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Partito Radicale Centro Radicale - 15 settembre 1996
"BOSNIA, I CRIMINALI PAGHERANNO"

Intervista a Cassese: porteremo alla barra i grandi imputati della guerra.

Il Messaggero, domenica 9 Settembre 1996

L'Aja - Le elezioni del 14 settembre in Bosnia si annunciano come un appuntamento sbagliato, un nuovo errore della diplomazia occidentale. Organizzate troppo male e troppo in fretta. E soffocate dalla campagna presidenziale americana. Antonio Cassese presiede il Tribunale internazionale per i crimini nell'ex Jugoslavia. Nel suo palazzo sterilizzato, protetto come un bunker, gli errori e le ipocrisie della grande politica estera nei Balcani prendono contorni più nitidi. Qui paradossalmente il cerchio si chiude: l'Onu che non ha difeso Srebrenica, Zepa, Gorazde rincorre da questo palazzo i colpevoli di quelle stragi.

I criminali di guerra sono ancora liberi. Il tribunale ha fallito?

"Non sono liberi, vivono i una specie di domicilio coatto. Comunque non cambia la mia opinione. Non saro' soddisfatto fino a quando non porteremo quà i grandi imputati della guerra della ex-Jugoslavia. Se noi non riusciamo in questo compito verrà inviato un messaggio chiarissimo e profondamente negativo alla comunità internazionale, ai militari, a tutti i dittatori presenti e futuri. Diremo che potranno torturare, sequestrare, uccidere, fare massacri e sapere che resteranno impuniti."

Queste elezioni non potevano essere rinviate, come è avvenuto per quelle municipali?

"Il Tribunale non puo' influire su questa decisione che è stata presa in altre sedi. Pero' negli accordi di Dayton e nella Costituzione della nuova Bosnia, che discende direttamente da quegli accordi, c'è una doppia rete di sicurezza. Tutti i condannati e gli incriminati non possono occupare cariche pubbliche elettive o non elettive. Karadzic ha dovuto abbandonare la presidenza e di fatto vive come un clandestino. Sua moglie dichiara che vive nascosto e che solo le guardie del corpo sanno dove si trova. La madre dice pubblicamente che solo Dio potrà giudicarlo. Anche attorno a lui c'è un altra atmosfera."

Un noto criminale, Aleksic, capo delle tigri bianche e sostenitore della pulizia etnica, promette che se sarà eletto lavorerà solo per demolire il nuovo Parlamento.

"Noi non possiamo decidere le liste elettorali e Aleksic non è ancora tra gli incriminati del Tribunale. Abbiamo tutti letto che un altro personaggio dalla reputazione sinistra come Arkan oggi fa campagna elettorale con i contributi dell'Organizzazione per la sicurezza in Europa. Noi pero' potremo impedire che questi personaggi ricoprano il loro incarico in Parlamento appena scatterà una incriminazione."

Insomma nonostante tutto lei è fiducioso.

"Perché nei prossimi mesi la Nato potrà applicare l'accordo che è stato concluso con il nostro Tribunale. E potranno cosi' essere arrestati i maggiori imputati. Inoltre potremo applicare la procedura speciale che noi abbiamo inventato. Tecnicamente si chiama articolo 61. Noi non possiamo giudicare nessuno in contumacia. Ma se il Tribunale rende pubbliche le accuse allora una camera speciale potrà esaminare queste prove. Ed emettere un mandato di cattura internazionale."

E i soldati Nato che cosa hanno fatto fino ad oggi?

"Dopo gli accordi di Dayton si è capito che arrestare i maggiori criminali, quelli che inquinano la vita sociale e politica ancora adesso, comportava un rischio di strage tra i civili. Karadzic si muove con una scorta di 60 uomini armati. Se una pattuglia Nato di cinque uomini lo incontra in un villagio di fatto non puo' fare nulla."

Per fare un bilancio, Dayton ha riportato la pace in Bosnia?

"Sul piano militare si, perché le ostilità sono cessate. Sul piano politico, civile, l'accordo è in parte paralizzato. Non era stato previsto quanto fosse profondo l'odio, l'insofferenza tra i vari gruppi etnici. E questa campagna elettorale è una conferma."

Gli elettori dovrebbero avere libertà di movimento dentro la Federazione per votare dove c'era la loro casa. Ma per 10 mesi questo diritto non è stato rispettato.

"E' vero, la libertà di movimento non è stata garantita. Non è stato fatto abbastanza per consentire a ciascuno di andare dove voleva andare. Ma ritorno a quello che dicevo prima. Forse i mediatori di Dayton non immaginavano che la ferita dell'odio fosse cosi' profonda."

In tutta la guerra di Bosnia c'è stato un eccesso occidentale di formalismo che è stato interpretato come un segno di debolezza dai capi militari locali. Perchè gli americani si sono sempre opposti al giudizio in contumacia dei criminali?

"Perchè il processo in contumacia non fa parte della loro cultura giuridica. Ma forse un giorno si potrà arrivare ad emettere un giudizio con gli imputati a piede libero."

Dopo la Repubblica serba di Pale in questi mesi è emersa una realtà altrttanto compatta e violenta, la Erzegovina controllata dai croati.

"Questa entità è stata sciolta da pochissimi giorni. L'Unione Europea e il Consiglio di sicurezza hanno fatto la stessa raccomandazione molto chiara a Tudjman: chi ha una indiscussa autorità in quella zona, la eserciti per riportare la normalità."

Fonti ufficiose dicono che le fosse più grandi con i cadaveri di Srebenica non sono state aperte per non causare un rinvio delle elezioni.

"A me questa informazione non è mai arrivata. io so che isatelliti possono individuare i luoghi dove ci sono i cadaveri ma non sono in grado di distinguere un cimitero da una fossa comune."

In Bosnia non rischia di ripetersi un'altra farsa elettorale come in Cambogia, quando le elezioni furono organizzate violando il presupposto fondamentale di disarmare prima le fazioni in lotta?

"Penso di no per due ragioni. Perchè questa volta c'è una forte presenza militare e perchè l'Organizzazione per la sicurezza in Europa ha un ruolo più consistente di quello che aveva l'Onu in quel Paese"

Lei appartiene all'Onu, alla stessa struttura che oltre un anno fa rifiuto' di bloccare con gli aerei l'attacco serbo a Srebrenica. Lei oggi deve ricercare i responsabili di quei crimini.

"Anche io vedo bene questa contraddizione. Ma non rinuncio al mio impegno di avvicinarmi alla giustizia. Un anno esatto dopo quella strage il Tribunale ha ascoltato e diffuso una serie di testimonianze sconvolgenti su quei giorni. Il Tribunale puo' fare questo. Magari bene e rapidamente senza farsi soffcare dalla burocrazia."

Nel suo lavoro quando ha provato la frustrazione maggiore?

"All'inizio non avevamo niente, né una scrivania né una sala per le udienze, né una prigione dove chiudere i prigionieri, e intanto i massacri continuavano. Poi con Dayton avevamo avuto molte speranze. Ma avevamo sottovalutato le difficoltà di arrestare quei criminali. E qualcuno dice che siamo illusi."

 
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