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Di Stefano Rita - 11 ottobre 1996
Toto Nobel per la pace

Da "Il Corriere della Sera" - 11 ottobre 1996 - pag. 13

Oslo - Segreto fino all'ultimo sulla decisione dei cinque "saggi" di Oslo, che annunceranno oggi alle 11 il vincitore del premio Nobel 1996 per la pace. Al prescelto andranno, oltre a una medaglia e a un diploma, anche 7,4 milioni di corone, pari a oltre 1,5 miliardi di lire.

In mancanza di notizie certe l'attesa si è consumata in speculazioni e congetture. Il copione è sempre lo stesso: giornalisti e commentatori guardano ai recenti avvenimenti mondiali per scegliere i loro vincitori fra i nomi di quelle persone o organizzazioni che sono state candidate.

Tra i favoriti, per la stampa norvegese, c'è il negoziatore americano per la Bosnia Richard Holbrooke, il regista per gli accordi di Dayton. Una candidatura che ha preso quota lo scorso mese, quando l'ex diplomatico è stato invitato a tenere una conferenza nella sede della Fondazione Nobel a Oslo.

Un invito che non ha nulla a che vedere con il premio, si sono affrettati a precisare alla Fondazione; ma Holbrooke è finito lo stesso in pole position. Una delle ipotesi che sono circolate ieri, secondo l'agenzia norvegese Ntb, è che il Nobel gli potesse essere dato congiuntamente al presidente Bill Clinton, che con lui ha lavorato per rendere possibili gli accordi di Dayton. Ma altri osservano che i cinque "saggi" sono troppo saggi per rischiare di venire accusati di ingerenze negli affari interni degli Usa alla viglia delle elezioni presidenziali.

Sempre in tema Bosnia, c'è un altro "papabile". E' il procuratore capo del tribunale sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia, il sudafricano Richard Goldstone. I sostenitori di questa teoria ricordano che proprio quest'anno ricorre il cinquantesimo anniversario di un altro celebre tribunale sui crimini di guerra, quello di Norimberga. Una coincidenza che potrebbe aver giocato a favore di Goldstone. Lo scorso anno quando fu premiato l'anti- nuclearista britannico Joseph Rotblat, ricorreva il cinquantesimo anniversario del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki.

Fra i candidati c'è anche un cinese, il dissidente detenuto Wei Jingsheng. Solo l'ipotesi che possa ricevere il Nobel per la pace ha già provocato notevole irritazione a Pechino. Un portavoce del ministero degli esteri ha detto ieri che Wei Jingsheng è soltanto un criminale comune che ha violato le leggi cinesi. Wei, 45 anni, il più noto dei dissidenti cinesi, è stato condannato a novembre a 14 anni per "sovversione". E' stato già in prigione dal 1979 al 1993 per la sua partecipazione al movimento democratico del 1978, conosciuto come la "primavera di Pechino".

Si parla anche di un altro detenuto celebre: il tecnico israeliano Mordechai Vanunu, condannato a 18 anni di prigione per tradimento, dopo aver rivelato al mondo il programma nucleare di Tel Aviv. Ma anche questa sarebbe una scelta ad alto rischio che potrebbe perfino compromettere il ruolo della Norvegia come mediatore di pace in Medio Oriente.

Dall'Italia è stata lanciata all'ultimo momento un'idea: "Il Papa sarebbe un candidato al di sopra di ogni dibattito", ha detto il portavoce della comunità di Sant'Egidio, Mario Marazziti, durante una conferenza stampa che è servita alla comunità per tracciare un bilancio dei quattro giorni dell'incontro internazionale "La pace è il nome di Dio", che ha raccolto a Roma oltre 400 leader religiosi provenienti da tutto il mondo. Ma è difficile che a Oslo possano aver tenuto conto del suggerimento.

R.E

 
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