NEL 1998 IL TRIBUNALE INTERNAZIONALE PERMANENTE. COSI' IL DOCUMENTO FINALE DEL COMITATO PREPARATORIO DELL'ONU. DURA OPPOSIZIONE CINESE. A FAVORE DI TEMPI PIU' LUNGHI USA, FRANCIA E GRAN BRETAGNA.
New York, 30 agosto. Successo pieno per i lavori del Comitato Preparatorio
per il Tribunale Internazionale delle Nazioni Unite.
Il documento finale raccomanda all'Assemblea Generale di rinnovare il mandato al comitato per alte tre/quattro successive sessioni da tenere entro l'aprile del 1998 per predisporre un testo consolidato per la Conferenza Diplomatica Plenipotenziaria. Il Comitato chiede anche di fissare una data per la Conferenza entro il dicembre del 1998.
E' stata sventata all'ultimo momento la manovra della Cina e di altri paesi contrari tesa ad impedire l'adozione per consensus del rapporto finale.
Il compromesso e' stato raggiunto con l'inclusione di alcune riserve sui lavori del Comitato, le cui conclusioni non pregiudicano la posizione dei paesi membri di fronte all'Assemblea Generale. In breve, una ventina di paesi, tra cui la Cina, mantengono la loro contrarieta' all'urgenza di istituire il Tribunale Internazionale, riservandosi di esprimerla per intero durante i lavori del Sesto Comitato dell' Assemblea Generale dell'ONU previsti per il prossimo novembre.
Nonostante il buon progresso del lavoro svolto rimangono ancora molti i punti "tecnici" da risolvere per arrivare a un testo finale che consenta
alla Conferenza Diplomatica di riunirsi e predisporre il Trattato istitutivo del Tribunale.
Si e' allargato il fronte dei paesi favorevoli capeggiati dall'Unione Europea e da Russia, Australia, Argentina , Canada, Suadafrica e Nuova Zelanda, ma rimangono le contrarieta' di Cina, Giappone, Cuba , Indonesia,
della maggioranza dell'Africa e dell'Asia. Contrari al procedere con urgenza USA , Gran Bretagna, Francia e India che vedono l'istituzione del Tribunale ben aldila' del 2000.
In sostanza: il momento politico favorevole rischia di sfilare senza che l'obbiettivo venga raggiunto. L'iniziativa deve tornare all'opinione pubblica mondiale che con una campagna senza precedenti spinga gli stati membri dell'ONU a mantenere gli stessi propositi che hanno consentito al Consiglio di Sicurezza di creare i Tribunali ad hoc su ex Jugoslavia e Ruanda. Diversamente l'enorme forza deterrente di un Tribunale Internazionale non diverra' mai lo strumento concreto per impedire stragi, massacri e genocidi di fresca memoria cosi' come di quelli annunciati e previsti. Il prossimo appuntamento e' a novembre a New York, diamoci da fare.