Articolo apparso nel Corriere dell'Umbria 27.09.96
Marcia della pace per il Tibet e al Dalai Lama cittadinanza onoraria
L'organizzazione, nel settembre 1997, di una marcia per la pace Perugia Assisi "per il Tibet libero e per la libertà di tutti i popoli ancora oppressi": è questa la proposta lanciata ieri a Perugia - nel corso di una conferenza stampa - dal comitato "Umbria per il Tibet", che intende operare, perché "Perugia e l'Umbria diventino, per la campagna "Libertà per il Tibet un punto di riferimento, un luogo di dibattito e di iniziativa politica".
La "candidatura" umbra si basa - è stato detto - sulla presenza a Perugia dell'Università italiana per stranieri, su "un impegno civile, che non deve avere confini", sul fatto che "Perugia è la città de filosofo Aldo Capitini, uno dei massimi teorici della nonviolenza, a livello mondiale", e sulle "profonde tradizioni religiose, culturali e spirituali che accompagnano i due paesi".
Il comitato Umbro ha proposto inoltre di invitare in Umbria il Dalai Lama, per investirlo della cittadinanza onoraria e di promuovere un gemellaggio fra l'Umbria e il Tibet. Per i componenti del "Umbria per il Tibet" la questione tibetana assume il valore emblematico di una battaglia contro "l'esplodere del odio etnico, il riacutizzarsi delle guerre di religione, i crescenti flussi migratori di popoli poveri verso quelli ricchi, ed il riesplodere di fenomeni di razzismo".
Alla conferenza stampa hanno partecipato, fra gli altri, esponenti del Partito Radicale trasnazionale e di Amnesty International, l'europarlamentare Luisa Todini ed il capogruppo di Forza Italia nel consiglio regionale, Riccardo Pongelli. In particolare, Pongelli ha ricordato di avere presentato una mozione ed una interrogazione nelle quali ha suggerito fra l'altro, di "favorire i rapporti commerciali diretti con il Tibet", e di "invitare ufficialmente in Umbria il Dalai Lama". Walter Biscotti (Uniti per l'Umbria) ha invece criticato negativamente idea dell'organizzazione di una marcia della pace. "La storia della ex Jugoslavia ci ha infatti insegnato - ha detto Biscotti - che queste marce non servono a niente e che sono diventate soltanto una passerella per i politici che manifestano così un vuoto di idee e di programmi".