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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Roma - 9 ottobre 1996
CINA - MINISTRO ITALIANO DINI
COMUNICATO STAMPA

Roma, 9 ottobre 1996

VIAGGIO DEL MINISTRO ITALIANO DINI IN CINA. LETTERA APERTA DI PAOLO PIETROSANTI, CONSIGLIERE GENERALE DEL PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE

Pregiatissimo Signor Ministro,

domani Ella sarà in Cina, in visita ufficiale.

Affronterà con gli interlocutori della Repubblica Popolare Cinese i temi di attualità nelle relazioni tra i due paesi e le questioni internazionali che coinvolgono più o meno direttamente il paese di cui Ella è Ministro degli Esteri.

E' più che lecito immaginare che uno dei temi dei Suoi incontri verterà sulla questione della riforma del Consiglio di Sicurezza e di altre Istituzioni ONU, così come faranno seguito alla visita recentissimamente prestata in Italia da altissimi dirigenti della Amministrazione militare di Pechino.

Ma vede, Signor Ministro, soltanto pochi giorni fa abbiamo chiesto di potere incontrarLa, mentre in altri 30 paesi del mondo lo stesso chiedevamo ad altrettanti suoi colleghi; ed Ella non ha voluto riceverci.

Eravamo e siamo, Ella lo sa Bene, partecipanti e partecipi di una grande iniziativa nonviolenta che ha visto digiunare per 3 giorni oltre 1500 persone nel mondo. Digiunare fino al 2 ottobre, anniversario della nascita del Mahatma Gandhi. Chiedevamo ai Governi di tutto il mondo di condizionare i crescenti commerci con la Repubblica Popolare Cinese alla liberazione di due sole persone, significative e note, ma due persone: il piccolo Panchen Lama, la seconda autorità spirituale del Buddhismo tibetano, un bambino di 7 anni detenuto da oltre un anno e che è di sicuro il più giovane prigioniero politico del mondo; e quella del dissidente cinese Wei Jingsheng, condannato nell'autunno scorso a 15 anni di carcere dopo averne scontati già 14 in passato, per il solo avere chiesto che alle 4 modernizzazioni di Deng se ne aggiungesse una quinta, la democrazia.

Le richieste delle oltre 1500 persone che nel mondo avanzavano ai rispettivi governi erano e sono semplici e chiare. E chiaramente quanto ampiamente condivise: Ella sa, infatti, che tra i digiunatori vi erano decine di parlamentari, 15 tra i quali italiani, tra Deputati e Senatori, appartenenti a tutto - tutto - lo schieramento politico.

Ella ha il 2 ottobre invece rifiutato financo di ricevere una delegazione dei digiunatori, composta in gran parte da parlamentari.

Ella non ha voluto nemmeno ascoltare ciò che con speranza e fiducia eravamo pronti a dirLe.

Vogliamo ancora chiederLe - creda, senza alcun pregiudizio - di volere cortesemente chiedere ai suoi interlocutori della Repubblica Popolare Cinese la liberazione del piccolo Panchen Lama e di Wei Jingsheng. Se non la chiusura dei Laogai, i lager cinesi ove milioni di schiavi lavorano forzati; se non limitazioni nella evidente concorrenza sleale di cui sono vittime anche aziende italiane nei confronti di prodotti cinesi il cui costo non comprende previdenza né assistenza.

Se non questo, almeno la liberazione dei due prigionieri politici.

O se nemmeno questo la Sua coscienza riterrà di condividere, Signor Ministro, almeno apponga la Sua firma alla Dichiarazione di sostegno alla candidatura di Wei a Premio Nobel per la Pace 1997, come già centinaia di membri di Governi e Parlamenti nel mondo hanno fatto (troverà la necessaria scheda nella sua casella a Montecitorio).

 
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