LETTERA DEL SEGRETARIO E DEL TESORIERE
PER LA CAMPAGNA D'ISCRIZIONE E SOTTOSCRIZIONE AL
PARTITO RADICALE DEL 1997
Cara amica, caro amico,
mentre ci avviamo alla conclusione dell'anno politico radicale, vorremmo aggiornarti sinteticamente sulle campagne politiche che sono state la ragione del nostro stare insieme nel Partito Radicale 1996, nonché tentare di delineare alcuni scenari per il futuro.
Per il Tribunale Internazionale Permanente per i crimini contro l'umanità
Proprio in queste ore, al Palazzo di Vetro è in discussione il testo di una risoluzione sulla questione del Tribunale Internazionale. Al centro del dibattito, la convocazione o meno per il 1998 della Conferenza Plenipotenziaria istitutiva del Tribunale Penale Internazionale. Un importante risultato, al quale si è giunti grazie ad una forte mobilitazione dell'opinione pubblica mondiale. Un appello alle Nazioni Unite, promosso dal Partito Radicale e dal Comitato "Non c'è Pace Senza giustizia", lanciato da eminenti personalità della politica e della cultura e sottoscritto da oltre settecento parlamentari di quaranta paesi del mondo, è stato pubblicato sull'"International Herald Tribune" e su "Le Monde". Una iniziativa che ha richiesto un investimento di oltre 100 milioni di lire.
Dal canto suo, il Parlamento europeo ha appena approvato, su iniziativa dei deputati iscritti al Partito Radicale, una nuova linea di finanziamento a sostegno dei Tribunali ad hoc e del costituendo Tribunale Internazionale. Entro la fine di novembre, con la fissazione o meno di un preciso calendario, sapremo se le Nazioni Unite intendono perseguire effettivamente l'obiettivo della costituzione del Tribunale Internazionale Permanente per il quale il nostro partito si batte da oltre tre anni. A nessuno sfugge l'importanza che avrebbe una tale conquista: il suo valore di deterrenza per le guerre in corso e future; la possibilità di sanzionare, per la prima volta nella storia, i crimini che sfuggono alla giurisdizione nazionale e dunque anche l'avvio di un nuovo diritto internazionale fondato su una ridefinizione del principio, oggi assoluto, della sovranità nazionale.
Per l'abolizione della pena di morte nel mondo entro l'anno duemila
"Vita del diritto e diritto alla vita" significa anche per noi radicali negare allo Stato la possibilità di disporre della vita dei suoi cittadini. Ha questo fondamento la campagna per l'abolizione della pena di morte entro l'anno 2000, condotta dal Partito Radicale e da Nessuno tocchi Caino, associazione federata al Partito Radicale. Non vogliamo dividere il mondo tra civili e incivili, ma porre le premesse politiche e culturali perché gli organismi internazionali riconoscano e pratichino il diritto d'ingerenza negli affari interni degli Stati. Questo fu il punto di crisi dell'iniziativa condotta due anni or sono dal Partito Radicale e dal Governo italiano in sede Onu: per soli otto voti contrari non fu approvata una risoluzione sulla moratoria universale della pena di morte, nonostante una grande iniziativa politica, che riuscimmo a provocare e incardinare in ogni parte del mondo, dalla Russia all'Africa, dall'Europa all'Asia.
L'obiettivo, per il 1997, è quello di ritentare, e questa volta di vincere. In vista di questa importante e difficile scadenza, il Partito Radicale ha conseguito un primo successo con l'approvazione il mese scorso di una risoluzione a favore dell'abolizione della pena di morte da parte dell'Assemblea Paritaria ACP-UE (che raggruppa i 15 paesi dell'Unione europea e i 65 paesi africani, dei Caraibi e del Pacifico). E' anche in corso di definizione un'altra iniziativa propedeutica in sede Onu: la presentazione di una mozione alla Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite, a Ginevra.
Sempre in vista dell'appuntamento dell'anno prossimo alle Nazioni Unite, Nessuno tocchi Caino - insieme con Memorial, l'associazione russa per i diritti umani - ha organizzato il 23 e il 24 di novembre, a Mosca, un convegno internazionale sull'abolizione della pena capitale nei paesi della Comunità degli Stati Indipendenti. Mentre una Conferenza sulla pena capitale verrà organizzata a New York all'inizio del prossimo anno.
Per la libertà del Tibet e la democrazia in Cina
Nel mese di ottobre, Sua Santità il Dalai Lama è stato ricevuto ufficialmente dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea: ha incontrato il Presidente Santer e la Commissaria Emma Bonino. Una visita nella quale il Dalai Lama ha ribadito come la via del dialogo, della nonviolenza, della persuasione sia l'unica che possa salvare il popolo tibetano da sicura scomparsa. Una visita che è stata anche occasione di un incontro con una delegazione del Partito Radicale durante il quale Marco Pannella e il Dalai Lama hanno convenuto dell'urgenza di rafforzare il lavoro organizzativo del Satyagraha 1998 per la libertà del Tibet.
Si tratterà quindi di moltiplicare e potenziare le iniziative e le manifestazioni come quelle già organizzate quest'anno insieme ai Tibet Support Group ed agli amici della dissidenza cinese di tutto il mondo. A partire dalle oltre 1.400 persone che hanno partecipato all'inizio dello scorso mese di ottobre all'iniziativa del digiuno di dialogo con il "proprio" Ministro degli esteri per la liberazione del Panchen Lama e di Wei Jingsheng, bisognerà arrivare a costruire al più presto una rete mondiale di decine di migliaia di persone pronte ad unirsi con determinazione nelle molteplici e dure azioni nonviolente che dovranno scandire il Satyagraha 1998.
Su questo fronte, il prossimo appuntamento è fissato per i giorni 9 e 10 dicembre, giornata internazionale dei diritti dell'uomo. Nelle grandi città (per ora otto, tra le quali Bruxelles, Roma, Budapest, Vienna e Parigi) si svolgerà un "Walk Around", una camminata ininterrotta, di 24 ore, attorno ai Ministeri degli esteri a favore della liberazione del Panchen Lama e di Wei Jingsheng.
Da alcuni mesi inoltre stiamo raccogliendo le firme su un appello di parlamentari al Segretario Generale delle Nazioni Unite a favore dell'apertura quanto prima di negoziati sino-tibetani. L'appello è stato firmato per ora da 1.175 deputati e senatori di 43 differenti Parlamenti del mondo. Sempre sul fronte istituzionale sono state depositate ed approvate alcune risoluzioni parlamentari sulla situazione in Tibet. Al Parlamento europeo sono state approvate numerose risoluzioni sulla situazione nel Tibet occupato e sulle violazioni dei diritti umani in Cina, mentre recentemente numerose voci di finanziamento sono state stanziate nel bilancio per il 1997 a favore della resistenza del popolo tibetano.
E' infine in preparazione il lancio della campagna "Una bandiera per il Tibet 1997!", congiuntamente all'iniziativa "Una piazza per il Tibet!", che chiede ai Sindaci di intitolare una piazza od una strada della loro - della tua - città al Tibet o al Dalai Lama.
E' ancora di pochi giorni fa il conferimento, per iniziativa radicale e liberale, del prestigioso "premio Sacharov" del Parlamento europeo, a Wei Jingsheng, il più noto dissidente cinese. Un successo che non potrà che rafforzare la campagna per il conferimento a Wei Jingsheng del Premio Nobel per la Pace. Campagna che stiamo conducendo insieme a Human Rights in China ed alla Federazione per la Democrazia in Cina. Da febbraio stiamo raccogliendo le proposte di candidatura a sostegno tra i professori universitari di Storia, Filosofia, Diritto e Scienze Politiche e tra i parlamentari. Sono circa 600 le proposte raccolte ad oggi, tra le quali anche quelle del Premio Nobel per la Pace 1989, l'arcivescovo Desmond Tutu, nonché dell'intero Parlamento tibetano in esilio e di numerosi deputati dall'India e Taiwan. Riteniamo che il Premio Nobel per la Pace a Wei Jingsheng possa costituire segno certo di pacificazione, dialogo, nonviolenza e democrazia.
Vi sono nel mondo numerose situazioni di gravissime violazioni dei diritti umani. Pensiamo a Cuba, alla dittatura castrista, che dura dal 1959 e che fa strame in quel paese di diritto, di legge, di democrazia, di libertà. Anche se in misura del tutto inadeguata, abbiamo cercato e cercheremo di essere con coloro che marciscono nelle prigioni del dittatore cubano, alcuni dei quali anche da iscritti al Partito Radicale. Anche per loro, abbiamo manifestato qualche settimana or sono insieme agli amici del Comitato a difesa della democrazia a Cuba, in occasione della visita di Castro in Italia.
Per la lingua ausiliaria di comunicazione
L'iniziativa del Partito Radicale a favore dell'adozione dell'Esperanto come "lingua ausiliaria di comunicazione", è incentrata attualmente sulle istituzioni internazionali. Una nostra mozione è stata iscritta all'ordine del giorno dell'Ecosoc delle Nazioni Unite. Mentre al Parlamento europeo è in corso la presentazione di una risoluzione sui costi in termini democratici, finanziari e tecnici dell'attuale sistema di comunicazione.
Questa risoluzione, che dovrebbe per la prima volta portare all'apertura di un dibattito nel PE su questa importante questione, chiede che vengano organizzati in tutti gli Stati dell'Unione dei progetti sperimentali di insegnamento dell'Esperanto e che venga studiata la possibilità di utilizzare la Lingua Internazionale come lingua ponte e di riferimento giuridico nel sistema di interpretazione e di traduzione delle istituzioni dell'Unione.
Dal canto suo l'Esperanto Radikala Asocio (ERA) lavora attualmente su un progetto relativo ai costi della comunicazione in Europa.
Per l'antiproibizionismo in materia di droga
La campagna per la legalizzazione delle "droghe" è, in questa fase, probabilmente, la più difficile tra le campagne in cui il Partito Radicale è impegnato. Nonostante il moltiplicarsi di segnali positivi, in Italia, in Belgio, al Parlamento europeo e nei mass-media, nonostante un diffuso consenso in larghi settori della popolazione, ci si scontra con la difficoltà oggettiva di invalidare i Trattati Internazionali che vincolano - insieme ad enormi interessi economici, a inerzie e conformismi - la maggior parte dei paesi del mondo ad una politica proibizionista sulle droghe.
Un'iniziativa in tal senso, sostenuta dal Partito Radicale e promossa dal Coordinamento Radicale Antiproibizionista (Co.R.A.) e dai "Parlamentari per l'Azione Antiproibizionista" (PAA), ha visto la presentazione al Parlamento europeo di una proposta di raccomandazione firmata da 61 deputati europei. Gli europarlamentari, constatando il totale fallimento delle politiche proibizioniste sulle droghe, denunciano le convenzioni internazionali e chiedono di instaurare un sistema di controllo pubblico dell'offerta di sostanze attualmente illecite.
Il bilancio per il 1997 del Parlamento europeo prevede inoltre la possibilità di finanziamento di studi comparativi sull'impatto delle varie legislazioni nella lotta contro la tossicodipendenza.
Su questi temi, dal 5 al 7 dicembre prossimi, si svolgerà a Bruxelles il Congresso del Co.R.A.. Sarà aperto da Marco Pannella e dalla Commissaria europea Emma Bonino, i cui recenti interventi a favore della legalizzazione hanno rilanciato il tema sulla stampa inglese ed europea. Negli stessi giorni si aprirà in Italia il processo nei confronti di Marco Pannella per un'azione di disobbedienza civile (distribuzione pubblica di derivati della cannabis), compiuta lo scorso anno e mirante a riproporre il problema della legalizzazione delle cosiddette droghe leggere.
Cara amica, caro amico,
le iniziative ed i successi di cui ti abbiamo parlato sono stati possibili innanzitutto grazie all'impegno militante, alla passione civile, agli sforzi, alla generosità, ai contributi in denaro ed alle quote di iscrizione di poco più di tremila cittadini, di coloro che costituiscono oggi, nel mondo, il Partito Radicale transnazionale e transpartito.
Siamo altresì consapevoli che una tale dimensione - ad oggi 3.074 iscritti, dei quali 532 non italiani e 1.940 contribuenti, dei quali 138 non italiani, per un totale di autofinanziamento di un miliardo e mezzo di lire, di poco superiore a quello conseguito nell'anno passato - rimane del tutto inadeguata a perseguire con efficacia gli obiettivi che ci siamo dati, a costituire quel partito nonviolento, democratico, transnazionale, della vita del diritto e del diritto alla vita, capace di fronteggiare i disastri epocali di questa fine secolo.
Per un partito nonviolento gandhiano, transnazionale - che dovrebbe idealmente operare nel mondo intero e che già oggi è presente seppure in modo inadeguato con sedi o punti di riferimento a Budapest, Kiev, Mosca, Sofia, Zagabria, Sarajevo, Tirana, Baku, Bucarest, Minsk, Praga, San Pietroburgo, Varsavia, Madrid, New York, Bruxelles e Roma - e autofinanziato, perché vive grazie ai contributi dei suoi iscritti e sostenitori, per un tale partito la dimensione minima necessaria per poter corrispondere agli obiettivi che ci siamo dati sarebbe di almeno ventimila iscritti e/o dell'equivalente in denaro (dieci miliardi di lire).
Con questa speranza, con la forza che ci viene dai risultati conseguiti, con la consapevolezza delle difficoltà che ancora ci attendono, apriamo dunque la campagna di iscrizione al Partito Radicale del 1997.
La apriamo rivolgendoci con fiducia, in primo luogo:
a chi ha deciso di diventare protagonista della prima organizzazione politica degli antiproibizionisti,
a chi, Tibetano, Cinese, membro di una organizzazione di sostegno e di solidarietà al Tibet, membro di una associazione per la promozione della democrazia e del rispetto dei diritti umani in Cina o semplicemente cittadino, ha fatto sue le iniziative radicali per la libertà del Tibet e la democrazia in Cina,
a chi crede nell'importanza e nell'urgenza di rafforzare (anche a partire dallo status consultivo di prima categoria presso le Nazioni Unite conferito al Partito Radicale) il partito della riforma dell'ONU, il partito del federalismo, il partito del diritto e della giustizia internazionale.
Invitandoti a rinnovare l'iscrizione al Partito Radicale o la sottoscrizione per le sue campagne, ti chiediamo ulteriormente un impegno particolare ad essere tu stesso promotore delle iniziative del Partito, nonché di nuove iscrizioni e sottoscrizioni, tra i tuoi amici, tra i tuoi conoscenti.
Un abbraccio,
Danilo Quinto Olivier Dupuis
Tesoriere Segretario
Puoi contattarci per telefono (06/689791), per lettera (Partito Radicale - Via di Torre Argentina, 76 - 00186 ROMA) o utilizzando il sistema telematico AGORA' (WWW.agora.stm.it/pr), per informazioni, proposte, adesione alle nostre campagne ed al nostro progetto.
La quota minima d'iscrizione per l'Italia al Partito Radicale del 1997 è di MILLE LIRE AL GIORNO, pari a 365.000 LIRE L'ANNO. La quota consigliata è di almeno 500.000 lire.
Se vuoi, puoi versare nell'anno più acconti di iscrizione.
Per versare la tua iscrizione o il tuo contributo, puoi:
- telefonare al numero 06/689791 ed effettuare il versamento con carta di credito;
- usare il conto corrente postale numero 44855005 o il vaglia postale intestato Partito Radicale, Via di Torre Argentina 76 - 00186 Roma, indicando nella causale del versamento le tue generalità;
- inviare un assegno barrato intestato Partito Radicale, in busta chiusa intestata Partito Radicale, Via di Torre Argentina 76 - 00186 Roma;
- effettuare un bonifico bancario, intestato Partito Radicale, Banca di Roma, Agenzia 70 Sede di Roma, conto numero 15896/36, C.A.B. 03270, A.B.I. 03002.
Ti ricordiamo infine che se vuoi anche iscriverti alle associazioni radicali o federate al Partito Radicale puoi farlo chiamando lo 06/689791 e utilizzando la carta di credito o attraverso il conto corrente o il vaglia postale, specificando nella causale del versamento la destinazione del tuo versamento.
Le associazioni radicali o federate al Partito Radicale sono:
- Coordinamento Radicale Antiproibizionista, la quota d'iscrizione è di 100.000 lire;
- Esperanto Radikala Asocio, la quota d'iscrizione è di 100.000 lire;
- Nessuno tocchi Caino, la quota di socio ordinario è di 100.000 lire (compreso l'abbonamento annuale alla rivista), quella di socio fondatore di un milione di lire;
- Non c'è pace senza giustizia, la quota di socio ordinario è di 100.000 lire, quella di socio fondatore di un milione di lire.