagna 8 3 11

Stati Uniti - 3 3

Svezia 1 - 1

Svizzera - 1 1

Ucraina 8 10 18

-----------------------------------------------

Totale 175 100 275

Il modulo per la proposta di candidatura cosi' come le altre informazioni necessarie per far meglio conoscere WEI e la drammatica situazione nei lager cinesi sono a disposizione presso le sedi del Partito Radicale o della Federazione per la Democrazia in Cina di Parigi (tel.33-1-45.71.04.48; fax. 49.88.95.76)

TIBET CINA TELEX

SVIZZERA/APPELLO AL DALAI LAMA

Lobsang GANGSHONTSANG, della "Swiss Tibetan Friendship Association" ci ha informato che 90 membri del parlamento svizzero hanno firmato l'appello al Segretario Generale delle NU perché riceva con urgenza il Dalai Lama. Al 2 luglio il totale dei parlamentari firmatari sale cosi' a 902.

NORVEGIA/TIBET/CINA/MANIFESTAZIONE PER I DIRITTI UMANI

All'arrivo del Presidente cinese Zemin, in visita ufficiale in Norvegia per la firma di alcuni accordi commerciali col Governo del paese scandinavo, è stata organizzata una pacifica manifestazione di protesta a cui hanno partecipato il monaco tibetano Palden GYATSO e WEI Shanshan, sorella del famoso dissidente WEI Jingsheng. La manifestazione, organizzata da Amnesty International e dal "Norwegian Tibet Committee" per protestare contro la violazione dei diritti umani in Cina ed in Tibet, è stata interrotta dalla polizia norvegese e Palden Gyatso, fermato per alcune ore, è stato rilasciato solo dopo il passaggio del corteo del Presidente cinese. A seguito dei fatti il segretario del PR, Olivier Dupuis, ha diffuso la seguente dichiarazione: "Il fatto che il Governo di un paese europeo di cosi' alta tradizione democratica come la Norvegia si pieghi al gigante cinese per la firma di invitanti accordi commerciali ci stupisce e preoccupa, specialmente se come contropartita si reprimono le manifestazioni di protesta

e si arrestano "pericolosi" monaci tibetani. Confidiamo invece nelle dichiarazioni del Presidente del parlamento norvegese Kirsti KOLLE GRONDAHL, che ha duramente criticato le azioni repressive della Polizia, perché sia avviata una immediata risposta istituzionale per la libertà in Tibet e la democrazia in Cina, cosi' come avvenuto in queste settimane nei parlamenti tedesco e belga. Una risposta che può' arrivare anche attraverso una proposta collettiva di tutto il parlamento di Oslo alla candidatura di WEI Jingsheng come Premio Nobel per la Pace 1997."

TIBET-CINA FAX VIA E-MAIL

E' possibile ricevere il "Tibet-Cina Fax" non-codato per una corretta lettura del testo inviato via posta elettronica. E' sufficiente richiederlo alla e-mail a.novi@agora.stm.it.

ERRATA CORRIGE

Nel numero 27 di "Tibet-Cina Fax" abbiamo pubblicato la Risoluzione sul Tibet approvata dal Bundestag tedesco omettendone un importante paragrafo. Ce ne scusiamo con i lettori.

* Capitolo II (quarto paragrafo)

- il governo cinese reagisca positivamente agli sforzi del Dalai Lama e del governo tibetano in esilio per un dialogo costruttivo e per accettare di concedere diritti più ampi al popolo tibetano.

 
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