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Conferenza Partito radicale
Donvito Vincenzo - 6 settembre 1996
trasnational fax

chiosa di turno

evidentemente parliamo due linguaggi diversi, o forse facciamo parte di due partiti diversi. Alludo alla redazione di Transnational e le iniziative del nostro partito.

Il fatto. Abbiamo da due mesi abbondanti lanciato una petizione di sostegno alle attività antiproibizioniste/giudiziarie del leader RADICALE Marco Pannella, su cui, su un terreno limitato quale la Toscana, abbiamo già raccolto quasi 25 mila firme (basta andare a leggersi le fonti di informazione in Agorà che presumo facciano parte del pacchetto di consultazione della redazione di Transnational), e il fatto non costituisce notizia, anche cosi', come stimolo perche' altri facciano altrettanto. Eppure ci marchiamo come gli ANTIROIBIZIONISTI RADICALI.

Per non parlare, anche, dei viaggi che facciamo a New York e negli Usa per chiedere il rispetto delle convenzioni umanitarie tra Italia e Usa, e proprio liì dove larichiesta diventa piu' scomoda ed estrema (metodo radicale, o no?).

Ora il buon Ottoni mi dira' che e', per carita', una cosa italiana, e non si vuole che il partito continui ad essere italianocentrico ........ e quindi e' giusto che non se ne parli.

Mi verrebbe voglia di mandare a cagare qualcuno, ma so che nessuno e' in cattiva fede, come so che la tendenza alla cialtroneria e' molto diffusa. E quindi sono remissivo.

Nello stesso tempo chiedo scusa se vivo in Italia, in Toscana, a Firenze, tra il centro storico e il quartiere di Rifredi, ma avevo capito che il partito fosse transnazionale e non internazionale, e che fosse concepito per "tagliare" i concetti e le pratiche di nazioni -o comunque tutto quello che avesse un valore rispetto alla sua cultura e pratica territoriale-. Invece mi ritrovo in un gruppo di esterofili -come quelli che al bar parlano sempre male dell'Italia e non fanno altro che elogiare e portare ad esempio i Paesi "stranieri", tranne quelli da cui vengono i disperati dell'immigrazione.

E allora, siccome non faccio politica per avere le medagliette di presenza su questo o quel baluardo o fronte del Pr transnational, cosiì come non faccio politica per affermare una mia presenza in un determinato territorio, ma la faccio per dare corpo e gambe ad ideali e valori, e per questo pago volentieri e con gioia ogni giorno, ritengo che quel poco che ognuno di noi riesce a fare sia parte essenziale della costruzione di quel mondo di Liberta' e di Diritto che auspichiamo, e che vedersi tagliati fuori sia molto grave, in modo particolare quando il taglio riguarda la comunicazione, elemento principe del dialogo e della olitica per dei nonviolenti e libertari.

Una prece.

 
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