QUELLA CHE SEGUE E' LA LETTERA CHE IL COMITATO "UMBRIA PER IL TIBET" HA INVIATO AL RETTORE DELL'UNIVERSITA' PER STRANIERI DI PERUGIA PER CHIEDERE CHE VENGA ESPOSTA LA BANDIERA TIBETANA ACCANTO A QUELLA DI TUTTI GLI ALTRI PAESI DEL MONDO SUL BALCONE PRINCIPALE DI CODESTA IMPORTANTE ISTITUZIONE SCIENTIFICA PERUGINA.
Prof.ssa Paola Bianchi De Vecchi
Rettore dell'Università per Stranieri di Perugia
Palazzo Gallenga
Perugia
Gentile Rettore,
a nome del Comitato "Umbria per il Tibet", composto da persone ed associazioni della nostra Regione, Le inviamo una bandiera del Tibet perchè venga esposta, insieme a tutte le altre, sul balcone dell'Università per Stranieri.
Il Tibet nel 1949 è stato invaso dalle armate della Repubblica Popolare Cinese. Ne è seguita una occupazione di una ferocia senza nome, fatta di massacri, di torture, di imprigionamenti di massa, di sterilizzazioni e aborti forzati, di distruzione del patrimonio culturale, religioso ed ecologico.
I Tibetani hanno opposto una resistenza accanita, pagandola a duro prezzo: fino ad oggi, in seguito della occupazione Cinese, oltre 1.200.000 Tibetani hanno perso la vita.
Di fronte all'irriducibile rifiuto dei Tibetani di sottomettersi al volere del Governo di Pechino, i Cinesi hanno elaborato e messo a punto, nel corso degli anni '80, una "soluzione finale" di tipo nuovo: la "pulizia etnica" per diluizione.
E' stato così avviato un gigantesco trasferimento di popolazioni cinesi verso il Tibet. Da alcune migliaia che erano, i Cinesi abitanti nel Tibet sono diventati oggi sette milioni. E i Tibetani sono già ora - nel loro Paese - una minoranza.
L'obiettivo della potenza occupante è quello di insediare oltre 40 milioni di Cinesi in Tibet per il 2000.
Tra poco dunque, la lingua, la cultura, la religione, i costumi, le tradizioni tibetane saranno relegati definitivamente ai libri di storia.
Riteniamo essere urgente dunque che in ogni parte del mondo milioni di uomini, di donne si uniscano sotto il segno della nonviolenza in una concreta ed attiva iniziativa perché il Tibet possa riscoprire la libertà e sia garantit il pieno rispetto dei diritti della persona, dei diritti civili e politici dei Tibetani.
Occorre che anche dall'Umbria si levi a favore del Tibet una voce amica, intraprendendo ogni sforzo, in consonanza con chi è già impegnato a livello nazionale e transnazionale in questa direzione, per sensibilizzare i cittadini, i popoli e per ottenere che i governi e le istituzioni internazionali facciano quanto è in loro potere.
Riteniamo che occorra far crescere, in primo luogo nelle Scuole e nelle Università, la consapevolezza della lotta del popolo della nonviolenza, il popolo Tibetano.
Per questo confidiamo nella Sua sensibilità nel realizzare un gesto altamente simbolico di amicizia verso il popolo Tibetano.
Rimanendo in attesa di un Suo cortese riscontro,
Le inviamo i nostri più sinceri saluti,
Dr. Andrea Maori *
Prof. Elisabetta Chiacchella *
* a nome del Comitato "Umbria per il Tibet"
Perugia, 1 ottobre 1996
Comitato "Umbria per il Tibet"
Via Bruschi 2
06123 Perugia
Tel/Fax 075/5736750
a nonviolenza, il popolo Tibetano.
Per questo confidiamo nella Sua sensibilità nel realizzare un gesto altame