da "Globus", settimanale, Zagabria, 4 ottobre 1996.
AGENTI
di Tanja Torbarina (articolo ironico)
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Sapendo che Nerone avvelenava l'opposizione, e' possibile che Zdravko Tomac in questi giorni digiuni. Infatti, alcuni anni fa, lui si era iscritto al Partito Radicale Transnazionale del quale membro illustre era anche Cicciolina. Tomac pensava che diventandone membro, avrebbe potuto seguire le esibizioni porno di Cicciolina. Forse cio' gli è stato anche permesso. Da qui' "i suoi occhi a palla". Nel frattempo Cicciolina ha abbandonato il PRT, fondato in Italia. Forse aveva paura di dover guardare Tomac nudo, in quanto membri dello stesso partito. Racan (capogruppo di SDP, Partito della Riforma Democratica, stesso partito di Tomac, ntd.) pero' non e' uscito dal partito, quello suo e di Tomac. Forse perche' si sono messi d'accordo di non spogliarsi l'uno davanti all'altro. E che non avranno nemmeno esibizioni pornografiche comuni. Per mantenere il numero degli iscritti.
Tomac, quindi, puo' usare la sua iscrizione al Partito Radicale Transnazionale per mantenersi in vita. I membri di questo partito in Croazia in questi giorni fanno lo sciopero della fame in sostegno al Dalai Lama, guida spirituale e politica tibetana. E dato che' Canjuga (politico croato, membro della HDZ, attualmente funzionario presso il Consiglio Comunale di cui Tomac e' il presidente, ndt.) e' incazzato per la faccenda del Sindaco di Zagabria e gira per il Consiglio Comunale molto probabilmente offrendo cibo avvelenato alla opposizione, Tomac ha una soluzione. Come segno di solidarieta' con il Dalai Lama, puo' indossare pannolini e non mangiare per tre giorni. Cosi' rimarra' vivo. E' chiaro che non appena Tomac non mangera' per tre giorni, il mondo intero capira' la grandezza del suo sacrificio. Allora tutto il mondo, grazie a Tomac che non mangia per tre giorni, fara' pressione sulla Cina. Allora la Cina subito, grazie a Tomac, dara' l'indipendenza al Tibet. Il Dalai Lama sara' per questo eternamente gr
ato a Tomac. E quindi, ogni volta che Canjuga avra' voglia di avvelenare tutta l'opposizione, Tomac potra' sparire nello stato autonomo, indipendente e sovrano del Tibet.
Dove digiunera' in sostegno ai zagabresi rimasti a Zagabria che devono guardarsi sempre Canjuga in TV.
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da "Slobodna Dalmacija", quotidiano, Spalato, 5 ottobre 1996 pag.16
PENSIERI NON NASCOSTI
"TIBETANI" di Zoran Vukman
Quest' autunno ha portato nuove offerte per l'intelletto politico dei Croati. Josip Kokic ha recentemente inserito nell'opinione pubblica lo sciopero della fame come disciplina di lotta politica e protesta, mentre i cittadini di Spalato ed altri "Tibetani", il digiuno. Siccome tali imprese potrebbero diventare un trend, bisognerebbe ricordare che tra questi due concetti esiste una differenza essenziale, perche' lo sciopero della fame rappresenta un atto politico, mentre il digiuno e' un atto di sacrificio esclusivamente religioso, di penitenza, che aiuta il credente a ritovarsi in Dio, con gli occhi dello spirito, perche' il digiuno e la preghiera rappresentano una catarsi nel senso spirituale e fisico. Il digiuno in un tale contesto e' anche espressione di un rapporto religioso personale verso Dio ed il proprio aspetto fisico che, in tal caso, l'uomo non vuole abbandonare ma controllare per dare spazio a quello spirituale.
Cio' significa che il digiuno in quanto atto politico che richiede sempre una trasparenza, perde la sua autenticita' e diventa una forma di trend, di fame alla moda, un certo snobismo religioso-politico con connotazioni esibizioniste e di scena. Dall'altro lato, lo sciopero della fame e' un atto autodistruttivo di disperati politici ed e' autentico soltanto nel caso in cui gli stessi siano senza diritti, come quei prigionieri turchi che andavano fino alla fine perche' non avevano altra scelta, il che significa che un tale mezzo di lotta non di rado assume dimensioni tragiche. In ogni altro caso, lo sciopero di fame e', come fame consapevole e voluta per ottenere obiettivi politici, simile alle minaccie di un finto suicida che si sta buttando dalla finesta, ma mai riesce a buttarsi, e che si sdraia sulle rotaie anche se consapevole che il treno in arrivo svolterà sull'altro binario. Il digiuno, ugualmente, non e' vera fame, ed ancor meno una espressione commerciale della propria spiritualita'.
Non entrando nei motivi e nella liberta' individuale del Tibet Support Group di attirare l'attenzione pubblica sul comportamento del regime in un paese lontano verso il giovane Panchen Lama ed il suo popolo, non posso non notare, nonostante il fatto che cio' possa essere un gesto pubblico simpatico, che il motivo, nel contesto croato e quello spalatino, sia esotico e bizzarro se visto attraverso un digiuno pubblico del tutto snob e come capriccio di politicismo "spirituale" a cui la preoccupazione per il Panchen Lama nel senso politico-religioso e'qualcosa molto "nobles", a differenza dei problemi terrestri e' quotidiani nella citta' la quale molto probabilmente non merita un digiuno. Cosi' pure trascurano il fatto di profanare il digiuno come atto spirituale e politico, al posto di quello di protesta e pubblico.
Un ex Lama, Lobsang Hampa, nel suo libro "Il terzo occhio" raccomanda agli occidentali di non cercare Dio fuori dalla propria religione, perche' se non l'hanno trovato nell'ambito della religione in cui sono nati, allora non lo troveranno ne' in Tibet ne' in India. I "Tibetani" di Spalato potevano digiunare e pregare per il Panchen Lama, ma senza informare il mondo che non avrebbero mangiato per tre giorni, senza conferenze stampa e come sacrificio, quello sarebbe stato un atto spirituale. Cosi' questi sono giochi politici fanciulleschi per un divertimento da piccolo borghesi, ed una dimostrazione che il convolgimento di artisti puo' svalutare anche la sfera della religiosita' umana.