(AGI) - Roma, 16 nov. - Pioggia incessante e servizi di sicurezza ultraefficienti per i radicali transnazionali che volevano protestare contro il primo ministro cinese Li Peng, a Roma per il vertice FAO, diretto al Quirinale per incontrare il presidente Scalfaro. I manifestanti, una ventina, non sono arrivati sulla piazza, ma sono stati bloccati in via XXIV Maggio. Sono riusciti soltanto a sventolare uno striscione in cui si chiedeva 'libertà per il Tibet' e una serie di bandiere tibetane a strisce rosse e blu, al passaggio del corteo di auto che portavano Li Peng e alcuni diplomatici cinesi.
Oltre alla libertà per il Tibet, i radicali chiedono la liberazione del dissidente Jingsheng di cui ipotizzano la candidatura al Nobel e quella di Gedhun Choeckyi Nyima e dei suoi genitori: del bambino (sette anni) e dei suoi si sono perse le tracce quando è stato 'riconosciuto' come ultima incarnazione del Dalai Lama. (AGI)
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