COMUNICATO STAMPA
NONVIOLENZA E DIRITTI. OGGI I CITTADINI SI SONO CONFRONTATI CON DUE SCIOPERI: QUELLO DEI DIPENDENTI DEI MEZZI PUBBLICI PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO E QUELLO DELLA FAME PER LA LIBERTA' IN TIBET E LA DEMOCRAZIA IN CINA.
DUE MODI A CONFRONTO. DUE IMPATTI. DUE TRATTAMENTI.
UNA NOTA DI VINCENZO DONVITO, SEGRETARIO DEL PARTITO RADICALE-ARPA
Firenze, 2 ottobre 1996. Vincenzo Donvito, segretario del Partito Radicale-Arpa, ha rilasciato la seguente nota:
Questa mattina i cittadini si sono confrontati con due tipi di sciopero. Quello dei dipendenti dei mezzi pubblici per il rinnovo del contratto, e lo sciopero della fame per la liberta' in Tibet e la democrazia in Cina. Due modi a confronto, accomunati dalla parola sciopero.
Nel caso dei dipendenti dei mezzi pubblici, tutti ne sono stati informati, e tutti ne hanno subito le conseguenze, con le citta' intasate dai mezzi privati, e con disagi che hanno provocato ritardi in molti dei ritmi della vita economica e produttiva.
Nel caso del Tibet e della Cina, nessuno ne e' stato informato, e nessuno ha subito disagi a causa di questa richiesta di rispetto dei diritti, tranne coloro che, in prima persona, non mangiando, ne hanno patito e subito le conseguenze.
Entrambi, pero', hanno promosso le loro rivendicazioni affidandosi ai mezzi di informazione pubblica e privata. Ed entrambi, dal loro punto di vista, avevano ragione.
Nel caso dello sciopero dei mezzi pubblici, tutti i cittadini, volenti o nolenti, ne sono stati coinvolti: un gruppo di persone ha usato il suo diritto allo sciopero per dialogare con la sua controparte, e per farlo ha anche coinvolto chi direttamente non poteva e voleva esserne coinvolto. E per questo ha avuto: informazione, attenzione, simpatia e antipatia (quest'ultima, forse, tanta).
Nel caso dello sciopero della fame, lo ha saputo solo chi ascolta Radio Radicale e qualche emittente o giornale locale che in questo caso non si e' prestata al massacro dell'informazione, olte a quei cittadini che si sono imbattuti nei manifestanti che stamane erano davanti alle Prefetture, come in Toscana, o davanti al Ministero degli Esteri a Roma.
La riflessione e' la seguente: puo' l'esercizio del diritto di sciopero essere lesivo del diritto e della liberta' di chi non e' direttamente coinvolto nell'oggetto del contendere? Ha un valore diverso chi, invece, sciopera pagando solo lui direttamente? E' una dimostrazione di maturita' civica dare informazione solo per chi crea disagio, e non anche per chi pone problemi creando disagio solo a se stesso? Bisogna creare disagio perche' si sia oggetto d'informazione? Essendo la nostra vita civica legata all'informazione, quello che e' successo in questo caso e' sintomo di civilta' o di barbarie?