Dalla trasmissione di venerdì 12 luglio ore 20,30 sulle iniziative del PR.In studio Paolo Pietrosanti e Marina Sisani. trascriviamo qui il collegamento con Flavio Rodeghiero, Deputato al Parlamento italiano per la Lega Nord.
PP: Abbiamo il piacere di essere collegati con l'onorevole Flavio Rodeghiero, che è un parlamentare, un deputato della Lega ed è un caro amico, nel senso che è uno di quei parlamentari particolarmente impegnati un po' su tutte le iniziative che questo transpartito transnazionale che è il Partito Radicale promuove.
Rodeghiero ha sottoscritto gli appelli perché il segretario generale delle Nazioni Unite riceva il Dalai Lama.
Buonasera!
FR: Buonasera a voi. grazie! Grazie a voi per quello che fate, e per questa telefonata.
PP: Onorevole: intanto ci dia una motivazione di questa sua adesione a queste iniziative, in particolare per quello che riguarda il Tibet.
FR: Certo! Credo che la situazione in quella zona ormai sia arrivata al limite della sopportabilità. Lo dico per chi vive e risiede, nel senso che si trova impedito in una libertà in un riconoscimento di sovranità che la Cina non vuole assolutamente
riconoscere. Lo dico rispetto anche agli osservatori più sensibili che non possono più sopportare una situazione che si prolunga da troppo tempo, rispetto anche e soprattutto ad un'assenza di interventi ufficiali da parte di coloro, soprattutto l'ONU, ma anche molti altri soggetti internazionali, che sarebbero dovuti intervenire in maniera più tempestiva e molto più forte di quanto è stato fatto. Quindi un intervento transnazionale che state operando deve ricevere l'appoggio incondizionato di tutti coloro che vogliono lavorare per la difesa e la tutela della libertà. In ogni parte del mondo, soprattutto qui, dove ci sono forse meno forze perché questa venga riconosciuta e tutelata.
PP: Le sottopongo una considerazione, le chiedo un giudizio su questo: in realtà di Tibet e di Dalai Lama, sia pure a ondate, sulla stampa e sulle televisioni italiane si parla. Ma si parla a ondate, si parla molto poco, molto più del dato di costume, di interesse culturale o di curiosità spicciola. Si parla parecchio di interesse alpinistico o geografico, se vogliamo. Ma si parla molto poco o molto meno dei dati politici, e quindi della Cina, in termini politici. E' d'accordo o no?
FR: E' verissimo. E' un dato oggettivo credo che sia anche purtroppo una povertà della nostra informazione che si accontenta di ciò che è più immediatamente appetibile per il consumatore-lettore. Essere sensibili alle questioni della libertà, le questioni anche istituzionali di come questa possa e debba essere riconosciuta esige un lavoro di ricerca, un coraggio di proclamazione, una capacità di informare con libertà da tante pressioni che vorrebbero far tacere gli organi su quanto avviene, che non tutti hanno. Ecco che allora lo stimolo anche da parte nostra , istituzionale. Dico dei parlamentari appartenenti ai diversi paesi che abbiamo partecipato e stiamo partecipando a questo massiccio intervento sia necessario perché l'ONU chiaramente possa fare pesare la sua voce. Altrimenti sembra che anche tutti coloro che cercano di muoversi possano fare ben poco.
Perché i mezzi non danno l'informazione, a parte appunto quelli più sensibili per caratterizzazione. Ma quelli che lavorano in un mercato, qual è quello di oggi, di una informazione più gridata, per certi versi estremista nelle cose. per le quali si vende informazione più che fare informazione non riescono a trovare lo spazio sufficiente quanto meno per farsi ascoltare.
PP: Senta Rodeghiero... noi troviamo l'onorevole Rodeghiero sempre vicino ad un sacco di cose che facciamo. La pena di morte, la questione della Corte penale permanente, le iniziative sul Tibet, sulla Cina, Wei Jing Sheng, eccetera. Come mai?
FR: Io mi sento molto legato alla mia formazione cristiana e credo che queste battaglie dovrebbero trovare uniti tutti coloro che hanno un'ideale forte da vivere nella vita al dilà di differenziazioni ideologiche e di partito. Dovrebbe trovare tutti uniti e coraggiosi nel proclamare a gran voce i diritti dell'uomo e i diritti dei popoli. Io credo che siete voi che mi date l'occasione di esprimere in questo modo non solo a livello nazionale questi problemi e quindi dare gran voce. Sono io che ringrazio voi perché mi date l'opportunità. Sarebbe importante che nel nostro paese si fosse capaci, ecco voi esprimete una sensibilità come dicevo prima transnazionale. Non sempre l'ecumenismo è anche cattolicità che vuol dire universalismo per tanta parte della nostra cultura, riesce a capire e a appoggiare le vostre iniziative. Credo che sia più che una ricchezza, senz'altro da parte vostra, ma più che una ricchezza di coloro che aderiscono una povertà di coloro che non la capiscono.
PP: Le faccio una domanda che è apparentemente banale e automatica, ma che poi non lo è. Ci dia un giudizio sul partito radicale. Su questo tentativo apparentemente folle che abbiamo cominciato nel 1988 di diventare un'organizzazione transnazionale.
FR: Credo sia un'iniziativa assolutamente positiva. Io appartengo ad un movimento, la Lega Nord, che si caratterizza per un riferimento territoriale. Però non deve esssere mai chiuso a problemi e identità che toccano tutti i popoli, anzi, quando si parla di federalismo si parla anche e soprattutto di solidarietà. La vostra iniziativa credo che sia capace di dare voce a questo concetto, chiamiamolo così, federalista a livello internazionale. Cioè la capacità di risolvere, affrontare, quanto meno, cioè sottolineare problemi internazionali, che vuol dire anche riconoscimento quindi dell'identità di ciascuno. Ecco mi sembrano due cose assolutamente parallele: la capacità di valorizzare ciò che sta sopra e che vuol dire dare spazio a ciò che sta sotto.
Alcuni problemi hanno una valenza internazionale e vanno risolti con questa chiave internazionale. E questo è un riconoscimento che altri hanno una valenza più tipicamente territoriale. Naturalmente in un rapporto di interdipendenza, autonomia, che mi sembra poi la chiave di soluzione. Perché è quella che nel governo delle cose è più vicina al cittadino, nel momento in cui i problemi sono a livello più basso. E naturalmente più ,trasparente perché coinvolge tutti quando i problemi sono a livello alto. In questo caso: la riuscita della libertà in paesi estremamente lontani però vicini, perché sono persone che hanno la nostra esigenza di vedere riconosciuti i propri diritti fondamentali.
MS: A proposito del suo spunto sul federalismo... Lo stesso Dalai Lama, nel discorso che ha fatto lo scorso 10 marzo prospettava una soluzione di tipo federalista per la Cina. Lei ritiene che potrebbe essere praticabile questa via?
FR: Ho avuto modo di andare a visitare la Repubblica di Taiwan che pure soffre sempre di queste intimidazioni a ciclo continuo da parte della Cina. Ed è stato prospettato pure da loro, negli incontri ufficiali, non solo certamente con il mio movimento ma anche con tanti altri partiti dell'arco costituzionale italiano, questa ipotesi. Secondo me è l'ipotesi più vicina al rispetto delle identità che nella storia si sono formate in questa parte del continente asiatico. Certamente però, non so se potrebbe essere la data prossima di scadenza dei rapporti con Hong Kong ad accellerare i tempi, altrimenti non potranno che essere associazioni come voi che operano a livello internazionale e speriamo che raggiungano anche l'obiettivo di coinvolgere organizzazioni sovra- ed internazionali come l'ONU.
PP: A proposito di ONU, mi pare che la lega,, il suo partito, abbia detto qualcosa nei mesi scorsi, magari con un po' di forzatura più o meno volontaria, (magari qualche forzatura sarà stata dovuta alla stampa,da giornalisti che hanno ripreso certe dichiarazioni), il ruolo delle N.U. oggi, secondo lei...Le nazioni unite stanno purtroppo perdendo da anni su tutti i fronti, ma noi rimaniamo convinti del fatto che invece si debba rafforzare quella struttura, quella istituzione, dando poteri maggiori, ma un assetto istituzionale più funzionante.
FR: Sì, è fuor di dubbio. Tante volte noi siamo esasperati nelle nostre affermazioni e nelle nostre uscite. E' perché così il tema si pone in maniera più forte e ognuno si sente interprete e obbligato quanto meno a mettersi in dialogo e in confronto.
Tante volte poi la portata è minore della forma, con la quale lo si esprime. come nel caso dell'ONU: certo qui c'è un problema molto grosso, perché il fallimento della società delle nazioni deriva proprio dalla mancanza di coraggio di fare volare queste organizzazioni. Per farle volare ogni paese deve avere la capacità di riconoscere un suo limite in quegli aspetti che queste devono gestire di sovranità. Non c'è alternativa. Purtroppo fa specie vedere che sono più le spinte dei mercati che ormai portano tutto a un confronto di globalità globalizzante, a spingere che non le volontà politiche che devono essere più attente ai valori fondamentali, a spingere per unaa internazionalizzazione nell'affrontare determinate questioni. Qui i paesi devono essere più coraggiosi. Io dico i cittadini devono essere più coraggiosi per smuovere i propri paesi. Quindi associarsi, mettersi insieme, saper dare alle proprie sensibilità un volto istituzionale, come può essere, anche il vostro, una voce radiofonica, una capacità
di collegarsi a livello internazionale con altri gruppi, è il modo migliore per far vedere come questa sovranità deve essere delegata e deve essere gestita a livello internazionale, per trovare la soluzione a determinati problemi che sono internazionali. Ormai i confini hanno un valore limite. Come dicevo è l'economia a metterlo in evidenza, però è l'uomo che è uguale in ogni angolo della terra e che in fondo ha le stesse istanze fondamentali di giustizia, di libertà. O si arriva anche a una capacità di organizzare questa struttura di base che è dell'uomo di ogni tempo, poi sono i fatti soprattutto quelli economici che ci spingono e ci obbligano. Però c'è il rischio che quando c'è il prevalere dell'economia i diritti fondamentali vengano in secondo piano. E allora o queste organizzazioni si assumono il coraggio di far valere i valori, o altrimenti sarà l'economia a globalizzare la situazione, lasciando un vuoto fondamentale, quello del rispetto della persona, del rispetto dei popoli. Allora sì, non sarà più
come il passaggio dal fallimento della Società delle Nazioni ad oggi, ma sarà una frammentazione che renderà tutti un po' più poveri. Il momento di passaggio si ha proprio in questi anni. Il confronto è tra un capitalismo di tipo americano e un capitalismo di tipo socialdemocratico, quello su cui si sta avviando la Russia, e forse nel tempo anche la Cina. La competizione tra gli uomini non può ridursi ad una competizione di tipo economico. Alla fine ci sarà un impoverimento globale nella capacità di gestire la vita collettiva.
Volevo aggiungere solo questo: tante volte ci si dimentica che mentre diventa globale, e quindi interdipendente il rapporto fra le nazioni, diventa globale, anche per l'utilizzo dello strumento dell'informatica, anche il rapporto tra criminalità organizzata e mafie di tutto il mondo. Perché ci sono in Cina, ci sono in Giappone, e ci sono in Russia. Questo vuol dire un potere parallelo che ha dei mezzi che ancora non possiamo conoscere in termini finanziari. O la società delle Nazioni, oggi ONU, assume con coraggio il compito principale delle istituzioni, che è quello di tutelare i diritti fondamentali del cittadino, o diventerà solo una struttura incapace di agire che è vittima delle potenze economiche legali o illegali.
PP: Aggiungo soltanto un'annotazione per dirle che quello che lei ci ha detto e ci dice avrebbe come conseguenza naturale, logica, una tessera del Partito radicale ad onorem. Soltanto , non esistono. E quindi, chiudo qui, tragga lei le conseguenze. Io non attendo nessuna risposta per Radio; ma magari per posta sì.
FR: Va bene. Comunque sappiate che avete tutto il mio appoggio in queste grandi battaglie perché è il riconoscimento di un coraggio e la disponibilità di una presenza, quella istituzionale ma anche di persona e di cittadino ancor prima. Grazie a voi per il lavoro che fate.
PP: Grazie, Buona sera.
FR: Buona serata. Saluti a tutti gli ascoltatori.