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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Budapest - 16 agosto 1996
LIBERTA' PER IL TIBET/DEMOCRAZIA PER LA CINA-FAX N.31

Bollettino di informazione sulle campagne del Partito Radicale transnazionale per la libertà del Tibet e per la democrazia in Cina.

"I truly believe that individuals can make a difference in society. Since periods of great change such as the present one come so rarely in human history, it is up to each of us to make the best use of our time to help create a happier world".

S.S. il XIV.mo Dalai Lama, 1992

Numero 31 del 16 agosto 1996

Redazione: Massimo Lensi, Dorottya u. 3.III.em 6. - 1051 Budapest (H) - Tel. +36-1-266.34.86 - 266.09.35 - Fax. 11.87.937 - e-mail M.Lensi@agora.stm.it - WWW-Url: http//:www.agora.stm.it/pr - Telnet: Agora.stm.it

Distribuzione: Alberto Novi - rue Belliard 89 - Rem 508, 1047 Bruxelles (B); tel.+32-2-2304121, fax +32-2-2303670.

Pubblicato in inglese, francese, spagnolo, italiano, ungherese, croato e rumeno.

2 OTTOBRE 1996: NONVIOLENZA, DIALOGO, LIBERTA' PER IL TIBET.

DIGIUNO DI DIALOGO PER LA LIBERAZIONE DEL PANCHEN LAMA E DI WEI JINGSHENG

Non vi sono dubbi che la preparazione di un movimento nonviolento mondiale per la liberazione del Tibet sia una iniziativa difficile, al limite della ragionevole follia. Come non vi sono oltremodo dubbi di quante e quali saranno le difficoltà quotidiane da superare. Il "Satyagraha 1998" per la liberazione del Tibet avrà bisogno nel suo divenire di costanti verifiche, di accostamenti, di essere nutrito nella sua preparazione di sollecitazioni ed esperimenti quotidiani. A Dharamsala, nella seconda settimana di agosto, il segretario del PR, Olivier Dupuis, e la Commissaria dell'Unione europea per gli aiuti umanitari, già segretaria generale del PR, Emma Bonino, si sono incontrati con Sua Santità, il Dalai Lama per discutere con lui delle iniziative politiche da costruire nei prossimi mesi per la libertà del Tibet occupato. Iniziative parlamentari, istituzionali, ma anche di lotta civile, nonviolenta per sostenere il Governo tibetano in esilio nella sua battaglia di libertà e di democrazia e per aiutare, inoltre

, l'avvio di un processo di democratizzazione interno della Repubblica popolare di Cina.

Nonviolenza e dialogo sono state le parole espresse a più riprese da Sua Santità. "Nonviolenza" come metodo politico e "dialogo" come ricerca della verità, espressione della parola come unica "arma" effettiva per la liberazione del Tibet.

Molte questioni sono state affrontate ma per il momento ci vogliamo rivolgere a tutti i lettori di questo bollettino per lanciare una prima verifica, un primo importante momento organizzativo preparativo del Satyagraha 1998.

Con gli amici della "India Tibet Friendship Society", che lavorano in stretto contatto con il Prof. Samdhong Rinpoche, Presidente del parlamento tibetano in esilio, riteniamo che il 2 ottobre - anniversario della nascita del Mahatma Gandhi - potra' costituire una occasione ideale per indire una prima iniziativa nonviolenta. Un'iniziativa che si concretizzerà sotto la forma di un digiuno di dialogo di tre giorni diretto alle istituzioni nazionali dei nostri paesi, ai Ministri degli esteri, per chiedere che intervengano a favore della liberazione di Gedhun Choekyi Nyima, XI.mo Panchen Lama e del famoso dissidente cinese Wei Jingsheng. Un digiuno di dialogo che inizierà il 29 settembre con una conferenza stampa e si concluderà il 2 ottobre con delle manifestazioni di fronte ai Ministeri degli Esteri delle varie capitali.

Nei prossimi numeri di "Tibet - Cina Fax" pubblicheremo le informazioni tecniche utili per l'organizzazione di questa prima iniziativa preparatoria del Satyagraha 98, fornendo anche le prime adesioni a questi tre giorni di digiuno, tra le quali, speriamo, anche la tua che puoi comunicare facendoci pervenire il modulo di adesione che troverai in questo numero del bollettino.

A mo' di conclusione di questo breve editoriale, riportiamo una frase di Sua Santità che evidenzia molto bene la responsabilità politica dell'Occidente, ricco e "democratico", nei confronti del Tibet e della sua battaglia di libertà, della Cina e della sua indispensabile democratizzazione. Una responsabilità che non è solo dei nostri governi, ma di ciascuno di noi.

"La principale ragione per cui la Cina rifiuta di negoziare con noi è perché il mondo ha taciuto per quanto riguarda la originale menzogna che il Tibet è stato sempre una parte della Cina" (International Herald Tribune, 30 luglio 1996).

A presto e buon lavoro!

NONVIOLENZA/DIGIUNO DI DIALOGO

Il digiuno di dialogo è una delle forme di lotta noviolenta possibile. Si caratterizza nell'individuazione di obiettivi raggiungibili a breve termine che si integrano pero' in una prospettiva più ampia e complessiva a medio o lungo termine. Si basa anche sulla ricerca e valorizzazione di interlocutori ai quali non si chiede di adempiere alle nostre esigenze, ma di comportarsi coerentemente con le prese di posizione dell'autorità che loro rappresentano. In altre parole il digiuno di dialogo non è altro che un richiamo al rispetto di un impegno, all'assunzione di una responsabilità. Il digiuno viene attuato attraverso una sospensione dell'assunzione di cibo per una durata che puo' essere o meno prefissata antecedentemente. Durante i giorni di digiuno si possono assumere fino a 300-400 calorie al giorno (circa tre bicchieri di tè con un cucchiao di zucchero). Il digiuno avviene senza che la vita quotidiana subisca profonde modifica. In particolare si continua a lavorare normalmente. Ovviamente si cerca di ottim

izzare i momenti cosidetti liberi per organizzare, quanto più possibile insieme ad altri digiunatori, delle attività pubbliche: manifestazioni, preparazione e diffusione di materiale d'informazione sull'iniziativa nonviolenta in corso.

* Per concludere questa prima scheda di spiegazione pubblichiamo un brano di una intervista a cura di Milovan ERKIC che Marco PANNELLA, leader radicale, rilascio' al giornale serbo "Politicki Svet" di Belgrado nel novembre 1988.

La nonviolenza politica, oggi, costituisce la forma più avanzata e integra della "tolleranza laica", su cui si fonda la civiltà di una società e di uno Stato, se è tradotta nelle leggi e nei comportamenti della classe dirigente non meno che delle opposizioni storiche. Per un paio di secoli, dopo la rivoluzione borghese, contraddizioni spaventose hanno ferito la civiltà della tolleranza e della democrazia. In nome della dea ragione si è ucciso e massacrato, in nome delle nazioni e delle rivoluzioni si sono fatte guerre e carnai e si è anche pensato che tolleranza e violenza potessero e dovessero convivere, quando la violenza diventava di Stato o "rivoluzionaria". Purtroppo la Chiesa cattolica, nei secoli, ha subito anch'essa, e in certi periodi ha imposto, massacri e violenze fra le più atroci. Nei processi stalinisti la matrice da "Inquisizione" è facilmente riscontrabile. La nonviolenza mette al centro della vita sociale la persona, il dialogo, come Socrate, non solamente come Gandhi. La nonviolenza presupp

one il fatto che non esistono demoni, ma solo persone: e che la peggiore fra di esse, se aggredita con la forza della nonviolenza, che è sempre "aggressiva" al contrario dell'apparente mitezza del pacifismo può corrispondere con quella parte di sé che è migliore... La vera nonviolenza politica, per esempio, non ha nulla a che vedere con certe forze di sciopero della fame, come quelle dei militari irlandesi dell'IRA. Se non si vuole che la nonviolenza costituisca una forma di violenza, occorre usare la sue forme estreme, come quella appunto dello sciopero della fame, solamente per chiedere al potere, con fiducia, di attuare quello che ha promesso e che la legge stessa gli impone... Comunque la tolleranza, la civiltà laica deve temere come la peste uno stato e leggi che pretendano di imporre valori etici e morali: il diritto positivo deve solamente garantire che nessuna morale individuale e collettiva si sviluppi ai danni di altri, faccia loro violenza.

MODULO DI ADESIONE AL DIGIUNO DI DIALOGO

( ) Aderisco al digiuno di dialogo per la liberazione di Gedhun Choekyi Nyima, XI.mo Panchen Lama e del dissidente cinese Wei Jingsheng.

* E' mia intenzione digiunare per ( ) 1 giorno

( ) 2 giorni

( ) 3 giorni

* Si prega di specificare i giorni di digiuno: ( ) 30 settembre

( ) 1 ottobre

( ) 2 ottobre

Nome e cognome....................................................

Indirizzo completo................................................

..................................................................

Paese.............................................................

Telefono.............................Fax..........................

E-mail............................................................

Professione/qualifica.............................................

Organizzazione....................................................

Dichiarazione (facoltativa).......................................

..................................................................

..................................................................

..................................................................

(la dichiarazione sara' diffusa attraverso il sistema telematico multilingue Agora' - telnet Agora)

* Si prega di rimandare il modulo di adesione compilato ad uno dei seguenti recapiti:

- via posta: Partito Radicale, Rue Belliard 97-113, Rem 508, 1047 Bruxelles (Belgio)

- via fax: +32-2-230.36.70

- via e-mail: pr.bruxelles@agora.stm.it

* Si puo' anche dichiarare la propria adesione e quella di altre persone telefonando al +32-2-230.42.21.

DHARAMSALA: VISITA ALLA CENTRAL TIBETAN ADMINISTRATION

Nell'ambito delle iniziative per la libertà del Tibet il segretario del PR e parlamentare europeo Olivier DUPUIS e la Commissaria europea per gli aiuti umanitari, Emma BONINO, si sono recati per una serie di incontri e visite ufficiali alla Central Tibetan Administration a Dharamsala. Della delegazione che accompagnava la Commissaria europea facevano parte inoltre Anthony J.L. SMITH, chargé d'Affaire dell'Unione europea a Delhi, Santiago GOMEZ REINO, direttore di ECHO (agenzia per gli aiuti umanitari dell'UE), Filippo Di ROBILANT e Marco DE ANDREIS, rispettivamente portavoce e consigliere politico del gabinetto Bonino. A Dharamsala, oltre all'incontro con Sua Santità del quale riferiamo nell'editoriale di questo numero di "Tibet-Cina Fax", la delegazione ha partecipato a due cene ufficiali con i membri del Governo tibetano in esilio e con tutti i segretari di Dipartimento. La delegazione ha inoltre potuto visitare il TVC (Tibet Children Village), l'ospedale, la fabbrica di medicinali, il Centro di accoglienz

a dei rifugiati, il Transit Camp dove i nuovi rifugiati studiano per due anni il tibetano e l'inglese, il Centro Norbu Linka di produzione di artigianato tibetano ed ha assistito ad uno spettacolo del T.I.P.A. (Tibetan Insitute of Performing Arts). Inoltre il segretario del PR ha poi avuto degli incontri particolari col Ministro degli esteri del Governo tibetano, Tashi WANGDI, con Tempa TSERING, Segretario del Dipartimento per l'Informazione e gli Affari Internazionali, con il vice presidente del Parlamento tibetano e con il Presidente del "Youth Tibetan Congress" con i quali sono state approfondite le linee di iniziativa politica specifiche per i prossimi mesi.

ONU/COMMISSIONE DIRITTI UMANI/PR/UNPO

Si sono aperti il 5 agosto a Ginevra i lavori della Sotto-Commissione ONU sulla "prevenzione delle discriminazioni e protezione delle minoranze". Il Partito Radicale in collaborazione con la "Unrepresented Nations and People Organization (UNPO)" è presente con una delegazione per sostenere i diritti di diverse popolazioni discriminate per razza, religione, lingua e cultura. Oltre ad una costante opera di informazione in ambito ONU, il Partito Radicale è intervenuto in aula sui diritti umani in Iraq e sulla eliminazione delle discriminazioni razziali. Un lungo e documentato testo sul trasferimento delle popolazioni in Tibet è stato presentato ed acquisito dalla Sotto-Commissione. Inoltre la delagazione si occuperà di Tibet, Turkestan Orientale, Papua, Kossovo, Timor Orientale, Sangiaccato (Serbia), Chittagong Hill Tracts (Burma), Nazione Lakota, Tartari di Crimea, Cecenia, Inguscezia e delle popolazioni assire, kurde e della minoranza turkmena in Iraq. La delegazione è composta da Marino BUSDACHIN (PR, rappre

sentante ONU), John NIMROD (ex-senatore USA), Homer ASHURIAN (Univ. Assyria), Ngawang CHANTEN (Tibet), Bato BAYESTUYEV (Buriazia), Tsymzhit VANCIKOVA (Buriazia), Nadir BEKIR (Tartaro di Crimea).

AGGIORNAMENTO SULLE 3 CAMPAGNE (al 15 agosto)

- Appello al Segretario Generale ONU perché riceva il Dalai Lama.

I parlamentari che richiedono l'incontro tra il Segretario Generale delle NU ed il Dalai Lama sono 979 da 39 differenti parlamenti. In numerosi paesi si stanno già organizzando delle iniziative di rilancio in previsione dell'apertura dei parlamenti dopo le ferie estive.

- Wei Jingsheng Premio Nobel per la Pace 1997.

Al 15 agosto sono 312 le proposte di candidatura raccolte. 196 parlamentari e 116 professori universitari delle cattedre di Diritto, Storia, Filosofia e Scienze Politiche. Ricordiamo che l'obiettivo è raggiungere quota 2.000 entro la fine del 1996.

- Libertà per il Panchen Lama.

Superate le 5.000 cartoline postali inviate al Presidente cinese Zemin per la liberazione immediata di Gedhun Choekyi Nyima, XI.mo Panchen Lama. Le cartoline spedite sono esattamente 5.033 da 35 differenti paesi. In Italia, su iniziativa del consigliere comunale Carmelo PALMA, il Sindaco di Torino, Valentino CASTELLANI, e altri 21 consiglieri comunali hanno inviato le cartoline al presidente ZEMIN.

Le liste nominali delle adesioni alle campagne in corso possono essere richieste alla sede del PR di Bruxelles: +32-2-2304121, fax +32-2-2303670.

TIBET CINA TELEX

BIRMANIA/INCONTRO BONINO - AUNG SAN SU CHI

Il 6 agosto a Rangoon la Commissaria europea per gli aiuti umanitari Emma BONINO, già segretaria generale del Partito Radicale, si è incontrata con Aung SAN SU CHI, Premio Nobel per la Pace, leader del Partito Democratico e voce dell'opposizione democratica al regime birmano. La San Su Chi ha sostenuto nel suo incontro di non desiderare che la Birmania riceva aiuti economici internazionali fino a che il Governo non dia prova concreta di una apertura alla democrazia ed al pluripartitismo.

INDIA/BIRMANIA/PR

Durante sua la recente visita in India il segretario del PR, Olivier DUPUIS, è stato invitato da George FERNANDES, deputato e leader del partito SAMATA, ad intervenire alla "Conferenza sulla sicurezza dell'India e sulla Birmania" svoltasi a New Delhi sabato 10 agosto. Nel suo intervento Dupuis ha sostenuto che "la democrazia in Birmania cosi' come la libertà in Tibet sono profondamente connesse con cio' che sta accadendo ed accadrà all'interno dei due più grandi vicini: Cina ed India" e che "la più urgente e importante questione da affrontare, sono sicuro, è quella anche di una più forte riforma della economia indiana perchè essa diventi al più presto una reale alternativa per gli investori stranieri, quelli europei in particolare, al mercato cinese."

INDIA/TIBET/CAMPAGNE PR

Il deputato George FERNANDES, leader del Partito Samata e dell'Integruppo Parlamentare sul Tibet, ha ribadito al Segretario del PR l'impegno del Intergruppo per la raccolta di adesioni sull'appello al Segretario Generale delle NU perché riceva il Dalai Lama e per la campagna per la candidatura di WEI a Premio Nobel per la Pace 1997. Con Nirmala DESHPANDE, vice-presidente dell'"India Tibet Friendship Society" Olivier DUPUIS ha potuto illustrare le iniziative promosse dal PR ed affrontare un primo positivo dibattito sulle iniziative nonviolente per il prossimo 2 ottobre, anniversario della nascita del Mahatma Gandhi. Da entrambi gli interlocutori è stato espresso una piena convergenza di analisi e di progettualità specifica per il digiuno di dialogo per la liberazione del Panchen Lama e di Wei Jingsheng.

BELGIO/WEI PREMIO NOBEL PER LA PACE

Il Presidente di "Les Amis du Tibet - Belgique", Thomas NAGANT, ha preannunciato il rilancio a settembre della campagna per Wei Premio Nobel per la Pace per il 1997. "Les Amis du Tibet" contatterà gli aderenti al "Comité des 1000 pour le Tibet", un comitato che raggruppa personalità del mondo della politica, delle scienze e dell'arte, tra cui molti professori universitari.

AUSTRALIA/TIBET SUPPORT GROUP

Il "Tibetan Friendship Group Australia" sta programmando per le prossime settimane una intensificazione delle azioni a sostegno delle campagne per la liberazione del Panchen Lama e per la raccolta di adesioni tra i parlamentari sull'appello al Segretario Generale della NU perché riceva il Dalai Lama. Judy SPERLING, Presidente del TSG australiano, ci ha fatto inoltre sapere con entusiasmo di voler collaborare al lancio della campagna "Una bandiera per il Tibet 1997" in Australia e Nuova Zelanda.

SUD AFRICA/VISITA DEL DALAI LAMA

Dal 19 al 24 agosto il Dalai Lama compirà una importante visita in Sud Africa. Guy LIEBERMAN, direttore esecutivo del "Dewachen TCC" e Kunzang YUTHOK della "Tibetan Rights Campaign" hanno chiesto a molti TSG e sostenitori della causa tibetana l'invio di fax al Presidente sudafricano Nelson MANDELA, perché riceva ufficialmente il Dalai Lama. Gli eurodeputati Olivier DUPUIS e Gianfranco DELL'ALBA, del gruppo ARE, nella loro lettera a Mandela hanno sottolineato l'importanza dell'incontro tra i due Premi Nobel per la Pace per poter sostenere con ancora maggiore forza la richiesta internazionale di apertura di negoziati senza pre-condizioni tra il Governo cinese e il Governo tibetano in esilio.

CROAZIA/NUOVO TSG A ZAGABRIA

Il 13 agosto è stato fondato a Zagabria il Gruppo di sostegno croato al Tibet (HUPT). L'indirizzo del nuovo TSG al quale auguriamo buon lavoro è presso la sede del Partito Radicale di Zagabria: Ilica 8, 10000 Zagreb. Tel/fax: 385-1-27.79.59.

ITALIA/BANDIERA TIBETANA

Il 28 luglio su iniziativa degli operatori dei rifugi alpini e con il sostegno della rivista "ALP" la bandiera tibetana è stata fatta sventolare sul più alto rifugio alpino d'Europa, la "Capanna Margherita" e su altri 5 rifugi del Monte Rosa in segno di solidarietà e di fratellanza degli alpinisti con il popolo tibetano.

NUOVO WEB SUL TIBET

Su iniziativa di Patrik MATON de "Les Amis du Tibet - Belgique" è stato aperto un nuovo (e bellissimo) sito web sul Tibet in francese. Indirizzo: http//:www.amis-tibet.be

RASSEGNA STAMPA

* "Idealism is Very often Supremely Realistic" di Fred HIATT, su International Herald Tribune, 3-4 agosto. Analisi della politica economica nel sud-est asiatico da parte degli Stati Uniti e dei paesi della "Asean" (Association of South East Asian Nations) (Conf.Part.Rad. 10324)

* "Wei Jingsheng face à ses juges (2)" su "La lettre d'information", n.59, 15 luglio. Difesa appassionata della democrazia e della lotta per i diritti civili scritta dal dissidente cinese Wei nel dicembre 1995 (Conf.Part.Rad. 10323).

* Radio Radicale, emittente di informazione politica italiana. Interviste a cura di Paolo PIETROSANTI con esponenti della politica ed esperti italiani sulle iniziative in corso per la libertà in Tibet e la democrazia in Cina: con Felice BESOSTRI, senatore dell'Ulivo e Stefano BOCO, senatore dei Verdi (10296 Conf.Part.Rad.); con Mariangela ISACCHINI, sinologa e biografa del dissidente WEI (Conf.Part.Rad. 1025).

APPUNTAMENTI

* Visita di Sua Santità in Ungheria: nei numeri precedenti di "Tibet-Cina Fax" avevamo annunciato la visita del Dalai Lama a Budapest dal 16 al 18 agosto. La visita è stata annullata per motivi di salute e probabilmente rinviata al prossimo autunno.

SECONDA PAGINA

Pubblichiamo in "Seconda Pagina" il testo della Mozione parlamentare sulla situazione in Tibet depositato alla Camera dei Deputati italiana lo scorso 10 luglio. Questo documento, uno tra i più avanzati sulla situazione in Tibet, è ovviamente a disposizione di tutti coloro che vorranno prendere delle iniziative in seno ai propri parlamenti.

* TESTO DELLA MOZIONE PARLAMENTARE SULLA SITUAZIONE IN TIBET DEPOSITATA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI ITALIANA

La Camera dei Deputati,

considerando:

- che in tutta la sua storia il Tibet è riuscito a conservare un'identità nazionale, culturale e religiosa distinta da quella della Cina fino a che tale identità non ha cominciato ad essere erosa a seguito dall'invasione cinese;

- che il Tibet storico è costituito da tre Regioni: l'U-Tsang, l'Amdo e il Kham e che una parte sostanziale di esso non fa parte di quella che la repubblica Popolare di Cina definisce come Regione autonoma tibetana (TAR);

- che, prima dell'invasione cinese del 1949, il Tibet era riconosciuto de facto da numerosi Stati e che esso costituisce un territorio occupato ai sensi dei principi stabiliti dal diritto internazionale e dalle risoluzioni delle Nazioni Unite;

- che per ciò l'invasione e l'occupazione del Tibet da parte della Repubblica Popolare di Cina sono da considerarsi illegali;

- che pertanto il Dalai Lama e il governo tibetano in esilio appaiono in sostanza i legittimi rappresentanti del popolo tibetano;

- che le proposte del Dalai Lama al governo cinese, come quella del Piano in Cinque Punti del 1987 e quella presentata al Parlamento europeo nel 1988, sono volte ad ottenere una soluzione pacifica al problema tibetano e potrebbero costituire un valido fondamento per negoziati sino-tibetani senza precondizioni;

- che, in risposta alle pur moderate proposte del Dalai Lama e del governo tibetano in esilio, la Cina non ha smesso di insediare coloni cinesi in Tibet, al punto che i tibetani sono ormai minoranza nel loro stesso Paese;

- che l'incremento di tali trasferimenti di popolazioni cinesi attuato in questi ultimi mesi rischia di provocare a breve scadenza la pura e semplice scomparsa del popolo tibetano;

- che le azioni politiche del Dalai Lama e del governo tibetano in esilio sono ispirate e informate alla teoria e alla prassi della nonviolenza gandhiana e quindi al rispetto profondo degli interlocutori con i quali si ricerca il più costruttivo dei dialoghi;

- che la Repubblica Popolare di Cina ha messo in atto un regime di polizia e di controllo e attua una politica di sistematiche violazioni dei diritti fondamentali della persona che consistono anche in una discriminazione razziale e culturale istituzionalizzata;

- che la stessa libertà religiosa viene conculcata dalla Repubblica Popolare di Cina nei confronti dei tibetani e in tal senso è emblematico il caso di Gedhun Choeky Nyima, il bambino di sette anni riconosciuto come Panchen Lama dal Dalai Lama, rapito e tenuto sotto sequestro da più di un anno dalle autorità cinesi;

- che il popolo tibetano presenta peculiarità uniche di cultura, lingua e religione;

- che le Nazioni Unite hanno riconosciuto in passato lo status di osservatore ad altre organizzazioni di liberazione;

viste le risoluzioni dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite n. 1353 (XIV) del 1959, 1723 (XVI) del 1961, 2070 (XX) del 1965

vista la risoluzione sull'invasione e l'occupazione del Tibet e la repressione della sua popolazione da parte delle autorità cinesi, approvata dal Parlamento europeo il 13 luglio 1995 (B4-1007/95);

viste le risoluzioni sulla situazione in Tibet approvate di recente dal Parlamento tedesco e dalla Camera dei deputati belga;

vista la risoluzione adottata dalla Commissione Esteri della Camera dei Deputati il 12 aprile 1989 "per una soluzione pacifica della questione tibetana";

condannando:

- le violazioni gravi e sistematiche dei diritti dell'uomo in Tibet, in particolar modo gli arresti e le detenzioni arbitrarie così come la tortura di tibetani per ragioni politiche; le violazioni dei diritti delle donne, soprattutto le sterilizzazioni e gli aborti forzati; la privazione della libertà religiosa; tutte violazioni che, con la distruzione della ricca cultura tibetana e i trasferimenti di popolazione, minacciano la sopravvivenza stessa del popolo tibetano e costituiscono una vera e propria politica di pulizia etnica;

- la distruzione dell'ambiente naturale dell'altopiano tibetano, in particolar modo, il disboscamento abusivo, lo stoccaggio dei rifiuti tossici e radioattivi, che ha conseguenze non solo nel Tibet, ma per tutta la regione e per il mondo intero;

ritenendo opportuno che il Parlamento italiano operi perché il Parlamento tibetano in esilio venga ammesso all'Unione Parlamentare internazionale;

impegna il governo a:

1. chiedere al Governo della Repubblica Popolare di Cina di interrompere immediatamente i trasferimenti, da esso incoraggiati ed organizzati, di popolazioni cinesi in Tibet e di iniziare il processo di decolonizzazione del Tibet restituendo ai tibetani le terre, le colture, le case espropriate durante gli oltre 40 anni di occupazione;

2. proporre che il mandato del Comitato sulla Decolonizzazione delle Nazioni Unite venga esteso alla questione della decolonizzazione in Tibet;

3. chiedere al Governo della Repubblica Popolare di Cina l'immediata liberazione del Panchen Lama;

4. assumere le iniziative necessarie per ottenere che al governo tibetano in esilio venga attribuito presso le Nazioni Unite lo status di osservatore;

5. chiedere al governo cinese di porre fine alle violazioni dei diritti della persona e di garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei popoli e degli individui nel Tibet;

6. favorire ogni iniziativa intesa a risolvere il problema sino-tibetano mediante il dialogo politico e chiedere al governo della Repubblica Popolare di Cina e al governo tibetano in esilio di avviare negoziati in tal senso sotto l'egida delle Nazioni Unite;

7. manifestare in tale contesto il sostegno dell'Italia agli sforzi esplicati dal Dalai Lama e dal governo tibetano in esilio per ripristinare pacificamente le libertà culturale e religiosa del popolo tibetano, nonché il suo diritto a scegliere del proprio futuro;

8. operare affinché la questione tibetana venga iscritta all'ordine del giorno dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite;

9. operare affinché la questione tibetana venga presa in esame dalla Commissione sui Diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite;

10. assumere in tutte le sedi internazionali pertinenti iniziative volte ad ottenere che siano applicate le risoluzioni dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite n. 1353 (XIV) del 1959, 1723 (XVI) del 1961, 2070 (XX) del 1965;

11. trasmettere la presente mozione al governo cinese, al Dalai Lama, al Presidente Parlamento tibetano in esilio, al governo tibetano, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Presidente del Consiglio, al Presidente della Commissione, al Presidente del Parlamento europeo ed ai Presidenti dei Parlamenti degli Stati membri.

 
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