C'è una frase nel tuo testo, Olivier, che riassume lo spirito di questa malsana idea sulla modifica dello statuto del Tribunale.
'A patto, ovviamente, che lo scopo sia sempre quello che giustizia sia fatta.'
Ebbene, tra le poche convinzioni che nutro, vi è quella secondo cui non esiste giustizia che passi attraverso una seppur minima ingiustizia, ma, soprattuttto, che mai e poi mai il fine potrà giustificare i mezzi.
Sono sempre più convinto che i processi per i crimini commessi nella ex Jugoslavia vadano celebrati, i criminali assicurati al giudizio della comunità internazionale, le responsabilità chiarite.
Ma vedi, caro Olivier, per celebrare questi processi non mancano solo alcuni attori, gli imputati. Farei torto alla tua intelligenza politica se pensassi che tu non ti renda conto che chi manca veramente è la Comunità internazionale!
E' inutile parlare di legge, di diritti e di doveri, di sanzioni, se poi manca la volontà politica di rendere concreti questi elementi attraverso la definizione degli strumenti attuativi.
Quel che manca oggi -come ieri e temo per ancora un lungo periodo- è l'organismo sovranazionale che detenga il cosiddetto potere di polizia ed i suoi strumenti. Il potere di polizia oggi è ancora e solo soggiogato agli interessi di più o meno importanti equlibri internazionali economici e/o geopolitci. Quando questi interessi coincidono con quelli del comune senso di giustizia va tutto bene, altrimenti...
Il problema POLITICO del Tribunale per i crimini commessi nella ex Jugoslavia (e di tutti i tribunali internazionali, ad hoc o permanenti) è che non ha alle spalle un organismo politico adeguato (quindi la priorità politica è agire per la riforma dell'Onu), non ha a sua disposizione una forza di polizia internazionale (l'istituzione dell'esercito internazionale è quindi la seconda priorità politica.)
L'introduzione della contumacia è un'escamotage, di bassa lega e neanche tanto originale.
Se partito transnazionale deve esserci deve darsi ben altri obiettivi .
Per quanto riguarda invece l'aspetto giuridico ammetto di non essere particolarmente ferrato in quanto a riferimenti, ma mi è abbastanza facile contestare alcune tue affermazioni.
1) A giudicare da quanto si legge sui quotidiani italiani, la contumacia di Karadzic, di Mladic non è certo una condizione classificabile nella definizione di latitanza che porti a sostegno delle tue tesi »... impossibilità di rintracciare l'imputato pur dopo ricerche ecc. . Pur senza ricercarli troppo attivamente è molto facile incontrarli...
2) »Il processo in contumacia non è un procedimento anti-garantista anche se non è sicuramente è il massimo nel campo della tutela delle garanzie processuali. Beh, delle due l'una, la garanzia non è una sfumatura o un'interpretazionie. E' norma che definisce e regolamenta diritti del cittadino. A proposito, facciamo attenzione a non mescolare il piano squisitamente politico con quello giuridico definendo questi signori »criminali imputati : se dal punto di vista politico il giudizio è netto, si tratta di criminali, dal punto di vista penale non è proprio correttissimo usare la tua definizione di »criminali imputati .
3) »In pratica il giudice deve per prima cosa stabilire se l'impedimento dei criminali imputati sia legittimo o no. Nel nostro caso il Presidente cosà dirà? Sono latitanti perchè non si fanno catturare o non li catturiamo perché i trattati di pace sul conflitto balcano danno piena legittimità ad una dirigenza politica che ovviamente non si autoconsegna? Non mi pare ci sia bisogno di ulteriori accertamenti affinché il Tribunale possa ufficialmente dichiarare la non volontà di collaborazione da parte delle autorità di Belgrado.
4) »... la tutela dei diritti degli imputati. Questa tutela va dal fornire una difesa all'imputato nel caso in cui non l'avesse (per quanto riguarda Mladic e Karadzic va ricordato che benché non riconoscono il tribunale, si sono dotati di un collegio di difesa) all'istituzione di un nuovo processo nel caso in cui l'imputato fosse stato catturato o si fosse consegnato). D'altra parte, si può pensare di limitare l'uso dei processi in contumacia agli imputati di crimini particolarmente gravi e ai responsabili-organizzatori-pianificatori di tali crimini.
Siamo seri, a prescindere da qualsiasi considerazione sugli avvocati d'ufficio, è evidente che un avvocato in sede processuale non ha alcun potere di influenza sull'andamento del procedimento se non in presenza dell'imputato.
Facciamo un esempio stupido stupido.
Io sono un noto criminale, ovviamente latitante, e ad un cero punto il Procuratore di Firenze mi accusa di essere un complice del `mostro' (che lui ha certamente individuato). Naturalmente io non mi consegno, l'idea di passare in carcere il resto della mia vita non mi aggrada. Come mai farà a difendermi un avvocato, di fiducia o di ufficio senza poter parlare con me in qualsiasi momento del processo? Come farà a dimostrare che io a Firenze ci son stato una volta a mangiare nel lontano 77? Attraverso quali testimonianze? E come potranno essere icontradditori con i testimoni senza la controparte?
Se poi tu stesso pensi sia opportuno rifare il processo in caso di cattura...
E' una favoletta, d'accordo, ma non andare troppo in giro a raccontarla, assomiglia molto a situazioni che in un paese democratico come l'Italia sono piuttosto all'ordine del giorno.
E non parliamo di limitare l'uso della contumacia solo ad alcuni casi particolarmente gravi: poi magari a qualcuno viene in mente che anche il carcere per questi signori dovrebbe essere più `sicuro', che la giustizia a doppio binario è più utile... brutta china, credimi!
Né mi pare che la storia e la tradizione del partito radicale, del partito del diritto abbia molto a che fare con questa politica.
Infine, in sincera amicizia senza davvero scopi polemici fini a se stessi, lasciami osservare che se il governo di un partito vi costringe certamente a salti mortali di difficile comprensione (una presunta ristrutturazione che a me appare `naturale' conseguenza degli esiti congressuali, il silenzio assoluto rispetto al CG e ai poteri straordinari, il mai avvenuto cambio in corsa della quota di iscrizione -peraltro solo in un paese...) a maggior ragione occorre se possibile usare una ancor maggior cautela prima di lanciarsi in iniziative politiche così in contrasto con le proprie tradizioni politiche.